27/06/2013

Volo magico

Un libro monumentale racconta anno per anno la storia illustrata del progressive italiano negli anni ’70

Cominciamo dai numeri: 600 pagine a colori formato 25×29 (insomma, un foglio A/4 più largo di circa 5 cm) inserite in una custodia rigida che aiuta a preservare l’integrità di un vero e proprio tesoro. Impressionante sforzo editoriale, da lasciare senza fiato i tanti appassionati del progressivo italiano degli anni ’70, Volo magico (titolo da un celebre album di Claudio Rocchi, autore della prefazione) ripercorre la storia della prima volta (anzi l’unica) in cui il rock italiano ebbe la forza di alzare la testa e porsi, con dignità e autorevolezza, come fenomeno a sé rispetto allo sciovinismo anglo-americano. Certo, anche in quel caso l’influenza inglese fu a dir poco dirompente (King Crimson, Genesis, Yes e Jethro Tull fra i tanti ispiratori), ma i musicisti italiani seppero aggiungere forti matrici folk e mediterranee e confezionare quindi una roba più matura rispetto al pur interessantissimo fenomeno beat che aveva contraddistinto l’ancora imberbe rock italiano fino a poco prima (non a caso gruppi come Orme, New Trolls e Formula 3 arrivavano proprio da lì).

A quella indimenticabile stagione, ancora oggi rispettata da tantissimi appassionati in tutto il mondo, è dedicato questo libro, il cui pregio maggiore è la completezza. Brizi affronta la materia col piglio dello storico, del critico e del collezionista allo stesso tempo e così, dopo l’analisi iniziale di Innocenzo Reni, realizza una sorta di enciclopedia che include, per ogni anno dal 1970 al 1977, una cronologia degli eventi e le recensioni di tutti i dischi (lp e 45 giri) usciti, comprensivi di copertine, numero di catalogo e livello di rarità (espresso in pallini). Sì, perché quella scena è anche, a tutt’oggi, terreno di caccia per miriadi di collezionisti, che vendono a peso d’oro le loro chicche stimolati dall’enorme interesse dei (soliti) giapponesi, che sin dalla fine degli anni ’80 hanno fatto da propellente a una prima riscoperta di tanti dischi oscuri (e conseguentemente alle prime ristampe su cd).

Il corpo centrale di ciascun capitolo è però quello più corposo: l’iconografia. Proprietario, evidentemente, di un archivio sconfinato, Brizi pubblica qui tutto il materiale in suo possesso: poster accuratamente dispiegati e fotografati, locandine, memorabilia di ogni tipo e specialmente le riproduzioni degli articoli dei giornali della ricca (e coloratissima!) stampa dell’epoca: Giovani, Qui Giovani, Muzak, Super Sound, Nuovo Sound, ma soprattutto Ciao 2001, straordinario bacino di informazione e aggregazione culturale del tempo. Questa sezione è il pezzo forte del libro, anche se la peraltro obbligata scelta di raggruppare quattro pagine di giornale per ogni pagina di libro va a discapito della leggibilità. Una piccola osservazione che non toglie a Volo magico il titolo di monumento al prog rock tricolore: un must per gli appassionati.

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