21/03/2007

Fiona Apple

La verità sul disco fantasma

A sei anni di distanza dalla pubblicazione di When The Pawn e dopo vicissitudini personali e professionali che hanno investito la vita di Fiona Apple in modo alquanto singolare, è uscito finalmente il suo terzo lavoro, Extraordinary Machine, un disco che più che mai è la diretta conseguenza di quanto accaduto di recente alla sua autrice. Innanzitutto la separazione dal regista Paul Thomas Anderson (Magnolia, Boogie Nights), suo compagno fino a tre anni fa. Nel 1999 When The Pawn gli era stato ufficialmente dedicato, stavolta invece a ispirare la scrittura dei brani è la sua assenza, il tempo trascorso da sola nella casa di Venice, California, a rielaborare i ricordi. “Queste canzoni sono conversazioni che ho con me stessa” ha spiegato Fiona Apple. “Le ho scritte in un periodo in cui passavo tantissimo tempo da sola, a pensare”. I temi di Extraordinary Machine non variano di molto rispetto a quelli dei suoi album passati e per lo più si basano su analisi a posteriori di rapporti di coppia finiti male (Oh Well, Red Red Red, Parting Gift). Fiona utilizza le canzoni per superare i momenti difficili e stavolta, essendo pubblica la sua rottura con Anderson, ci sembra di poter dare un volto ai suoi lui, anche se lei afferma: “Nelle mie canzoni parlo di come mi sento nei confronti di qualcuno, ma nel secondo verso potrebbe essere che sto parlando di una persona completamente diversa”. Ai versi in cui la cantautrice scandaglia le azioni e le intenzioni proprie e del suo compagno fanno quasi sempre da contraltare dichiarazioni di indipendenza come in Not About Love o in quello che è in un certo senso il manifesto della Apple e non a caso dà il titolo all’intero lavoro. “Extraordinary Machine dice esattamente quello che penso di me stessa” ha spiegato Fiona Apple al New York Magazine. “Mi piace quando scrivo una canzone che, se qualcuno mi chiede ‘Cosa pensi di te stessa?’, mi permette di rispondergli ‘Senti qui’. Mi piacciono le canzoni che sono come discorsi o saggi, che affrontano l’argomento in modo chiaro e preciso”.

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Arrivata al successo a soli 19 anni con i tre milioni di copie vendute dall’esordio Tidal del 1996, e avendo fin dall’inizio esposto coraggiosamente la propria vulnerabilità, sia nei testi e nei modi, la Apple ha spesso subito un atteggiamento protettivo da parte di chi l’ha circondata. “Pensano di sapere cos’è meglio per me, e questo mi dà la nausea. Tutto quello che voglio dire è: ‘Non mi conoscete? Io ne tiro fuori delle canzoni, è tutto ok!'”. La opening track Extraordinary Machine, con i suoi arrangiamenti luminosi e fiabeschi, riafferma proprio questa sensazione: “Quando qualcuno mi guarda con preoccupazione impazzisco, e mi capita spesso. Voglio che la gente sappia che anche quando non sto bene, sto bene”. E ancora: “La mia vita è un continuo di alti e bassi incredibili, ma ogni volta sto meglio. Sono una macchina straordinaria, a prescindere da quello che la gente fa o non fa per me. Cercano di proteggermi da tante cose, ma io posso farmene una ragione. Quindi sto bene e vi prego smettetela di guardarmi in quel modo!”.

Personaggio fragile e forte allo stesso tempo, Fiona Apple ha dovuto fronteggiare un’enorme e conflittuale esposizione pubblica che oggi, ventottenne, interpreta così: “Quando promuovevo il primo disco era come se dicessi ‘Vi prego, apprezzatemi. Vi prego, comprendetemi’. Per il secondo era un ‘Vi prego, non fraintendetemi anche questa volta; stavolta capitemi’. Ora si tratta soprattutto di me che prendo qualcosa che è stato molto stressante in passato e lo rendo gioioso. Non voglio soffrire per tutto il tempo”.

L’album è strettamente legato a ciò che negli ultimi sei anni è successo a Fiona Apple anche dal punto di vista artistico lavorativo, una serie di vicende che di certo rendono il suo caso straordinario. La lavorazione di Extraordinary Machine inizia nel 2002 presso gli Ocean Way Studios (i vecchi studi di Frank Sinatra) per poi spostarsi al Paramour, e va avanti fino a maggio 2003. Al fianco di Fiona Apple c’è Jon Brion, illuminato produttore che già aveva firmato When The Pawn, oltre che dischi di Aimee Mann, Rufus Wainwright, Badly Drawn Boy e suggestive colonne sonore come quella di Eternal Sunshine Of A Spotless Mind (film uscito in Italia come Se mi lasci ti cancello). I due sono legati da una profonda stima reciproca. Brion è assolutamente coinvolto dalla musica della Apple (“La prima volta che ho sentito Oh Well ho pianto” ha raccontato l’anno scorso a Mtv) e lei si fida di lui a tal punto che, quando in un periodo di confusione non riesce più a dare una direzione all’album non avendo le idee chiare su come lo voglia, delega a Brion la fase di lavorazione conclusiva. “A metà del lavoro non riuscivo più a prendere decisioni” ha spiegato la cantante. “Ho scritto la maggior parte delle canzoni mentre registravamo, e io non sono abituata ad avere così poco tempo da vivere con le canzoni. Di solito le metabolizzo per un po’, così quando le incido so esattamente cosa voglio. Stavolta è successo tutto troppo in fretta, era come se non conoscessi le canzoni e quindi non sapevo come volevo che fossero suonate”.

