11/05/2007

U2

Dublino, Croke Park 24 giugno 2005

Dopo il boom di How To Dismantle An Atomic Bomb (più di nove milioni di copie vendute), il Vertigo 2005 Tour conferma un successo planetario che sembra non conoscere declino. In barba al tempo che passa e a un’ispirazione non sempre all’altezza, Bono e soci tengono ancora saldo lo scettro di band più famosa del globo, e sono i fatti a dimostrarlo: il tour, partito lo scorso aprile dagli Stati Uniti (dove si concluderà a dicembre dopo aver fatto il giro del mondo, Italia compresa), finora ha registrato sold out ovunque, complice anche il discusso sistema di vendita dei biglietti via Internet (“filtrato” dal fan club ufficiale). Le tre date al Croke Park di Dublino non hanno certo fatto eccezione: tutti gli 80mila posti dello stadio sono andati esauriti nel giro di poche ore; d’altronde era dall’agosto 2001 che gli U2 non suonavano in Irlanda (dallo storico concerto allo Slane Castle immortalato nel dvd U2 Go Home), e per la precisione mancavano dalla capitale dai tempi del Pop Mart Tour. Se a ciò si aggiunge che in patria i nostri sono considerati alla stregua di eroi nazionali (basti pensare che nei giorni a ridosso dei concerti la loro musica è risuonata ovunque: per le strade, alla radio, nei pub, nei negozi di dischi, perfino nei taxi), ecco che la prima delle tre serate dublinesi assume i connotati di una grandissima festa: difficile non restare impressionati dal calorosissimo pubblico irlandese che tra cori, “ole” e bandiere tricolori ha dato vita a un clima degno di una finale dei mondiali di calcio.
Come impostazione il Vertigo 2005 segue la falsariga del precedente Elevation Tour: ridotti al minimo i fronzoli, gli U2 puntano tutto sulla semplicità: gli effetti scenici si limitano a due maxischermi e a un maxipannello per il light show che unisce le colonne di altoparlanti. Il risultato è uno spettacolo più suonato, rock e in definitiva “umano”, in cui l’errore e l’imprevisto (come l’incessante pioggerellina che ha accompagnato tutta la giornata) fanno parte del prezzo del biglietto. Nell’ottica di questo “ritorno alle radici” la scaletta del tour (suscettibile di variazioni di data in data) getta significativamente un ponte verso il passato remoto, in particolare al primo periodo della band. Da Boy vengono tratti colpi di sicuro effetto come il dittico I Will Follow / The Electric Co, e da War le immancabili New Year’s Day e Sunday Bloody Sunday; c’è tanto spazio per i classici degli 80 (da Joshua Tree) e dei 90 (da Achtung Baby), ma anche per molti brani recenti, come Beautiful Day; in tal senso, lascia un po’ perplessi la scelta di suonare il tormentone Vertigo per ben due volte in apertura e chiusura dello show.
Insomma, nell’arco di due ore c’è la possibilità di rivivere tutto il meglio di una carriera. Anche se la voce di Bono non è più quella di un tempo e la band non sempre gira come dovrebbe, quelle straordinarie capacità comunicative che hanno determinato il successo degli U2 restano ancora magicamente intatte. Provare per credere.

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