Se riesci a dipingere con il pennello, allora puoi farlo anche con le parole.” Così, nei primi anni 50, un professore di lettere della Queen Elizabeth School di Saskatoon, un certo Kratzman, provò a incoraggiare una ragazzina (perfettamente a suo agio con tele e colori ma piuttosto timida nell’espressione verbale) a mettere su carta le proprie emozioni. Quella medesima studentessa canadese, Roberta Joan Anderson, circa quindici anni dopo, nel 1968, non dimenticò il prezioso consiglio. Tanto da dedicare al vecchio professore il suo primo album. “A Mr. Kratzman che mi ha insegnato ad amare le parole” recita, infatti, la frase stampata in coda alle note di copertina di Song To A Seagull, disco di debutto di Joni Mitchell (alias Roberta Joan Anderson, appunto).
Ora, qualcuno potrebbe pensare: se una pittrice come Joni è diventata la più brava e significativa songwriter del Novecento perché non potrebbe valere il contrario? E, cioè, che un musicista riesca a trasformarsi in apprezzato pittore?
Così, almeno, verrebbe da dire osservando quanti musicisti, di ieri e oggi, abbiano voluto esprimersi attraverso la tavolozza.
Con risultati, ovviamente, diversi. Anche perché diversi sono i casi in questione.
Pochi, a dire il vero, sono quelli, come la Mitchell, realmente partiti dalla pittura. Molti ci sono arrivati in un secondo tempo, altri hanno semplicemente affiancato un hobby gratificante alla loro vera professione. Altri ancora (la maggior parte, temo.) hanno pensato di capitalizzare in modo simpatico e originale la loro fama/popolarità.
Eppure, se gli schizzi di John Lennon, Bob Dylan, Jim Morrison o Jimi Hendrix non possono (obiettivamente) essere considerati dipinti veri e propri, se i quadri di Grace Slick o le divagazioni pittoriche di Jerry Garcia hanno valore (sostiene qualcuno) solo per la firma che sta in basso a destra, alcune opere di Miles Davis, Ron Wood, David Bowie, Leonard Cohen o Patti Smith attestano (almeno, così mi dicono) una vena artistica indiscutibile. Tanto che, proprio i quadri dei suddetti artisti vengono regolarmente esposti (e venduti) in gallerie d’arte più o meno specializzate.
Addirittura specializzatissima è la hawaiana Célébrités (www.celebrityfineart.com) che ha due sedi (Lahaina e Wailea) entrambe locate nella meravigliosa isola di Maui. Lì – grazie all’intuizione e alle amicizie ‘altorockate’ (Rolling Stones e Paul McCartney su tutti) di un appassionato cittadino francese trasferitosi nelle ‘isole del Paradiso’ – chi ha la fortuna di entrare rimane basito di fronte ai quadri degli artisti residenti di Célébrités: David Bowie, Carlos Santana, Ron Wood, Miles Davis, Tony Bennet.
Non solo.
L’astuto Gerard (il fondatore/proprietario di Célébrités) ha pure avuto la brillante idea di affiancare a queste opere originali dipinti di autentici maestri del pennello (Picasso, Dalì, Chagall). Ma anche affascinanti memorabilia rock, alcuni dei quali veri e propri pezzi da collezione. Poi, se qualche amico celebre (pure lui residente a Maui, come Carlos Santana) gli regala una sua tela o qualche altro gli ‘autografa’ una sua foto. zac, lui pone furbescamente il tutto in vetrina.
I prezzi, ovviamente, sono da capogiro e prescindono dal valore reale del quadro. Anche nella migliore delle ipotesi, infatti, la firma (da sola) vale il 75% del prezzo dell’opera. Anche se, spesso, a ciò si deve aggiungere il soggetto, autentico valore aggiunto del dipinto.
I quadri di Ronnie Wood, ad esempio, ritraggono nella maggior parte dei casi colleghi rockstar quando non autoritratti dello stesso chitarrista degli Stones. E pure questo serve a tirar su il valore del quadro. Lo ha capito molto bene Grace Slick (vedi Good Vibrations su JAM 99) i cui soggetti preferiti sono Janis Joplin, Jim Morrison, Jimi Hendrix, Jerry Garcia, Brian Jones: tutte icone leggendarie del Paradiso del Rock.
La domanda è: secondo voi, i soggetti immortalati gradirebbero tutto ciò?
Per dirvela tutta, non so quanto Janis Joplin, ad esempio, sarebbe orgogliosa del ritratto (alquanto scadente) che le ha fatto la sua vecchia amica Grace Slick. Sono invece sicuro che se Janis vedesse un altro suo ritratto fattole recentemente da un italiano (che non è una rockstar né tanto meno una celebrità) resterebbe di stucco.
L’artista in questione (perché di vera arte, in questo caso, si tratta) si chiama Carlo Montana. Viene da un paese della bassa milanese (Zibido San Giacomo) ed è cresciuto ascoltando la musica dei rocker che ama immortalare.
“La musica è un’ispirazione costante”, ci tiene a sottolineare, “e dà – se così posso dire – il ritmo alla mia pittura. Quando dipingo ho sempre un sottofondo musicale che mi aiuta nella creatività e nella realizzazione delle mie opere.”
Ho avuto la fortuna di incontrare Carlo Montana poco tempo fa. E l’ho immediatamente coinvolto in un progetto artistico. Ho capito subito che dietro di lui non c’era soltanto la comune passione per la musica, quanto un vero e proprio spirito rock che veniva trasmesso con forza e energia attraverso i suoi quadri.
Visitare la sua casa/studio è una piccola, grande esperienza psicosensoriale. E, se siete appassionati di rock, il tutto diventa un’autentica libidine visiva. Un gigantesco ‘murale’ nel quale convivono Richards & Jagger con i Beatles o Neil Young con Kurt Cobain vi accoglie infatti appena mettete piede nel cortile, mentre, una volta entrati all’interno, vi troverete circondati da centinaia di ritratti di leggende del rock, da Bob Dylan a Jimi Hendrix (uno dei più amati), da Brian Jones a Otis Redding.
Dopo aver studiato all’Accademia di Brera ed essere stato considerato uno degli enfant prodige della nuova pittura italiana, Carlo Montana ha rifiutato un ruolo pubblico. La sua arte visiva (che si esprime, sempre, in modo figurativo e che non ritrae solo le rockstar da lui tanto amate) colpisce al cuore. Drammatica, forte, piena di angoscia, necessita solitudine. Ma, soprattutto, non ha ceduto ai compromessi.
Perché, come dice Carlo Montana, “un quadro deve contenere energia vitale”.
Come le canzoni di Bob Dylan o gli assoli di Jimi Hendrix.
Per dare uno sguardo ai ritratti di Carlo Montana visitate prossimamente il nostro sito www.jamonline.it