24/03/2015

Myles Sanko

Live esplosivo e intenso per la nuova promessa del soul britannico
“I believe in me, so I keep on dreaming”. E Myles Sanko non potrebbe sembrare più sicuro di sé, mentre vive il suo sogno cantando in un completo scuro sotto la luce dei riflettori del Blue Note.
 
La nuova promessa del soul britannico, che si è imposta all’attenzione internazionale fin dal suo primo album Forever Dreaming, seguito di un altrettanto valido EP, Born In Black & White, la sera del 19 marzo ha regalato al pubblico del locale un live esplosivo e intenso.
La serata parte subito carica con High On You e Shooting Star. Dopo aver mandato poi tromba e sassofono dietro le quinte, si fa strada la più romantica My Inspiration.
Sanko dimostra di aver imparato bene la lezione dei mostri sacri del soul, senza nascondere la propria ammirazione e il suo debito verso figure come James Brown, Al Green o Otis Redding.
Sono anzi talmente presenti, che il cantante racconta alla sala di portarsi appresso ovunque una borsa invisibile piena dei dischi che lo hanno segnato. Da lì finge di estrarre alcuni pezzi storici che fa suonare alla sua band, Lovely Day di Bill Withers e le apprezzatissime Take Me To The River di Green e Mercy, Mercy Me di Marvin Gaye.
Il concerto è un crescendo continuo e Sanko conquista gradualmente il suo pubblico. Prima lo trascina con la sua musica fatta di funk, soul e jazz, poi lo seduce sfoggiando tutti i passi e le movenze del suo repertorio da soul singer. Il massimo del coinvolgimento si raggiunge però quando Sanko trasforma la platea nel suo “Milano Soul Choir”, riuscendo così a trasmettere tutta l’energia e la carica emozionale dei suoi brani. Addirittura in Come On Home invita i presenti a cantare il ritornello del brano “I need you more than you know” rivolgendosi alla persona al proprio fianco.
Il concerto propone una vasta selezione delle canzoni di Sanko, come Distant From You, Don’t Let Me Down, Save My Soul e un altro lento senza i fiati, So Much Indeed.
I brani scelti per il congedo sono la travolgente So Hard To Stop e Forever Dreaming.
 
La band viene infine richiamata dall’acclamazione del pubblico, che si trasforma in una standing ovation dopo il bis Goodbye Lady Goodbye, durante la quale ciascuno dei sei musicisti porge il proprio ringraziamento alla sala con un assolo.

 

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