18/05/2016

Yo Yo Mundi

Paolo Enrico Archetti Maestri e soci ritornano alle cronache con un album altrettanto bello dal titolo augurante e inaspettato
Sono passati cinque anni da Munfrà, l’ultimo lavoro simbolo della loro terra e gli Yo Yo Mundi ritornano alle cronache con un album altrettanto bello dal titolo augurante e inaspettato: Evidenti Tracce di Felicità. Dodici tracce di musica acustica, ben suonata e di chiaro stampo popolare dove ancora una volta si intrecciano i suoni di chitarre, violini, fisarmoniche, cornamuse e molto altro. Certo, la ritmica si avvale di basso, batteria e tastiere, ma è perfettamente integrata in un trionfo di vitalità e freschezza che predispone a un ascolto felice. I testi parlano d’amore, ma sottendono tutti un impegno politico e di salvaguardia ambientale. Il dialetto monferrino si esaurisce in un solo brano cantato, in qualche richiamo nei titoli e in una bella recitazione finale, eppure le radici sono così evidenti nella musica che sarebbe sufficiente uno strumentale per capire la filosofia del gruppo. Paolo Enrico Archetti Maestri è il leader, il deus ex machina degli Yo Yo Mundi, a lui si devono infatti musiche e parole che costituiscono la vera linea del gruppo, una linea coerente da sempre che naturalmente è proprio quella che impedisce di accedere ai grandi passaggi mediatici.
 
Già di per sé Evidenti Tracce di Felicità è un invito al superamento, in questi tempi bui, del disincanto e dell’individualismo, lo stimolo a ritrovare se stessi e a ritornare a sorridere. L’incipit della canzone omonima ce lo dice molto chiaramente: “Dietro ogni pianto si cela una poesia, dietro ciascun sorriso una rivoluzione”. Essere felici, dunque, è davvero rivoluzionario, così come è rivoluzionaria in Ciapapùve la bella follia dell”arcatòn”, colui che raccoglie ciò che gli altri buttano via solo per salvarne la polvere e distribuirla di notte negli occhi dei bambini che dormono, dove la polvere è naturalmente la memoria storica che deve essere mantenuta. Ma è rivoluzionaria anche la bimba cieca in Reinna che, al contrario dell’altra gente sospettosa del paese, riconosce la nuova venuta come una regina e non come una strega, o l’ultima strofa di Sempre che, riprendendo una celebre frase di Mazzacurati, dice: “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile, sempre”.
Bisogna insomma cercare – come suggeriscono gli Yo Yo Mundi ne Il ragazzo che cantava il Carnevale – di togliersi l’inverno dalla testa per fare emergere l’estate che c’è nel cuore.
 
Il lavoro è davvero di ottimo pregio e ogni canzone è una piccola perla da scoprire, ma anche – come dice lo stesso Archetti Maestri nella presentazione del disco su Facebook – “Un mondo in cui guardare e magari svelarsi”.
 
 

 

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