27/10/2017

Matt Andersen

A Honest Man On Fire
(Foto: John Fearnall/Good Noise Photography)
 
Un bluesman che non beve whisky, ma solo acqua, alla fine di ogni brano. Matt Andersen, è per la prima volta su un palco italiano. Il palco è quello della Salumeria della Musica, e Matt sembra essere a suo agio, confidenziale come se si trattasse di una session nel soggiorno di casa sua.
 
È un uomo onesto, come il titolo del suo ultimo album. Una presenza imponente, come la sua vocalità che ha toccato le corde di diversi generi, alternando ballad delicate, come Coal Mining Blues, a un sound più roots, come quello di Honest Man, la title track dell’ultimo disco, con un’armonia che ha tenuto il pubblico incollato alle sedie, alle scale e persino al pavimento.
I suoi testi sono semplici e diretti, e le sue canzoni talmente orecchiabili che al secondo ritornello è quasi impossibile non cantare con lui. È successo con quasi tutti i brani, ma soprattutto con Round And Round e Lost My Way .
Un omone tutto d’un pezzo e la sua chitarra hanno suonato per più di un’ora e mezza tirando fuori molteplici sfumature, ora graffianti come il blues delle origini, ora dolci e delicate come il pop più romantico di Quiet Company.
Matt racconta storie su come nascono le sue canzoni e poi la musica fa il resto. A impressionare è sicuramente la sua voce, a tratti bitonale, vocalizzi d’oltreoceano da lasciare senza fiato, ma anche la padronanza di un solo strumento che riesce a far sentire anche gli strumenti che non ci sono.
Nella sua unica data italiana, Matt Andersen ha portato sul palco brani estratti non solo dal suo ultimo album Honest Man. Ci ha regalato infatti degli assaggi di tutto il suo percorso, compresi i suoi ascolti. Durante lo show c’è stato spazio anche per due cover: con la prima, Ain’t No Sunshine, ha dato sfoggio della sua talentuosa vocalità; con la seconda, I’m On Fire, della sua toccante sensibilità.
 
E con il brano di Springsteen, che, dice, avrebbe voluto scrivere lui, si è conclusa una di quelle performance che l’Italia dovrebbe ospitare più spesso.
L’universo del one man band canadese è soul, nella più profonda accezione di anima.
Un universo vario, maturo e consapevole quello di Matt Andersen, la cui sensibilità ha di sicuro colpito il popolo del web con i suoi oltre dieci milioni di visualizzazioni su YouTube, ma di sicuro anche quello di Milano, lo scorso martedì alla Salumeria della Musica.
 
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