25/06/2013

Addio, Claudio Rocchi

Un volo magico verso il Paradiso del rock

Roma, 18 giugno 2013.
Il “volo magico” di Claudio Rocchi (icona artistica e culturale dell’Italia del Novecento) lascia le traiettorie terrene per nuove coordinate celestiali.
Neanche tre settimane prima, il 25 maggio, lo stesso Claudio postava sul suo Facebook un messaggio lucidissimo ma profondamente toccante.

«A fine 2011, a un giornalista milanese, raccontavo delle mie 5 vite: una da studente, un’altra da aspirante rock star, una terza da aspirante santo indù, una quarta da aspirante normale professionista tra broadcast, media e business immobiliare. La quinta era quella in cui rientravo allora (per una serie di benedette concorrenze tra Amore e Ispirazione) di musicista ritrovato con voglia di concerti ed energia per farli. Poi è arrivata la sesta. Una grave malattia degenerativa alle ossa mi faceva malato terminale pur continuando io, tra stampelle e bastoni, a far finta di niente e a guidare in su per mari e autostrade a fare i miei concerti. Eccoci infine alla settima vita. La vivo da venti giorni o poco più e tutto è successo in meno di 12 ore. Un crollo vertebrale ha determinato un’invasione del midollo spinale e di fatto ho perso l’uso delle gambe. Ho sentito risalire forte da dentro una risata incontenibile accompagnata dalla domanda: Ma cazzo, non era sufficiente così? Pure paraplegico ora?».

Anche se so che stava soffrendo e che quindi «è meglio così», anche se so che ha vissuto la vita (o per dirla con lui, le 7 vite) che voleva, anche se so che ha dato gioia e amore a chi gli è stato vicino o anche a chi ha soltanto ascoltato la sua musica e le sue canzoni… io non riesco a non essere triste.
Dopo quel post, gli ho scritto una lunga e-mail che si concludeva con un semplice, ingenuo: «Ti voglio bene». Lui aveva apprezzato, molto, rispondendomi: «Se passi da Roma, ci vediamo in 3D».
Proprio la mattina del 18 giugno pensavo di chiamarlo per dirgli che il martedì successivo sarei passato a salutarlo… poi ho letto il drammatico post della sua compagna Susanna («Stamattina Claudio ha smesso di respirare. Lo abbiamo salvato per un pelo») e ho avuto paura.
Nel pomeriggio, la conferma dei timori.
E da quel momento, non riesco a non essere triste.
Perché se a molti di voi mancherà Claudio Rocchi, l’artista, il mito, a me mancherà un amico.

P.S. Il numero di luglio/agosto di JAM sarà dedicato alla memoria di Claudio Rocchi, cultore appassionato, animo gentile e creativo, pensatore raffinato, autore intelligente, amico sincero.

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