26/02/2015

Azymuth, l’intervista

In occasione del loro show di questa sera al Blue Note di Milano, abbiamo scambiato due chiacchiere al telefono con gli Azymuth e il loro manager Joe Davis
“Normalmente in Brasile la samba è quasi matematica, dritta. La puoi suonare in quattro, oppure puoi allontanarti dal suo tracciato e suonarla in tre, cinque o sette. Questa è la caratteristica degli Azymuth, uscire dallo swing come se stessi aprendo una porta e ti facessi un giro in strada per poi tornare di nuovo indietro, senza mai perdere il tempo”, racconta Alex Malheiros, bassista degli Azymuth. “È questo il nostro stile, che noi chiamiamo ‘Samba Doido’, cioè ‘samba pazza’. Una musica che mantiene come base il ritmo della samba per diventare poi più elaborata, suonata con strumenti che non sono quelli tradizionali”.
 
In occasione del loro show di questa sera al Blue Note di Milano, abbiamo scambiato due chiacchiere al telefono con gli Azymuth e il loro manager Joe Davis, fondatore della Far Out Recordings, la loro attuale etichetta discografica. Lo storico trio brasiliano si è esibito ieri sera nella prima delle sue due date italiane, portando a Bologna quell’unione di jazz, samba e funk che all’inizio degli anni ’80 lo ha reso celebre in tutto il mondo.
 
Il tour europeo 2015 degli Azymuth ripropone i brani del primo storico album del 1975, quello che ha segnato l’inizio del sodalizio artistico del trio: “Siamo davvero orgogliosi di Azimuth, il nostro primo album, perché l’abbiamo prodotto senza nessun accordo”, ricorda il batterista Ivan Conti. “Nessuna etichetta è venuta a proporci di incidere un disco, è stata una nostra idea e quindi il risultato è molto sincero”.
“Erano tutti musicisti già affermati in Brasile”, prosegue Davis. “È come se quest’album fosse l’incontro di tutta la loro storia vissuta fino a quel momento”.
La scelta di dedicare la nuova tournée ad Azimuth è stata inoltre dettata dalla ricorrenza in quest’anno del quarantesimo anniversario della sua incisione. Per celebrare l’evento il 23 febbraio è stata pubblicata una re-release del disco, sia in versione doppio cd sia in vinile, un formato per la prima volta disponibile fuori dal Brasile.
 
Il tour però è prima di tutto l’occasione per ricordare e onorare chi non c’è più, il tastierista originale del complesso, José Roberto Bertrami. Scomparso nel 2012 all’età di sessantasei anni, Bertrami era dei tre quello con la carriera da solista più intensa, che poteva contare collaborazioni con grandi personalità della musica brasiliana e internazionale come Elis Regina, Milton Nascimento, Sarah Vaughan, Toninho Horta, Vinícius de Moraes. Dietro le tastiere ora c’è Fernando Moraes, un suo fan e un suo studente che si avvicina molto al suo stile, grande amico degli altri due componenti della band. “Abbiamo avuto l’idea di dedicare il nuovo tour a Bertrami insieme al nostro produttore Joe Davis”, Conti mi spiega. “È stata una cosa spontanea, e non poteva esserci scelta migliore che ricordarlo attraverso i brani del nostro primo album. Per noi è stato come un fratello. La cosa strana è che sembra che José sia ancora qui, è presente, fa sempre parte della nostra musica. La moneta non è ancora caduta”.

Uno dei pezzi forti dei concerti degli Azymuth è Jazz Carnival, dal disco Light As A Feather, al quale era stato invece dedicato lo scorso tour. Il singolo rese il trio la prima band brasiliana a raggiungere la posizione più alta nelle classifiche della Gran Bretagna; l’album fu uno dei campioni d’incasso di quell’anno con oltre mezzo milione di copie vendute, restando nelle prime venti posizioni della Uk Chart per otto settimane, un enorme passo per la loro affermazione a livello internazionale. “Jazz Carnival è un brano che suoniamo sempre volentieri. È un pezzo spontaneo, vero. L’unica intenzione alla base era: ‘facciamo un po’ di swing per fare felici le persone”, ricorda Conti. “Non siamo diventati ricchi con questa canzone, ma siamo comunque orgogliosi di aver reso qualcuno contento con la nostra musica”.
“È un brano che è stato utilizzato moltissimo, anche nei film”, spiega Davis. “La vicenda di Jazz Carnival è particolarmente strana, perché pur essendo una straordinaria hit sia in Inghilterra che in Italia non ha mai fruttato denaro alla band, chissà perché, forse per colpa di qualche personalità del music business o di qualche manager di quella che all’epoca era la loro etichetta”.

