15/05/2007

Ben Harper

Milano, Filaforum di Assago, 28 ottobre 2003

Se n’è andato dopo due ore e tre quarti di musica. Se n’è andato dopo aver conquistato, sedotto e poi sfinito il pubblico. Ben Harper ha festeggiato il 34esimo compleanno con un concertone che l’ha consacrato tra i nuovi idoli del pubblico italiano – il nostro Paese, per quel che conta, è l’unico al mondo dove il suo ultimo album Diamonds On The Inside è arrivato al numero uno in classifica.

M’è sembrato uno show fatto apposta per i palasport: gli Innocent Criminals (l’imponente bassista Juan Nelson e il pecussionista Leon Mobley: come sempre bravissimi) sono affiancati dal tastierista Jason Yates, dal batterista Oliver Charles e soprattutto dal chitarrista Marc Ford, ex Black Crowes. Il suono, insomma, è bello tosto, più corposo e rock che in passato. Ford suona parecchio e con tocco decisamente retrò. Harper non rinuncia a proporre alcune vecchie ballate in quasi totale solitudine, ma in un posto enorme come il Forum, e davanti a un pubblico catturato soprattutto dalle canzoni di Diamonds, rendono meno del previsto. Per il resto è un successone, un bigino di storia del rock con riferimenti a James Brown e Bob Marley (War è ampiamente citata all’interno di With My Own Two Hands), a Jimi Hendrix e Marvin Gaye (è moscia, però, la versione di Sexual Healing: e per brano che di quello parla, è un delitto). Il gruppo se ne va dopo dieci pezzi e nessuno sa che le canzoni dei bis saranno altrettante. Si chiude con Like A King e I’ll Rise suonate una dietro l’altra e con Harper che, ritto sul palco, alza il pugno destro. Gli spettatori che lo imitano sono meno di quelli che agitano l’accendino.

Un rimpianto ce l’ho: nella nuova dimensione da palazzetto dello sport, lo show di Harper perde intimità e intensità. Io ne ho visti di migliori in passato. I fan, quei criticoni, si lamentano anche per i video fatti su misura per Mtv, per i passaggi televisivi, per le concessioni al commercio, per le melodie orecchiabili. Perché il motivetto di Diamonds On The Inside lo citano pure quegli anticristi di Sarabanda. I curatori di benharperitaly.net sono arrivati persino a oscurare il proprio sito, annunciando che “in attesa che Ben Harper ritrovi qualcosa di impegnato da dire, benharperitaly.net lo boicotta affettivamente, impegnandosi a. non dire nulla”. Io dico: fossero tutti così gli artisti di successo, la musica popolare non sarebbe lo schifo che è.

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