09/04/2018

Steve Gadd Band

L’inconfondibile groove del batterista americano sul palco del Teatro Ciak di Milano per la prima data del tour
Steve Gadd non ha bisogno di presentazioni. Per dirla alla Chick Corea: «Tutti vorrebbero suonare come Gadd, perché suona in maniera perfetta».
Ieri sera il fenomeno della batteria ha portato la sua infinita classe strumentale sul palco del Teatro Ciak di Milano, insieme agli straordinari musicisti che da qualche anno lo affiancano nel progetto della Steve Gadd Band: Michael Landau alla chitarra, Jimmy Johnson al basso, Kevin Hays al piano e Walt Fowler alla tromba. Se si uniscono insieme tutti i grandi artisti con cui ognuno dei componenti della Steve Gadd Band ha collaborato, quella che viene fuori è un’istantanea dei più grandi protagonisti della storia della musica, dalla metà del secolo scorso ad oggi, e due o tre nomi come Miles Davis, Frank Zappa o John Scofield la dicono lunga in merito.
 
Dopo il grande successo di Way Back Home (Live from Rochester, NY), del 2016, che gli è valso una nomination ai Grammy Awards 2017 come Best Contemporary Instrumental Album, e un tour successivo che ha registrato tutti sold out, lo scorso dicembre Steve Gadd e compagni sono tornati in studio, e il 23 marzo hanno pubblicato il loro quarto lavoro, omonimo. Il tour che accompagnerà il disco è partito proprio ieri sera da Milano, in un teatro non esattamente colmo, ma che ha certamente ospitato un pubblico di grandi amanti e conoscitori, una platea che ha visibilmente apprezzato lo spessore artistico dello spettacolo che è andato in scena.
La Steve Gadd Band è salita sul palco nel buio e nel silenzio della sala, e ha aperto il concerto con due pezzi del nuovo disco, Where Is Earth e I Know, But Tell Me Again. Bastano davvero poche note e qualche minuto per rendersi conto del livello di questi cinque musicisti: una fusione totale tra gli strumenti, una cura maniacale del suono, una scelta impeccabile delle cose da dire attraverso ogni singola nota, un senso metronomico del tempo e la sensazione continua, ascoltando, di passare le mani sul velluto.
Ai pezzi del nuovo disco, tra cui One Point Five, Norma’s Girl e Rat Race, che Steve Gadd introduce puntuale da dietro la sua batteria, la band alterna alcuni brani dei tre lavori precedenti, come The Long Way Home, Sly Boots e la toccante Duke’s Anthem, dedicata all’amico e musicista George Duke, da 70 Strong, e Green Foam, dal primo Gadditude. In chiusura c’è spazio anche per un tributo a Keith Jarrett, con Windup, e uno a Bob Dylan per l’encore con Watch The River Flow, cantato da Kevin Hays.
 
Il prossimo appuntamento con l’inconfondibile groove di Steve Gadd è per stasera al Teatro Giuseppe Verdi di Pordenone, per proseguire poi col tour in giro per l’Italia, tra Roma, Salerno, Bari, Bologna, Bergamo e Torino. Musica live ai massimi livelli.
 
 
Scaletta:
 
Where Is Earth
I Know, But Tell Me Again
The Long Way Home
Green Foam
One Point Five
Norma’s Girl
Rat Race
The Wind Up
Duke’s Anthem
Way Back Home
Sly Boots
Watch The River Flow
 

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