04/10/2017

Sento Doppio – Una ricerca difficilmente classificabile ma divertente per John De Leo e Fabrizio Puglisi (e per chi ascolta)

Il duo ha presentato il suo nuovo album presso lo Showroom Fazioli di Milano
Il loro nuovo album uscirà su Carosello Records in versione cd e vinile il prossimo 6 ottobre. E avrà addirittura una copertina stampata con inchiostro termosensibile, un inchiostro cioè che reagisce al tatto delle dita o alle fonti di calore in generale, facendo sì che la copertina stessa non sia più visibile o cambi colore.
Anche per questo motivo, il lavoro si intitola Sento Doppio ed è il nuovo album di John De Leo e Fabrizio Puglisi.
Due background musicali differenti, con tanti punti di incontro tra parti scritte e improvvisazioni di vario genere, che per la prima volta hanno condiviso un palco nel 2012. Nell’ultimo anno John e Fabrizio hanno provato più spesso insieme, fino ad arrivare a Sento Doppio, e soprattutto i due hanno proseguito insieme la loro ricerca musicale, difficilmente classificabile ma divertente, come emerso nel corso della presentazione alla stampa del loro nuovo album, avvenuta ieri presso lo Showroom Fazioli di Milano.
 
L’incontro è iniziato con una breve chiacchierata condotta da Maurizio Principato di Radio Popolare.
«Io penso che i ruoli si confondano e, al di là di ogni retorica, si compenetrino – dice John De Leo nelle prime battute. – Non è un disco mio e credo che il mio socio possa dire altrettanto. Questa distanza ravvicinata non può essere soltanto di due musicisti, perché inevitabilmente entrano in ballo i nostri bagagli musicali, ma anche l’umanità e la visione del mondo. Il duo avvicina i musicisti e le persone».
«Io e John non ci siamo rifatti a nessun modello preesistente – spiega invece Fabrizio Puglisi. – Il duo pianoforte e voce ha grandissima letteratura e storia e noi abbiamo cercato di affrancarci da quello che avevamo già nelle orecchie.
Siamo molto lontani da quello che è la voce come canto e il pianoforte come sfondo o come accompagnamento. C’è anche la forma-canzone, c’è anche questo aspetto più tradizionale, ma, per chi non sa che siamo un duo voce e pianoforte, ci sono punti in cui non si riconoscono John con la sua voce e me con il mio pianoforte».
 
«L’aspetto che abbiamo in comune è quello di allontanarci dal tema principale e vedere un po’ dove si va a finire, perché la musica che si produrrà stasera accadrà solo qui, per dirne una» aggiunge John… e poi inizia lo showcase.
Una performance davvero unica di questi due artisti, che eseguono alcuni brani da Sento Doppio, a partire dal medley Big Stuff /Naima (L. Bernstein / J. Coltrane), per chiudere con Vago Svanendo, pezzo che dà il titolo all’album del 2007 di John De Leo. In mezzo c’è spazio per i live looping sampler e altri effetti sulla voce di John, che impreziosiscono ulteriormente la solita estensione vocale e la sua proverbiale padronanza della voce.
E poi c’è Puglisi che nel frattempo fa suonare carillion, campanelle e vari oggetti, perché, come diceva all’inizio, «a me piace utilizzare tutte le possibilità più estreme del pianoforte, spesso usando preparazioni o inserendo oggetti nella cordiera per far diventare il pianoforte uno strumento etnico o uno strumento a percussione».
Una sperimentazione senz’altro presente, ma da non intendere in maniera “ossessiva o intellettuale”, perché sembra un gioco. «I giochi che usiamo noi sono poco tecnologici, tante volte sono poveri – dichiara il pianista. – È bello mettere in contrasto questo bellissimo pianoforte Fazioli con la ranocchia! Secondo me, pur nell’apparente distanza che c’è tra loro, c’è qualcosa che li lega o almeno me lo auguro».
 
John De Leo e Fabrizio Puglisi presenteranno Sento Doppio in due live, organizzati da BPM Concerti e in programma rispettivamente il 6 ottobre a Firenze (Genius Loci, Santa Croce c/o Chiostro del Brunelleschi) e l’11 novembre a Frattamaggiore (Sound Music Club).
 
L’album dei due artisti ha anche un sottotitolo, Musiche Dell’Errore e Altri Fonosimbolismi Antiregime, e Puglisi lo motiva spiegando che tante volte l’errore c’è o ci può essere nelle loro improvvisazioni, ma è quello che spinge entrambi ad andare oltre e a sperimentare. Ecco perché parla di un errore che per loro è “fecondo” a differenza di altri contesti.
Il resto del sottotitolo, invece, è stato voluto da John: «”Fonosimbolismi” credo siano tutti questi rumori che produciamo sia io che lui e speriamo siano suggestioni oltre le parole, “Antiregime” perché fondamentalmente non sono convenzionali.
Noi non perpetriamo l’errore, ma parte di questa esperienza, di questo gioco, è così».
Un “gioco” difficilmente classificabile, che al primo ascolto può sembrare avulso da qualsiasi contesto, ma che, in seguito e soprattutto immaginando o ammirando i due artisti dal vivo, risulta singolare e davvero divertente.
 

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