22/03/2007

Sonic Youth

L’avventura sonica continua

Ogni volta che i Sonic Youth pubblicano un nuovo lavoro non si sa mai cosa aspettarsi esattamente. Nel corso di una carriera ventennale hanno saputo esplorare ogni singolo anfratto che il rock ‘disturbato’ possa offrire, senza porsi alcuna preclusione di sorta. Ed anche in quest’occasione, ne siamo certi, il nuovo album Sonic Nurse saprà stupire, e dimostrerà perché l’avventura sonica cominciata più di vent’anni fa è destinata a durare ancora a lungo.

Ho appena ascoltato l’advanced di Sonic Nurse: è la versione definitiva (l’intervista si è svolta ad aprile, nda)?
Credo proprio di sì, e se non lo è, di sicuro è molto vicina a quella che si comprerà nei negozi.

Avete registrato Sonic Nurse negli studi di Murray Street (gli studi di proprietà della band, dove è stato realizzato l’album omonimo del 2002, nda)?
Sì, l’abbiamo creato e prodotto nel nostro studio.

Ancora una volta vi siete avvalsi della collaborazione di Jim O’Rourke.
Ormai sono più di quattro anni che Jim lavora con noi, è diventato a tutti gli effetti un membro stabile della band. Il suo contributo è stato molto importante in passato, così come per la realizzazione di Sonic Nurse. Siamo stati a lungo in quattro nella band, e ora siamo cinque: si tratta di una persona, una voce in più che pensa a come una canzone debba essere, a quale possa essere la struttura migliore, a come funzioni meglio. E lo fa con la stessa mentalità che abbiamo sempre avuto anche noi.

Qual è stata la genesi dell’album?
Ci abbiamo lavorato per circa un anno. Alcune canzoni sono nate da idee e contributi personali che poi sono state sviluppate assieme, altre invece sono nate direttamente in studio, improvvisando e sperimentando diverse soluzioni fino a quando non abbiamo raggiunto il miglior risultato possibile.

A tuo parere c’è un singolo episodio rappresentativo dell’intero disco?
Proprio non posso dirlo, ormai è quasi un anno che lavoriamo su Sonic Nurse, e davvero mi piace ogni singola traccia. È impossibile sceglierne una, è come se si dovesse scegliere il proprio figlio preferito.

Sonic Nurse è un lavoro che sembra avere un andamento molto lineare, uniforme.
È vero, l’abbiamo pensato anche noi, infatti è stato molto difficile trovare una sequenza adatta alle canzoni.

È per questo che avete cambiato l’ordine della track-list più volte?
In realtà non so davvero perché sul nostro sito sia uscita una track-list in quello strano ordine, perché non era mai stata pensata in quel modo (sul website ufficiale della band era apparsa una scaletta che in sostanza invertiva la prima metà dell’album con la seconda, nda).

Comunque sia, Pattern Recognition è un perfetto punto di partenza.
Infatti! Lo penso anch’io.

Che mi dici invece di Peace Attack?
È una canzone dalla struttura molto semplice, una delle prime a cui abbiamo lavorato per Sonic Nurse, infatti l’avevamo già suonata dal vivo durante il nostro ultimo tour, in una versione primitiva; è stata quindi una delle prime canzoni che abbiamo completato. Peace Attack è una presa di posizione molto netta, esprime la nostra reazione e il nostro disgusto per gli avvenimenti politici dell’ultimo anno.

Che cosa ti aspetti dalle elezioni presidenziali del prossimo autunno?
A questo punto credo che la cosa più importante sia di cacciare il signor Bush dalla Casa Bianca, che credo sia un obbiettivo sentito unanimemente da molta gente, anche al di fuori degli Stati Uniti. Ho sentito come la manifestazione che si è tenuta da voi in Italia sia stata particolarmente gremita. Sarà difficile e ci sarà da lavorare duro: intanto terremo incrociate le dita, ma credo sia possibile. Le manifestazioni pacifiste in tutto il mondo di qualche tempo fa sono state un buon segnale in questo senso.

