23/05/2018

Arctic Monkeys

La band di Alex Turner è diventata adulta, mette da parte le chitarre e crea un disco d’altri tempi
Alex Turner è qui e canta insieme a noi. In verità non vorrebbe essere su questo pianeta ma lontano dal mondo dello showbiz con le sue distorte luci del varietà. Magari in un albergo lunare, una “base tranquilla” isolata da tutto. O in viaggio nel tempo, indietro di sessant’anni, davanti al pianoforte in una sala del Brill Building di New York scrivendo canzoni a raffica, in competizione creativa con Burt Bacharach e Phil Spector. Fantascienza, voli pindarici d’artista, ma anche nostalgia di un’epoca immaginata grazie ai dischi del papà jazzofilo: sono solo alcuni degli ingredienti di Tranquility Base Hotel & Casino, il disco più Turner – centrico degli Arctic Monkeys.
 
Ma chi è davvero Alex Turner? Il leader di una delle band più chiacchierate dell’ultimo decennio? Uno che “voleva essere come un membro degli Strokes” o, come accennato in un’intervista a Repubblica “assomigliare a Mina”? Sicuramente non è più il ventenne con il caschetto alla Liam Gallagher con chitarra elettrica e un canto al vetriolo, cantastorie di serate alcoliche nei pub di Sheffield tra fumi di sigarette, pinte di birra e cotte tardo adolescenziali. Il percorso di crescita della sua band è stato notevole, dall’incontro con Josh Homme per Humbug ai flirt con l’hip hop e l’elettronica per AM. E così il giovane Turner è diventato uomo, ha riposto la sua Stratocaster Mexico Standard nella custodia e pigiato i tasti di uno Steinway Vertegrand regalatogli un paio di anni fa da un amico. E proprio al piano, nella sua casa di Los Angeles, sono nate le canzoni del nuovo disco. Ed è subito shock.
 
Perché già dall’attacco dell’apripista Star Treating si intuisce che non sarà il classico disco à l’Arctic Monkeys. Si viene catapultati nel tempo, con gli omaggi a Serge Gainsbourg (American Sports), David Bowie (Tranquility Base Hotel & Casino, Four Out of Five), Burt Bacharach (The Ultracheese), Brian Wilson (Golden Trunks, The World’s First Ever Monster Truck Front Flip) e alle colonne sonore di vecchi film di spionaggio (Science Fiction, Batphone). I riff taglienti e I ritornelli da capogiro sembrano un lontano ricordo. Le tematiche principali vanno dalla critica agli aspetti controversi della tecnologia alla fantascienza, in mezzo perfino una bizzarra storia sul “leader del mondo libero” (Donald Trump?) travestito da wrestler.
 
Ma come avranno preso questo cambio di rotta i fan delle “scimmie”? C’è una forte spaccatura tra chi lo considera il giusto risultato della crescita della band e chi accusa una certa fiacchezza compositiva di un “tirannico” Turner. Una divisione annunciata, perché al netto dell’ottima qualità musicale, Tranquility Base Hotel & Casino è un disco che all’inizio disorienta ma che si lascia conquistare col tempo. I cambiamenti possono spaventare, ma in un percorso artistico importante “si cambia, per non morire”.
 
Musicalmente, s’intende.
 

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