03/06/2013

Roger Hodgson

Il pubblico, compresa una nutrita pattuglia di italiani, abbraccia calorosamente l’ex Supertramp

Colpisce sempre vedere il numero di italiani che sbarcano a Londra per non perdersi il concerto di un artista la cui musica ha attecchito più in Italia che in Inghilterra. Non è esattamente questo il caso visto che Rodger Hodgson e i suoi Supertramp hanno riscosso un successo globale, ma la percentuale di connazionali presente alla sua unica data londinese è degna di menzione.

Il Breakfast In America Tour approda nell’affascinante Royal Albert Hall per una serata ricca di bei momenti, avvolto dall’enorme, caloroso abbraccio dei fan, un amore quasi viscerale. Dreamer non consente ai più di restare ancorati alle poltrone e il sottopalco diventa la meta di buona parte della platea. It’s Raining Again è l’ultimo bis della serata e tra le tante mani alzate spunta anche un ombrello, mentre l’intro di Sister Moonshine viene fischiettato dall’intero teatro. Per tutto il concerto si percepisce un amore profondo, incondizionato, da parte dei presenti nei confronti di Hodgson; ci si volta e si incontrano volti persi dentro qualche ricordo legato al brano in esecuzione, che sia Breakfast In America o Give A Little Bit.

Il concerto è basato sulle composizioni dei Supertramp, ma uno dei momenti in assoluto più belli della serata è l’esecuzione di Death And A Zoo dal disco solista Open The Door, lungo viaggio in varie culture musicali dove emerge la versatilità del multistrumentista Aaron MacDonald, vera e propria rivelazione della serata. Musicista in grado di incorniciare al meglio ogni brano, MacDonald alterna fiati e tastiere (tra le quali la melodica) e alcuni strumenti a percussione: è incantevole vederlo districarsi nel suo piccolo ma trafficato “angolo giochi”. Dall’altro lato del palco Hodgson cammina delineando un triangolo tra tastiere, pianoforte e chitarra a dodici corde.

Alla fine saranno ventidue i brani suonati, una lunga carrellata attraverso la migliore storia dei Supertramp: dall’immaginifica Fool’s Overture all’ascesa di Child Of Vision, con l’inizio riservato a Take The Long Way Home. Roger è in grandissima forma e la serata ha confermato ancora una volta le sue grandi doti compositive, messe ulteriormente in risalto dai musicisti che lo accompagnano in questo Breakfast In America Tour.

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