Quando avete realizzato il documentario 1991: The Year That Punk Broke c’era un altro Bush alla Casa Bianca.
È vero, apparentemente la situazione è in qualche modo simile a quella di tredici anni fa: un Bush come presidente e una guerra in Iraq. È molto triste, per tutti noi e per la popolazione irakena.

Ritornando alla musica, quale credi sia stata l’eredità dei gruppi che comparivano in quel documentario?
Non saprei dirti esattamente quale, ma sono più che convinto che Sonic Youth, Dinosaur Jr. e ovviamente Nirvana abbiano esercitato un’influenza piuttosto evidente sulla musica dei gruppi successivi. Inoltre quel video oggi ha anche il valore di una testimonianza storica, perché mette in mostra l’esistenza di una scena, o meglio, la punta d’iceberg di un mondo molto più ampio.

I Sonic Youth hanno sempre cercato di sfruttare la propria popolarità a favore di gruppi ancora sconosciuti: ci puoi fare qualche nome di nuove realtà interessanti?
Mmm. lasciami pensare. In questo periodo mi piacciono molto The Liars, che ritengo un gruppo fantastico, e Yeah Yeah Yeahs. A New York di questi tempi ci sono molte band che hanno un approccio sperimentale molto interessante, ma più che fare dei nomi in particolare mi piace sottolineare l’esistenza di un contesto, dove c’è molto interscambio e interrelazione tra i membri di diverse band che sono tutte accomunate dalla volontà di ricercare nuovi percorsi più originali ed innovativi.

Di recente hai curato un progetto che si chiama Madonna Generation: di cosa si tratta?
È una specie di installazione multimediale in una galleria d’arte qui a New York; l’idea originale in realtà risale all’87, quando stavamo registrando Sister: in sostanza è un’immagine di Madonna presa da una rivista che ho copiato. Poi ho realizzato la copia della copia e così via, per un totale di ventisette volte in tutto; le immagini sono accompagnate da dei contributi video. Poi ho composto un pezzo per una chitarra robotica che si trova nella galleria, e che si chiama anch’essa Madonna Generation.

In definitiva, come giudicheresti Sonic Nurse rispetto alle vostre più recenti produzioni?
Sostanzialmente credo sia la dimostrazione che il nostro percorso non è ancora giunto al termine. Siamo una band che ha già una lunga storia alle spalle, e questa storia continua a crescere. Oggi Sonic Nurse è l’ultimo capitolo, ma è solo un punto d’arrivo temporaneo, una fermata momentanea. Secondo me l’aspetto più importante è che i Sonic Youth siano una band che continua a voler sperimentare e a creare musica nuova: siamo sempre stati rivolti verso quello che ancora non avevamo fatto, piuttosto che guardare a quanto avevamo già realizzato in passato. Questo credo che sia l’essenza dei Sonic Youth: una continua sfida all’idea di cosa un gruppo rock debba o non debba fare. Per esempio nel ’99 abbiamo realizzato Goodbye 20th Century (un doppio album di cover d’avanguardia, da John Cage a Yoko Ono, nda) che secondo me ha rappresentato piuttosto bene la nostra attitudine e le nostre intenzioni, cioè qualcosa che la gente non si aspetta da noi. Lo stesso vale per l’ultimo album, anche se può suonare più tradizionale, con i pezzi che hanno una forma di canzone più convenzionale. Who knows? Magari il prossimo disco sarà un insieme di rumore lungo sessanta minuti, chi può dirlo?

Verrete in tour in Europa?
Ce lo stiamo chiedendo proprio in questi giorni, e ancora non lo sappiamo. Di solito quando esce un disco in questo periodo dell’anno veniamo in Europa d’estate, invece quest’anno andremo in Australia e poi abbiamo già fissato molte date negli Stati Uniti. Ci stiamo proprio chiedendo quando sia il momento più opportuno per venire in Europa, e ovviamente speriamo presto.

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