11/03/2014

Ray Davies

Uno spettacolo particolare tra vecchi successi e sperimentazione per l’ex frontman dei Kinks
La reunion dei Kinks è ancora lontana. Le voci si sono rincorse, ma intanto Ray Davies pensa ad altro.
 
Lo scorso anno è uscito infatti il suo libro Americana e alla Union Chapel di Londra ha lanciato uno spettacolo particolare tra musica e testo scritto con l’inserto di filmati da lui stesso girati negli Stati Uniti. Americana è un viaggio che Davies, quintessenza della musica britannica, ha fatto Oltreoceano per cercare altre radici musicali oltre che ad altre riflessioni sulla vita d’artista e non solo. Due argomenti drammatici entrano prepotentemente nella narrazione: l’11 settembre 2001 con il tour fissato nei giorni immediatamente successivi all’attacco al cuore degli Stati Uniti e il ferimento dello stesso Davies a New Orleans durante un tentativo di rapina nel 2004. C’è però anche il concerto dei Kinks organizzato appositamente per l’ingresso della Rock’n’Roll Hall of Fame a Cleveland davanti a 70mila persone dopo che il gruppo negli anni ‘70 aveva dovuto fare i conti con il bando da parte delle autorità americane.

Tutto questo fa parte di una serata che per ammissione dello stesso protagonista è sperimentale, ma che non abbandona mai il motivo per cui il pubblico è venuto. Ovvero le grandi canzoni di Davies e dei Kinks. Due i blocchi principali proposti insieme al fidato chitarrista  Bill Shanley. All’inizio This is Where I Belong, Autumn Almanac, Village Green e Sunny Afternoon (uno dei due momenti in cui menziona il fratello Dave), mentre al termine All Day and all of the Night, Lola, Waterloo Sunset, You Really Got Me sono accompagnate dal canto e dalle ovazioni degli spettatori. Anche se la voce non è più quella di una volta, Davies si è imposto per presenza scenica e grande professionalità unita al gusto per la battuta, apprezzato dal pubblico di casa.

Da sottolineare la graditissima presenza dei The Rails (Kami Thompson e James Walbourne) in apertura del concerto: per il duo un album in arrivo nel segno del folk tra le due sponde dell’Oceano.

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