Proprio grazie alla fama di cui ancora oggi godono in terra britannica, la maggior parte del tour europeo degli Azymuth si svolgerà in Inghilterra: “È stato fantastico andare in Inghilterra, poterci esibire lì, avere per così tanto tempo dei brani nelle loro classifiche…”, dice Conti. “Ma in fondo non credo sia importante qual è il luogo dove ciò è successo, quello che conta è che sia accaduto davvero, e siamo eccitati e orgogliosi per questo.
I paesi significativi per noi sono molti, Inghilterra, Germania… Il Brasile in special modo ovviamente, è la mia terra, lì c’è la mia famiglia e le mie radici. Persino in Italia c’è un po’ del mio passato, mia nonna era italiana”.

Anche l’etichetta che ha visto il ritorno della formazione originale degli Azymuth dopo l’abbandono di Bertrami nel 1988 è inglese. Il dj londinese Joe Davis, fondatore della Far Out Recordings è da sempre un grandissimo fan della band, e ha avuto un ruolo fondamentale nel suo rilancio scegliendola come uno dei primi gruppi da produrre, come lui stesso racconta: “Ogni membro degli Azymuth aveva una carriera individuale, ed essendo tutti musicisti di successo il loro lavoro era sempre richiesto, quindi per molti anni non avevano più avuto l’occasione per riunirsi. Quando li ho incontrati erano tornati da poco insieme, stavano già scrivendo un nuovo disco e avevano ricominciato a fare dei tour.
La prima volta che ci siamo visti è stata in Brasile nel 1994, a una festa privata. Io mi trovavo là per registrare e aprire la mia etichetta, e un mio amico mi ha messo in contatto con Ivan Conti. Successivamente ci siamo rivisti nuovamente a Londra. Volevo investire nella produzione di alcuni dischi per la mia etichetta e volevo assolutamente che gli Azymuth ne facessero parte. Quindi ho raccontato alla band di quello che avevo in mente e gli ho fatto la mia proposta. Loro sono stati d’accordo e nel 1996 siamo usciti con l’album Carnival”.
 
La Far Out Recordings è stata creata dalla passione di Davis per la musica brasiliana, sia con lo scopo di riproporre le figure storiche della cultura musicale di questo paese, sia per promuovere e far conoscere le migliori nuove proposte. Sono bene accolti anche artisti e produttori provenienti dagli Stati Uniti e dall’Europa che trovano nel Brasile un punto di riferimento per la propria musica. “Scegliamo gli artisti perché siano davvero unici, individuali e diversi all’interno della musica brasiliana.
Fin dall’inizio abbiamo lavorato con Joyce, Marco Valle, José Roberto Bertrami, Alex Malheiros. In vent’anni abbiamo avuto un bello sviluppo con molte proposte diverse come la Brasilian Groove Band, il progetto di percussioni del Grupo Batuque, un sacco di riedizioni, la nuova musica dal Brasile. Io stesso sono stato coinvolto in prima persona in molte produzioni. Amo aprire le porte alle persone, costruire relazioni e amicizie con gente che ha fatto la storia, i migliori musicisti del Brasile”. 

Dopo l’ingresso del trio nell’etichetta di Davis, molti dei brani degli Azymuth sono stati remixati dai numerosi dj affiliati alla Far Out Recordings. È il caso dei tre volumi di Misturada, del brano Before I Forget, del secondo disco della riedizione appena uscita di Azymuth o dell’intero secondo disco di Aurora, l’ultimo lavoro in studio della band datato 2011. “Ovviamente sia io che i ragazzi preferiamo le musiche originali, ma dal mio punto di vista questa operazione permette di introdurre gli Azymuth a delle audience diverse”, dice Davis. “È una sperimentazione musicale che ruota intorno all’idea di aprirsi sempre a un pubblico nuovo. Per essere onesti, i remix sono stati un vero successo nel corso degli anni, quindi non vedo un motivo per non farne altri”. 
 
Infine, tra le prossime uscite della Far Out Recordings probabilmente arriverà l’ultimo disco di José Roberto Bertrami: “Abbiamo un altro album registrato con Bertrami nel 2012 poco prima che morisse. Non è ancora stato pubblicato perché non ne possedevo i diritti. È qualcosa di molto speciale, un bellissimo disco con delle bellissime composizioni, comprende anche musiche di Alex Mahleiros”.
 

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