23/07/2020

La timidezza delle chiome – Intervista ad Andrea Fabiano

Intervista al cantautore novarese che ha da poco pubblicato il suo nuovo album “La timidezza delle chiome”
La timidezza delle chiome è il nuovo album di Andrea Fabiano. Sette brani, per la maggior parte autobiografici, in cui il cantautore si sofferma sul concetto di timidezza, da non intendere come forma di paura, ma come modo per affrontare in maniera gentile e con discrezione i vari rapporti.
Inizia proprio da qui la nostra chiacchierata telefonica con Andrea Fabiano.
 
La timidezza delle chiome è un album autobiografico dove parli del desiderio di vicinanza e del distacco.
Sì, i primi tre brani parlano del distacco, mentre gli ultimi tre riguardano la volontà di avvicinarsi al prossimo. Poi c’è la title-track che sta in mezzo e che rappresenta lo spazio come quello che c’è tra le chiome degli alberi: è la canzone più breve, è molto essenziale e ho cercato di renderla più eterea, partendo con la voce e poi col theremin.
 
Vicinanza e distacco sono anche temi basati sulla comunicazione: anche per te è così, visto che parli di comunicazione nel nuovo singolo L’unico modo che ho?
L’unico modo che ho parla di più cose. Gli artisti, o comunque coloro che hanno a che fare con l’intrattenimento o con lo spettacolo, hanno l’opportunità di stare a contatto con tante persone e possono dire il proprio punto di vista alle altre persone che altrimenti non li ascolterebbero.
Poi penso che mettersi a discutere sui social sia controproducente: non è quello il luogo in cui, per quanto mi riguarda, posso o riesco a confrontarmi… con tutte le buone intenzioni c’è chi sarà sleale o non la pensa come te e ti aggredirà…
L’arte invece mi permette di dire quello che penso senza essere giudicato. Una visione artistica non è un dogma, è comunque un modo un po’ più articolato o un po’ diverso di raccontare la propria visione della vita. E poi ho la possibilità di trattare anche temi “pesanti”, ma grazie alla musica magari posso farlo in un modo più accessibile a tutti.
 
C’è talmente tanta comunicazione o possibilità di comunicare che a volte servono “cuffie rigorosamente scollegate per ascoltare un po’ di silenzio a un buon volume” dici in Un po’ di silenzio.
Lo stimolo di quella canzone è nato dal fatto di volersi dedicare del tempo. Un aspetto fondamentale è l’ascolto. Il silenzio è la metafora dell’ascolto. È giusto prendere in considerazione anche la possibilità di tacere quando non si ha qualcosa di veramente valido da dire, mentre adesso purtroppo tutti diciamo la nostra, spesso in modo inappropriato o inconsapevole. Politici che usano i social per fare il lavaggio del cervello, per dare qualcosa in pasto ai propri seguaci spesso urlando… ma non è il volume che conta o che dovrebbe contare, ma il contenuto.
 
Sei brani autobiografici tranne uno, cioè il primo singolo Un luogo altro, nato grazie a L’atlante dell’invisibile, libro dello scrittore novarese, nonché tuo amico, Alessandro Barbaglia. Siccome il brano chiude anche l’album, pensi di proseguire da qui per il futuro, magari con brani “meno autobiografici”?
Generalmente quando scrivo lo faccio per una mia esigenza e il tutto deve partire necessariamente da qualcosa che ho vissuto. Lo considero un grosso privilegio. Sicuramente parlare della mia vita è la mia necessità più grande, ma c’è anche un mondo onirico che mi appartiene e cercherò senz’altro di sviluppare anche quest’aspetto. La musica non deve essere soltanto impegnata, la musica ci deve anche sollevare.
Poi, a pensarci, nel linguaggio del brano c’è inevitabilmente la mia visione. C’è una frase alla fine del video che accompagna il singolo del poeta iraniano Gialal Al-Din Rumi che dice: “Al di là delle idee, al di là di ciò che è giusto e ingiusto, c’è un luogo. Noi ci incontreremo là”. Questo non è necessariamente riferito al Paradiso o alle religioni. Per me quel luogo potrebbe essere anche molto semplicemente il rispetto, già anche in questa vita, quindi il posto in cui le idee si incontrano. Anche se un po’ onirico, sì, anche qui c’è qualcosa di autobiografico.
 
Dici a fine libretto: “Questo disco è dedicato a voi che state leggendo, a tutte le persone timide e a quelle che fanno della gentilezza la propria rivoluzione”. Pensi che dopo il lockdown ci sia più gentilezza in giro?
Io sono sempre stato timido o comunque discreto. Sono comunque socievole, eh, ci mancherebbe… (ride, ndr) però non credo che il Covid ci abbia migliorati, anzi, forse ci ha peggiorati in un certo senso. Io cerco sempre di avere il massimo del rispetto dalle persone alle quali mi avvicino. Ci deve essere sempre una forma di rispetto e questo intendo quando parlo della giusta distanza.
Penso che la quantità di gentilezza in giro sia molto bassa purtroppo, ma fortunatamente ci sono comunque tante persone gentili che ho avuto la fortuna di incontrare. Volevo dedicare l’album a loro e alle persone gentili in generale per il valore stesso che la gentilezza rappresenta.
 
Le prossime occasioni per ascoltare Andrea Fabiano dal vivo al momento confermate sono:
24 luglio – Novara, Castello Sforzesco
31 luglio – Gallarate (VA), Arci Cuac
8 agosto – Novara, Viaoxiliaquattro
20 agosto – Milano, Mare Culturale Urbano
 

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