Brion elabora i brani con idee e orchestrazioni estremamente originali, ma forse ci mette un po’ troppo del suo e la Apple resta interdetta davanti al risultato finale. “Alla fine è venuto fuori un disco di Jon Brion, non mio. Amo il modo in cui ha interpretato le mie canzoni, ma ho bisogno di essere io a decidere ciò che riguarda me”. Il disco quindi viene accantonato. Fiona Apple non ne è convinta, tantomeno lo è la Sony Bmg che ha investito 800mila dollari in questa produzione. La Apple vorrebbe rilavorarci su, ma la casa discografica non è disposta a sborsare altri soldi per la produzione e le propone un compromesso: dovrà ri-registrare una traccia per volta e sottoporla puntualmente al vaglio della Sony. Questa prospettiva non trova il benestare della cantautrice, che entra in una fase di stallo, bloccata tra l’insoddisfazione del lavoro svolto e l’incapacità di trovare una soluzione.

Intanto, poiché l’annuncio dell’uscita del disco è già comunque stato dato, fan e giornalisti iniziano a chiedersi come mai la data venga rimandata di mese in mese. Inizia a circolare la notizia secondo la quale il disco sia pronto ma sia stato bloccato dalla Sony perché non sufficientemente commerciale. Queste parole (confermate da Jon Brion in varie occasioni ma smentite dalla Apple) scatenano una serie di polemiche e di reazioni che mobilitano la grande fan base di Fiona. Una prova della compiutezza del disco c’era ed era sotto gli occhi di tutti, in Internet. A inizio 2004, infatti, fanno capolino nella rete Extraordinary Machine e Better Version Of Me. La qualità sonora delle tracce è bassa ma questo non impedisce un’accoglienza entusiastica da parte dei fan. Passa circa un anno e le voci del blocco da parte di Sony Bmg si fanno sempre più insistenti e credibili, tanto che quando Andrew Harms, deejay della radio di Seattle The End 107.7, trasmette a sorpresa cinque canzoni estratte dal disco, la sua azione appare quasi legittimata. Dopo la trasmissione, nel giro di qualche settimana, undici tracce del disco Apple-Brion vengono immesse su Internet. Le canzoni sono reperibili attraverso il peer-to-peer ma anche tramite link presenti sui siti personali di alcuni fan che vedono in questo atto un aiuto alla loro beniamina, non un danno. Una di loro, la quarantaduenne Nadja Dee Tanaka afferma che i download dal suo sito Internet hanno raggiunto anche i 5mila giornalieri. Inoltre, credendola vittima delle logiche del music business, il ventunenne Dave Muscato apre il sito www.freefiona.com e insieme a migliaia di fan inizia a promuovere una serie di iniziative che convincano i dirigenti Sony Bmg a rivedere la propria posizione e a “liberare” Fiona Apple e il suo disco: petizioni internazionali, pubbliche proteste davanti agli uffici newyorchesi della Sony Bmg Music, 1.500 mele fatte recapitare al dirigente Andrew Lack. Peccato che tutta questa passione e queste energie fossero impiegate in una causa infondata.

“Non sapevo come reagire. In realtà sono stata io a impedire l’uscita dell’album” racconta oggi Fiona Apple. Eppure questa grande mobilitazione sblocca la situazione e, grazie anche all’entrata in scena del produttore Mike Elizondo, la Sony Bmg decide di finanziare una nuova lavorazione del disco. “Grazie ai miei fan ho imparato che se ti organizzi puoi davvero cambiare le cose e questo non era ciò che stavo facendo io” ammette la cantante. “Io stavo semplicemente scappando”.

Finalmente nel giugno 2005 inizia ufficialmente la nuova lavorazione di Extraordinary Machine con Elizondo. “Mike mi aveva già fatto ascoltare qualche sua idea da applicare alle canzoni e aveva portato una ventata di aria fresca. Sono assolutamente contenta di quello che ne è venuto fuori. è valsa la pena attraversare tutte queste complicazioni”. Elizondo è un bassista turnista, e in queste vesti aveva già preso parte a When The Pawn, ma è soprattutto il pluridecorato produttore di Dr. Dre e ha co-scritto In Da Club di 50 Cent e The Real Slim Shady di Eminem. Apparentemente lontanissimo dalla dimensione artistica di Fiona Apple, è stato invece l’ancora di salvezza dell’artista.

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Tanto lungo è stato il travaglio della prima produzione, quanto rapido è stato il secondo. In un paio di mesi Extraordinary Machine è pronto e la data d’uscita annunciata dalla Sony Bmg è finalmente quella definitiva, il 4 ottobre 2005. Della produzione di Mike Elizondo si è parlato generalmente poco (o almeno, poco entusiasticamente). Vuoi perché la sorpresa dell’album era già stata consumata attraverso le prime undici tracce filtrate in Internet; vuoi perché il suo lavoro ha spesso ricalcato quello di Brion dandogli semplicemente una veste più commerciale e distinguendosi con una certa rilevanza solo in pochi punti; vuoi – soprattutto – perché l’accoppiata Brion-Apple ha comunque da anni l’appoggio dei fan ed è quindi a lui che questi guardano come l’autentico depositario della vera Fiona Apple. Le ultime voci danno per certa la pubblicazione su cd dell’Extraordinary Machine di Brion nel 2006. Chissà che non sia l’ultimo tassello di questa lunga, straordinaria saga.

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