03/02/2016

3 febbraio 1959 – “The day the music died”

The day the music died: il 3 febbraio 1959 muoiono The Big Bopper, Ritchie Valens e Buddy Holly a seguito di un incidente aereo

Oggi, 3 febbraio 1959

Mason City, Iowa; è da poco passata l’una di notte quando, a poche miglia dall’aeroporto dal quale era decollato qualche minuto prima, un piccolo aeroplano Beechraft Bonanza si schianta al suolo.

Nessun superstite.

A bordo del veivolo, oltre al pilota, viaggiano tre musicisti che il giorno dopo si sarebbero dovuti esibire a Fargo, nel Nord Dakota, per la data successiva di un festival rock itinerante chiamato Winter Dance Party Tour. I tre artisti sono un ex deejay texano, Jiles Perry Richardson detto The Big Bopper, un giovane californiano di origine messicana, Ricardo Valenzuela noto con il nome d’arte di Ritchie Valens, e Charles Hardin Halley meglio conosciuto come Buddy Holly, stella di prima grandezza nel panorama musicale di quegli anni.

La tragedia, la prima nella storia del rock ‘n’ roll, colpisce così tanto l’immaginario degli appassionati che oggi, 3 febbraio 1959, diventa per tutti “the day the music died”, il giorno in cui è morta la musica.

È un destino beffardo quello che si accanisce sulle tre giovani rockstar.

Buddy Holly e due membri della sua band (Tommy Allsup e Waylon Jennings, futuro eroe della country music), stanchi per il concerto appena tenuto a Clear Lake, non hanno alcuna voglia di intraprendere quel lungo e faticoso viaggio notturno in pullman. Loro, il Nord Dakota – tappa successiva del tour – lo avrebbero raggiunto su un piccolo velivolo a noleggio.

Poco prima della partenza, però, Allsup e Jennings sono costretti a cedere i loro posti sull’aereo alle altre due attrazioni del Winter Dance Party Tour. Big Bopper, raffreddato e febbricitante, non è obiettivamente in grado di sobbarcarsi uno spostamento così lungo sullo sgangherato bus messo a disposizione dagli organizzatori che ha l’impianto di riscaldamento guasto. Ne andrebbe della sua salute. Waylon Jennings gli cede il posto mentre Allsup perde il suo giocandoselo a testa e croce con il 17enne Valens. Le tempeste del Midwest possono diventare un ostacolo insormontabile per un pilota d’aereo poco avvezzo nel lottare al buio, contro neve e vento. Così, l’ultimo volo dell’inesperto aviatore Roger Peterson dura poco più di cinque minuti: l’aereo si schianta in un campo poco lontano dalla pista di decollo.

Durante la bufera, a bordo del Beetchcraft Bonanza Buddy Holly, Richie Valens e Big Bopper maledicono un destino crudele. Ma anche Waylon Jennings, futura superstar della country music, non smetterà mai di maledire quel giorno e quella frase detta al suo amico Buddy Holly. “Ricordo l’ultima volta che ho visto Buddy”, racconta, “mi ha chiesto di andargli a comprare degli hot dog. Si dondolava su una sedia appoggiandosi al muro e mi prendeva in giro. Mi ha detto, scherzando: ‘Allora, è vero che non vieni con noi sull’aereo? Sai cosa ti dico? Credo che il tuo autobus si trasformerà in un ghiacciolo: ci sono 40 gradi sottozero, e tu, come minimo, ti beccherai una polmonite’. Allora, quasi per sfidarlo, gli ho risposto: ‘Beh, amico… spero che il tuo aereo si schianti’”.

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