30/03/2015

Jorma Kaukonen

Un album che fa felici tutti gli appassionati di chitarra e di quell’universo fatato che è la musica acustica in generale
Che si trattasse di un disco di Jorma Kaukonen l’avremmo capito subito al buio, fin dal primo tocco di chitarra di Nobody Knows You When You’re Down And Out che apre questo disco. Sarà perché, fin da inizio carriera, eravamo in tanti ad apprezzare più la sua deriva bluesy con gli Hot Huna che la militanza estemporanea nei Jefferson Airplaine, ma l’arpeggio di Kaukonen è cosa assolutamente personale che continua a mantenere immutato lo stesso fascino che aveva fin dai tempi del mitico Quah.
Ad accompagnarlo in questo godibilissimo Ain’t No Hurry, non c’è più il vecchio amico bassista Jack Casady. Di lui c’è traccia solo nell’arrangiamento di Bar Room Crystal Ball, anche se ci sono pur sempre musicisti di gran classe, tra i quali spicca Larry Campbell al mandolino e al violino. Il repertorio è come sempre relegato nel blues e dintorni, rigorosamente acustico, con qualche estemporaneità country.
 
A parte il pezzo di apertura, già cavallo di battaglia di Bessie Smith, Suffer Little Children To Come Unto Me e Sweet Fern, che portano rispettivamente la firma di Woody Guthrie e A.P. Carter, i brani restanti sono in parte autografi e in parte accreditati a musicisti non notissimi, ma la scelta, come lui stesso riporta nelle note di copertina, è stata fatta “per raccontare la mia storia da quando ho cominciato a suonare la chitarra”.
 
A fare pendere la bilancia verso il country ovviamente è Larry Campbell quando ci dà dentro con i suoi cordofoni, ma contribuisce anche la brava Teresa Williams quando presta la sua voce in Sweet Fern (davvero un flash della Carter Family) o in Where There’s Two There’s Trouble. Nella stessa dimensione country non si può nemmeno dimenticare di citare la title-track che viene irreversibilmente direzionata verso quel mondo da una splendida pedal steel e dal picking sapiente della chitarra. Insomma: un gran bel disco che, muovendosi tra i due tronconi non colti della musica popolare americana, fa felici gli appassionati di chitarra e di quell’universo fatato che è la musica acustica in generale.
 
 

 

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