Simbolo di curiosità, lentezza, amore per l’osservazione, L’Umarell è anche il titolo della canzone che Fabio Concato – con la delicatezza e l’ironia che lo contraddistinguono – in uno dei momenti più difficili della storia del Paese ha dedicato agli italiani.
Negli anni gli Umarell sono diventati un fenomeno nazionale, fino a raggiungere lo status di “eroi metropolitani”, la figura si è “evoluta” al punto tale da trovare in commercio la sua miniatura da alcuni anni, nella classica postura da osservatore privilegiato. Da lì l’ispirazione per la canzone.
“Tempo fa un mio amico mi ha regalato la statuina di un umarell (a proposito, grazie ai ragazzi del Superstuff.it): la tengo nel mio studio, sul leggio della tastiera – racconta Fabio Concato. – Mi osserva quando suono, quando canto. Una settimana fa sembrava che volesse chiedermi che cosa stessi facendo per il dramma che stiamo vivendo, in che modo mi stessi adoperando per questa emergenza. Ma cosa dovrei fare in quarantena? Mi sono chiesto, guardandolo… e così è nata L’Umarell“. La canzone è stata scritta di getto nei giorni scorsi da Fabio Concato ed è stata cantata in milanese perché fosse testimonianza di una terra tra le più ferite al mondo dalla pandemia.
“Ho cercato di dare il mio contributo come autore, senza alcuna retorica, con un pizzico d’ironia e con molto cuore. Ho registrato la canzone senza orpelli tecnici, è tutto molto casalingo, l’ho cantata con il telefonino ed è stato un grande piacere condividerla con i miei musicisti, con cui siamo fermi da un po’ per ovvie ragioni”. Ecco qui allora il nuovo brano di Fabio Concato, L’Umarell:
L’Umarell è stata scritta, prodotta e cantata da Fabio Concato, e suonata da: Ornella D’Urbano (piano, tastiere e arrangiamenti), Larry Tomassini (chitarre) Gabriele Palazzi (batteria). Missaggio e masterizzazione di Pier Carlo Penta. Ideazione e realizzazione grafica di Francesco Bozza e Donato Colaleo. Tutti rigorosamente distanziati, nei propri studi.
L’Umarell (trad. italiano):
L’umarell sempre qui e mi guarda
E mi dice: “cosa fai con le mani in mano?”
Gli rispondo: “cosa posso fare in quarantena?”
“Io non lo so, sei tu che suoni il piano!”
Voglio dire che è dura, stare a casa mia
Per fortuna c’è anche un piccolo terrazzino
Quando c’è il sole mi metto sulla sedia
C’è un piccolo ulivo, ci sono tre o quattro fiorellini
Tutti insieme, con la gatta e il mio Ninin
A me piace andare fuori, andare a spasso
Ma è ancora impossibile: non ho il Pass
Adesso apro e butto l’occhio sulla strada
C’è qualcuno con la maglietta
Tutto sudato, fa una corsetta..
E noi chi siamo? I più stupidi?
Noi cosa facciamo?
Sto pensando che ci cambierà la vita
E magari sarà meglio di così
Starà meglio questo povero pianeta
A me pare che sia scoppiato, non ce la fa più
E non ce l’hanno fatta tutte le persone
Sono andate via in silenzio come te
Senza un bacio, una carezza, una ragione
Senza un “sono qui e ti voglio bene”.
L’umarell è ancora qui e mi parla:
“menomale che c’ero io a controllarti”,
Gli rispondo: “cosa posso fare in quarantena?”
Lui si volta, e va via tutto contento.
Il suo amico.
“Ciao Enzino,
Vieni giù che facciamo un giretto”
R. Sì, il giretto,
Guarda che non si può, è pericoloso, non fare l’incosciente
Vai a casa che adesso devo mangiare
Il giretto….
Il suo amico.
Va bene Enzino.. allora…alla prossima, ti saluto
R. Ehhh, alla prossima….