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Foo Fighters

Concrete and Gold
The Roswell Records / RCA Records
Rock sempre appassionato, ma più eterogeneo del solito per il gruppo guidato da Dave Grohl
15 Settembre 2017

Il “tempo indeterminato” di pausa al quale facevano riferimento i Foo Fighters, tra interviste, annunci sui social e addirittura un video ironico appositamente girato per l'occasione, è durato semplicemente un anno, anche meno.
Un anno quindi fino a Concrete and Gold, un album più eterogeneo rispetto agli standard ai quali ci ha abituato la band.
La diversificazione dei brani è frutto senz’altro della produzione di Greg Kurstin (Adele, Pink, Sia e non solo): «Il nostro rumore e il cervello raffinato di Greg con tutti i suoi arrangiamenti sofisticati» dichiara Dave Grohl a proposito di tale incontro, avvenuto qualche mese dopo che lo stesso leader del gruppo aveva ascoltato in macchina Again & Again dei The Bird & The Bee, duo di Kurstin.
Il primo minuto e mezzo di T-Shirt è un concentrato delle varie idee musicali del nuovo album, compresi i richiami ovvi al suono tipico del gruppo.
Run è il singolo lanciato a sorpresa a giugno e con tanto di video con i componenti del gruppo in versione “invecchiata”. Anche il video dell’altro singolo, The Sky Is A Neighborhood, è particolare, molto curato e va oltre il brano medesimo. Ma ad emergere nell'album è il fatto che il gruppo rimane sugli alti livelli rock ai quali ci ha abituato e allo stesso tempo si lascia guidare dal nuovo produttore, come si comprende ad esempio con Happy Ever After (Zero Hour), un delicato pezzo folk-rock con cori di beatlesiana memoria, o con la title-track in conclusione, dove gli echi floydiani vengono trasmessi e soprattutto suonati in una versione più dura.
Tante aperture corali e tanto amore immutato per il proprio suono. Ma anche tanta voglia di ospitare influenze diverse di un certo gusto rock degli anni ’60 e ‘70, che si possono riassumere con le parole di Grohl, il quale definisce l’album come “la versione dei Motorhead di Sgt. Pepper’s o qualcosa del genere, per intenderci”. E uno dei protagonisti del Sgt. Pepper’s di cinquant’anni fa è inoltre presente anche nell’album, in particolare in Sunday Rain: nel brano infatti Paul McCartney suona addirittura la batteria e Taylor Hawkins passa alla voce.
Se non si sono fermati dinanzi alla possibilità di regalare ai fan l’EP Saint Cecilia tramite il web, se la gamba che Dave Grohl si è rotto durante un concerto in Svezia ha trasformato i live del gruppo in uno show con lo stesso frontman seduto su un trono di chitarre e se hanno girato gli Stati Uniti in lungo e in largo per registrare il precedente Sonic Highways, era già difficile parlare di pause per il gruppo.
Perché di fatto è difficile fermare questa passione dei Foo Fighters autentica e “a tempo indeterminato” per il rock, per come loro stessi lo intendono e per come continuano egregiamente a suonarlo.
Un anno quindi fino a Concrete and Gold, un album più eterogeneo rispetto agli standard ai quali ci ha abituato la band.
La diversificazione dei brani è frutto senz’altro della produzione di Greg Kurstin (Adele, Pink, Sia e non solo): «Il nostro rumore e il cervello raffinato di Greg con tutti i suoi arrangiamenti sofisticati» dichiara Dave Grohl a proposito di tale incontro, avvenuto qualche mese dopo che lo stesso leader del gruppo aveva ascoltato in macchina Again & Again dei The Bird & The Bee, duo di Kurstin.
Il primo minuto e mezzo di T-Shirt è un concentrato delle varie idee musicali del nuovo album, compresi i richiami ovvi al suono tipico del gruppo.
Run è il singolo lanciato a sorpresa a giugno e con tanto di video con i componenti del gruppo in versione “invecchiata”. Anche il video dell’altro singolo, The Sky Is A Neighborhood, è particolare, molto curato e va oltre il brano medesimo. Ma ad emergere nell'album è il fatto che il gruppo rimane sugli alti livelli rock ai quali ci ha abituato e allo stesso tempo si lascia guidare dal nuovo produttore, come si comprende ad esempio con Happy Ever After (Zero Hour), un delicato pezzo folk-rock con cori di beatlesiana memoria, o con la title-track in conclusione, dove gli echi floydiani vengono trasmessi e soprattutto suonati in una versione più dura.
Tante aperture corali e tanto amore immutato per il proprio suono. Ma anche tanta voglia di ospitare influenze diverse di un certo gusto rock degli anni ’60 e ‘70, che si possono riassumere con le parole di Grohl, il quale definisce l’album come “la versione dei Motorhead di Sgt. Pepper’s o qualcosa del genere, per intenderci”. E uno dei protagonisti del Sgt. Pepper’s di cinquant’anni fa è inoltre presente anche nell’album, in particolare in Sunday Rain: nel brano infatti Paul McCartney suona addirittura la batteria e Taylor Hawkins passa alla voce.
Se non si sono fermati dinanzi alla possibilità di regalare ai fan l’EP Saint Cecilia tramite il web, se la gamba che Dave Grohl si è rotto durante un concerto in Svezia ha trasformato i live del gruppo in uno show con lo stesso frontman seduto su un trono di chitarre e se hanno girato gli Stati Uniti in lungo e in largo per registrare il precedente Sonic Highways, era già difficile parlare di pause per il gruppo.
Perché di fatto è difficile fermare questa passione dei Foo Fighters autentica e “a tempo indeterminato” per il rock, per come loro stessi lo intendono e per come continuano egregiamente a suonarlo.