22/01/2015

Quintorigo

Quintorigo & Roberto Gatto Play Zappa. Al Blue Note il primo concerto dopo la registrazione del nuovo album “Around Zappa”
“Un compositore è quel tipo di persona che se ne va in giro imponendo la propria volontà ad ignare molecole d’aria, spesso assistito nel suo agire da ignari musicisti”. Eletto cicerone della serata, il sassofonista Valentino Bianchi scherza servendosi della pungente ironia di Frank Zappa, mentre conduce il pubblico attraverso il percorso di Quintorigo & Roberto Gatto Play Frank Zappa.
Proposto il 14 dicembre al Blue Note di Milano, lo spettacolo vuole essere “un sentito, onesto, filologico e sperimentale ringraziamento a Frank Zappa” cercando, attraverso un’accurata selezione tra i brani del Duca delle Prugne, di offrire uno spaccato della sua complessa carriera e una riscoperta delle sue straordinarie opere.
 
Come ammesso dagli stessi Quintorigo, i pezzi di Zappa sono da sempre una delle influenze principali per la loro musica. Già da anni quindi aleggiava nell’aria l’idea di un progetto simile, che ha immediatamente assunto concretezza quando il batterista jazz Roberto Gatto, chiacchierando con la band, ha espresso il suo rammarico di non aver mai avuto occasione di eseguire le opere del musicista di Baltimora.
Le prime rivisitazioni dei brani di Zappa hanno così debuttato a maggio in Trilogy, show nel quale venivano affiancate a quelle dei progetti Play Mingus e Quintorigo Experience – quest’ultima avventura riportata alla mente durante il concerto dalla t-shirt del contrabbassista Stefano Ricci, con impresso il volto di Jimi. Pochi giorni fa si sono poi finalmente concluse le registrazioni dell’album Around Zappa, in uscita a breve.
I Quintorigo scoprono subito le carte con Uncle Meat, che si collega a una splendida Peaches En Regalia. Due strumentali che già trasformano la curiosità iniziale in un piacevole stupore, mentre il cantante Moris Pradella raggiunge il resto della band sul palco.
 
Partendo dal venditore ciarlatano del blues Cosmik Debris si va giù per i campi di filo interdentale di Montana; poi una piccola sosta di riflessione sulla saggezza eschimese in Don’t Eat The Yellow Snow, passando prima per i ritmi reggae di Lucille Has Messed My Mind Up e la fusion di King Kong, per arrivare alla bellissima Uncle Remus introdotta dal violino di Andrea Costa e a Big Swifty. La manciata di secondi di Igor’s Boogie prepara il terreno alla parentesi più malinconica di Black Napkins, dominata da Gionata Costa che grazie agli effetti prende in prestito il carisma di un’elettrica, unendolo all’espressività del violoncello. Il quadretto di Village Of The Sun, nel quale Zappa ricorda Palmdale in California, la cittadina dove ha fatto le superiori, preannuncia un finale con il botto, Echidna’s Arf (Of You) e Zomby Woof.
 
Con Roberto Gatto, i Quintorigo si dimostrano ancora una volta musicisti d’eccezione, intascando senza riserve il calorosissimo consenso del pubblico. Gli arrangiamenti raffinati riescono a rispettare lo spirito dei brani, rileggendoli con sonorità originali e plasmando pregiate intessiture, senza tenere a freno la vena sperimentale che da sempre caratterizza la formazione. Per il complesso è stato un lavoro lungo e certosino, ma i risultati si vedono; difficile stabilire quali siano le tappe migliori, nel viaggio che i Quintorigo offrono attraverso il folle eppur lucidissimo immaginario di Zappa.

Aspettando le prossime date del 28 e 29 dicembre a Orvieto per l’Umbria Jazz Winter, invito caldamente chi si fosse perso il concerto all’ascolto di Around Zappa, imperdibile per gli appassionati ma consigliato a tutti.
Se potesse sentirli, Zappa sarebbe davvero soddisfatto di ciò che hanno fatto i Quintorigo, per nulla ignari, del suo eccezionale mucchietto di molecole d’aria.
 

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