16/10/2015

Toquinho & Friends

Un po’ per gioco, un po’ per nostalgia. Per due giorni sul palco del Teatro Manzoni il chitarrista brasiliano ha duettato con due ospiti d’eccezione
Un amore viscerale quello per l’Italia e in quanto tale piacevole da celebrare sul palco di un Paese che per lui è sempre stato una seconda patria.
Toquinho si è infatti esibito sul palco del Teatro Manzoni insieme ad Ornella Vanoni e ad Alex Britti rispettivamente il 6 ed il 7 ottobre.
 
Ad aprire il concerto è il suono della sua chitarra classica, fedele compagna di ogni maestro della bossa nova. Il pittore dell’acquerello tanto caro al pubblico italiano ha incontrato la platea tra i virtuosismi di mani sapienti, gli aneddoti sui grandi amici e colleghi Vinícius De Moraes, Chico Buarque e Tom Jobim e i duetti con due ospiti speciali.
Ornella Vanoni, si sa, è una complice di vecchia data. Insieme alla sua schiettezza e intramontabile ironia ha portato sul palco “la voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria” che a quasi quarant’anni di distanza dalla pubblicazione dell’album col medesimo titolo sembrano essere ancora gli ingredienti per un perfetto connubio vocale tipico della musica brasiliana. Oltre alle loro voci a sposarsi magicamente è anche l’anima di due artisti che sanno viaggiare tra sambe malinconiche e allegria carnevalesca, che si inchina alla “tristezza” e le chiede “per favore vai via”. Per ricordare la storica collaborazione discografica i due vecchi amici, oltre a reinterpretare la samba di Napoli, Anema e core, e i classici La voglia la pazziaSamba per Vinicius e Tristezza, hanno voluto ricordare i bei momenti passati nella casa al mare di Ornella, dove insieme al poeta Vinícius De Moraes la cultura musicale brasiliana ha incrociato fatalmente la tenuità della voce della cantante della mala.
È proprio sul duetto della reiterata Tristezza, che Toquinho congeda il pubblico per riaccoglierlo la sera dopo insieme ad Alex Britti. Quella con il chitarrista romano è una serata un po’ diversa, più intimista e commovente. A commuovere infatti è la tensione di un giovane chitarrista sentitamente emozionato di poter condividere per la prima volta il palco con uno dei suoi più grandi idoli. Si sono conosciuti personalmente poche ore prima di andare in scena, ma non tradiscono per questo la loro professionalità. Sulle note della dolce Una su un milione di Britti inizia il tenero duetto tra due chitarre imbarazzate ma consapevoli che si incontrano per la prima volta. Poi Toquinho lascia il palco a Britti che sempre con l’umiltà di un semplice ospite regala un po’ del suo repertorio: Lo zingaro felice e un’intensa versione di Oggi sono io. Al rientro del “poeta vagabundo”, allievo e maestro, ormai complici, scambiandosi parti ritmiche e assoli improvvisati hanno regalato al pubblico un pezzo della cultura brasiliana chiudendo in perfetto equilibrio con un classico di Chico Buarque O Que Será e un altro successo di Britti Solo una volta.
 

Tra la nostalgia di vecchie collaborazioni artistiche e il gioco di inaspettati dialoghi chitarristici, l’Italia e il Brasile si rincontrano di nuovo per uno scambio elegante e delicato incarnato nella semplice forma di chitarra e voce. Un Toquinho che ha scaldato due serate autunnali milanesi come sempre con tanta musica e tanta poesia.
 

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