23/05/2014

Johnny Cash vs Bruce Springsteen

Cash omaggia il Boss rileggendo “Highway Patrolman”, brano di “Nebraska”: il tributo del maestro all’allievo
Che Johnny Cash ascolti o addirittura omaggi i suoi “discepoli” è un fatto appurato. E’ successo nel periodo delle American Recordings, con i tributi a Nick Cave, Nine Inch Nails, Depeche Mode, U2 Soundgarden, ed è accaduto anche negli anni precedenti con Johnny 99, album di modesto successo in un momento in cui la popolarità di Johnny era ai minimi storici, fatta eccezione per I’m Ragged But I’m Right (di Guy Clark) che raggiunge la posizione No. 75 della classifica di Billboard
Come detto, un Cash dell’era di mezzo, lontano dalle luci della ribalta del Johnny Cash Show, ma che realizza un interessante album nel quale brillano le versioni di Highway Patrolman e Johnny 99 di Bruce Springsteen, grazie anche all’apporto di ottimi musicisti come Hail Blaine e Marty Stuart, nonché di alcuni che costituivano la band di Elvis Presley negli anni ’70. 
 
Highway Patrolman è forse una delle migliori composizioni del Boss, perla di una pietra miliare di immensa bellezza notturna come Nebraska (Columbia, 1982), irripetibile sequenza di canzoni “noir” sulla scia dei maestri Woody Guthrie e Hank Williams e incisa su un piccolo registratore a quattro piste. Storie strazianti e ombrose per chitarra e voce, il tutto lontano anni luce da The River (Columbia, 1980) e soprattutto dal rock da stadio del successivo Born In The U.S.A. (Columbia, 1984), che renderà Bruce Springsteen la rockstar più famosa del pianeta. 
 
Dovevano essere semplicemente dei provini, da cui sarebbe dovuto scaturire un album elettrico con la E Street Band ma quella magica session di registrazione con l’amico e tecnico di fiducia Mike Batlan risultò ineguagliabile. La canzone narra in prima persona la storia, ambientata negli anni ’60, dell’”onesto” Joe Roberts e di suo fratello, Franky, al contrario violento e indisciplinato, con il vizio insaziabile della bottiglia. Joe viene sempre in suo soccorso perché, come dice il testo della canzone, “Lo aiuto quando sta sbandando come qualunque fratello farebbe//Un uomo che volta le spalle alla sua famiglia non è una brava persona”. 
 
Nel 1965 Franky si unisce all’esercito degli Stati Uniti e parte per il Vietnam mentre Joe compra una fattoria e sposa una ragazza di nome Maria, di cui, per la verità, entrambi erano innamorati. In pochi anni, tuttavia, il calo drastico del prezzo del grano costringe Joe a vendere il terreno e a cambiare lavoro: nel 1968 trova impiego come poliziotto autostradale.
Nel frattempo Franky torna a casa dalla guerra. Una notte, Joe riceve una chiamata da un ristorante sul confine con il Michigan, dove è avvenuta una rissa furibonda, in cui rimane ferito gravemente alla testa un ragazzo: i testimoni sostengono che l’aggressore in questione sia proprio Franky. Quest’ultimo scappa a bordo della sua auto mentre Joe lo rincorre. Dovrebbe raggiungerlo e arrestarlo ma ad un certo punto accosta e si ferma, lasciando fuggire il fratello, il quale riesce a raggiungere il confine canadese:“Accostai da una parte del’autostrada//e osservai i suoi fanali scomparire”.
 
Una storia ambigua di emarginazione suburbana che apre una riflessione sui valori tradizionali americani; la fratellanza, in questo caso, è sentimento da onorare ad ogni costo. Proprio come recitano i versi: “Niente sembra meglio del sangue sul sangue”. 
 
Dal punto di vista stilistico, la cover di Cash presente in Johnny 99 è meno crepuscolare e spettrale rispetto all’originale, più veloce e suonata con una band vera e propria a supporto. Ciò la rende forse meno melodrammatica e lugubre ma non per questo meno emozionante e intensa. Questa splendida rilettura di Highway Patrolman è il tributo di un maestro a un suo allievo che aveva appena firmato una delle più belle pagine della storia della musica americana.
 


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