22/01/2015

Emanuele Belloni

Jazz e Brasile nel cuore di Roma
Ci sono cuori che appartengono spiritualmente a luoghi lontani, anche se i loro possessori sono nati e cresciuti in una città, un paese, un continente diverso. È il caso di Emanuele Belloni, cantautore scopertosi tale a 42 anni, dopo l’incontro con i sapori della musica brasiliana. Nel 2013 è stato pubblicato il suo primo album, E sei arrivata tu, e da quel momento non si è più fermato – un treno come quello che campeggia sulla copertina del disco. Per lui, questo nuovo anno coincide con l’inizio di una residenza presso uno storico locale jazz di Roma, l’Alexanderplatz: sei date in tutto fino a maggio, con la prima, domenica 11 gennaio, già archiviata con successo.
 
L’artista, accompagnandosi con la sua sei corde, ha passato in rassegna i brani del proprio debutto discografico, proponendoli in versioni molto essenziali e ancora più vicine allo stile bossa nova rispetto alle registrazioni in studio – anche grazie al contributo di due eccellenti musicisti come Michele Ascolese alla chitarra e Lucrezio De Seta alla batteria. Belloni non ha comunque voluto rinunciare ad alcune sorprese; in scaletta, per esempio, è stata inserita una versione del classico di Paolo Conte Via con me; inoltre, hanno trovato spazio anche tre inediti assoluti, ai quali l’artista ha dedicato alcune parole d’introduzione. “Una canzone che non esiste; è nell’aere, come diceva Troisi, e forse un giorno arriverà in un nuovo disco”: questa la sua personale descrizione di Tutto sbagliato, eseguita all’inizio del secondo set. Verso la fine della serata, poi, arriva Gendarmerie, una canzone che “una settimana fa avrebbe avuto un tono, un sapore diverso. Ma con quello che è successo a Parigi e che ci ha toccati tutti…”. È un brano, si perdoni il gioco di parole, ironicamente ironico, visto che i tristemente noti eventi del “Charlie Hebdo” sono scaturiti proprio dall’eccessiva ironia del giornale satirico transalpino. Infine, come bis, quasi a proseguire il discorso della composizione precedente, Le tre scimmie: “Tre, un po’ come noi tre musicisti,Un po’ come tutti noi; una che non vede, una che non sente e una che non parla”.
 
L’appuntamento, a questo punto, è per il prossimo 8 febbraio, seconda data delle sei previste. Ospiti speciali, in quell’occasione, saranno il fiatista Alessandro Papotto e, nuovamente, Lucrezio De Seta.
 

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