15/05/2007

Mark Knopfler

The Ragpicker’s Dream – Mercury/Universal

Che Mark Knopfler sarebbe riuscito a crearsi come artista solista non solo un’identità forte, ma anche un seguito folto non era mica scontato. E invece il secondo disco solista dell’ex Dire Straits, Sailing To Philadelphia, ha venduto la bellezza di 3 milioni e mezzo di copie, muovendo il catalogo di altri di 2 milioni di pezzi. Se già in quel disco Mark metteva da parte le schitarrate alla Money For Nothing per esplorare gli antichi amori folk e country, con The Ragpicker’s Dream l’ex Dire Straits ha inciso il suo album più scarno, acustico, demodé. Non scordiamo che Sailing To Philadelphia era stato comunque lanciato da una canzone rock in puro stile Dire Straits come What It Is, mentre Ragpicker’s Dream non offre facili vie d’accesso: o ti piacciono quelle atmosfere, e allora ne apprezzi la fattura sopraffina, o ti annoia. Anche il primo singolo, Why Aye Man, profuma di folk lontano un miglio, con quel coro (“why aye man”, un’espressione del nord Inghilterra equivalente a “well, of course”) che agita una melodia dylaniana d’antan.

Il tono dimesso di alcune canzoni – penso ad esempio a Devil Baby, con un delizioso intreccio di strumenti acustici ed elettrici, ma dal tema ‘forte’: la spettacolarizzazione delle bizzarrie umane nei reality show televisivi – significa sì un arretramento di posizioni sul fronte rock, ma anche un affinamento dello stile acustico di Knopfler, mai così in evidenza. Ad arricchire canzoni nate sulla Martin è grosso modo il gruppo che ha accompagnato Mark nel tour di Sailing To Philadelphia. Deliziose le rifiniture di bouzouki, violino e pedal steel.

Un disco di rottura? Non proprio. Questo non è un album folk, ma un lavoro indiscutibilmente ‘knopfleriano’. Diciamo che The Ragpicker’s Dream è il disco nel quale il chitarrista dà sfogo a vecchie passioni. Due esempi: Daddy’s Gone To Knoxville poteva tranquillamente apparire nel disco dei Notting Hillbillies di 10 anni fa, mentre Quality Shoe pare uscita dalle session di Mark con Chet Atkins. Spiccano Fare Thee Well Northumberland che mischia sapori rurali d’America e d’Inghilterra e ha una melodia che potrebbe essere di centinaia d’anni fa, una folk song acustica con una bella prova canora di Mark intitolata Marble Town, la poetica The Ragpicker’s Dream. Sono meno incisivi i mid tempo rock come Coyote o You Don’t Know You’re Born. Rock che, va detto, fa capolino qua e là. Con quelle note centellinate di chitarra elettrica, ad esempio, il break chitarristico della stessa Why Aye Man ricorda il momento più lento e malinconico di Tunnel Of Love. La nostalgica A Place Where We Used To Live è invece lenta, disadorna e atmosferica, con note di piano distribuite alla spicciolata, la finale Old Pigweed è un quadretto melodico d’una semplicità incantevole.

La debordante personalità artistica di Knopfler rende The Ragpicker’s Dream un omaggio personalissimo e stilisticamente impeccabile a musiche e mondi in via d’estinzione. Consigliato agli amanti del lato meno pop dei Dire Straits e a chi ha seguito con piacere il revival di country & folk degli ultimi anni, rende ai nostri occhi Knopfler un musicista ancora vivo e curioso. Non è un esercizio di stile di una rockstar invecchiata male, ma un atto d’amore d’un musicista 53enne che non ha ancora smesso di porsi domande sul significato e sulle radici della propria arte. Da gustare centellinandolo, sfumatura dopo sfumatura.

(Esiste una versione limitata dell’album con un secondo cd live registrato tra il 2001 e il 2002 e contenente i seguenti brani: Why Aye Man, Quality Shoe, Sailing To Philadelphia, Brothers In Arms. Il dischetto contiene anche il video di Why Aye Man, nella versione suonata nel luglio 2002 allo Shepherds Bush Empire. Esistono varie versioni del singolo di Why Aye Man. Quella più ricca contiene l’inedita Small Potatoes oltre a So Far Away e Speedway At Nazareth dal vivo.)

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Voto: 7,5
Perché: sebbene tre o quattro canzoni non siano all’altezza, è un omaggio alle radici country & folk fatto con buon gusto e raffinatezza. Un disco senza tempo.

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