(Foto di Maria Alessia Manti)
Incontrarsi, poi separarsi. Camminare su strade diverse ma parallele e, ad un certo punto, incontrarsi di nuovo. Ginevra Di Marco e Cristina Donà si sono conosciute sui palchi che negli anni ‘90 erano l’habitat dei protagonisti del rock indipendente, la prima al fianco dei CSI, la seconda spinta da un giovane e già affermato Manuel Agnelli che su di lei ha puntato e le ha prodotto il disco d’esordio. Due punti di riferimento indiscussi che hanno contribuito a delineare i contorni del rock e del cantautorato in Italia seguendo percorsi diversi ma affini, incrociandosi spesso e alimentando un rapporto di stima reciproca che è diventata amicizia e che oggi diventa un disco.
Una carriera ventennale alle spalle, entrambe autrici di grandi canzoni, entrambe vincitrici di Targhe Tenco, Ginevra Di Marco e Cristina Donà pubblicano un lavoro omonimo che raccoglie alcuni momenti fondamentali dei rispettivi percorsi artistici e segna al contempo nuove tappe. Dopo l’emozione di aver condiviso il palco in un paio di concerti l’estate scorsa, l’idea di proseguire e scrivere insieme; l’obiettivo di questa collaborazione era “condensare in una manciata di canzoni il nostro vissuto, ovvero il passato che ci ha nutrito e fatto incontrare, e il presente, affinché la fotografia di questo disco fosse più ricca e rispettosa possibile di un sentire comune”. Partendo da qui, hanno scoperto la stessa passione per il camminare, il concetto che è diventato poi la base di tutto il disco, e l’hanno raccontato a quattro mani, con gentilezza e semplicità, in Camminare, come pratica per tornare a respirare, con sensibilità, nella confessione in apertura di Un passo alla volta, un invito a resistere per tutte le “figlie, donne, madri”, e in Confine, denuncia del fenomeno delle migrazioni, con un testo di Francesco Gazzè, fratello e coautore di Max.
Tre inediti dunque; a fare da spartiacque, il canto tradizionale sefardita La rosa enflorece, e poi l’unione delle voci in alcuni brani dei rispettivi repertori, Così vicini e Perpendicolare per la Donà, J e 1/365 per la Di Marco, suoni curati, arrangiamenti azzeccati e due voci che si sovrappongono pur lasciando spazio l’una all’altra.
Al fianco di Ginevra e Cristina, i compagni di viaggio di sempre: Francesco Magnelli (piano e magnellophoni), Andrea Salvadori (chitarra e tzouras), Luca Ragazzo (batteria) e Saverio Lanza (chitarra e basso).
Ginevra Di Marco e Cristina Donà è la traduzione discografica della naturalezza che le due, insieme, portano sul palco, è il risultato del loro sguardo complice, delle emozioni condivise e la testimonianza di una sensibilità femminile che non conosce ancora la giusta valorizzazione. E’ un disco prezioso.
Incontrarsi, poi separarsi. Camminare su strade diverse ma parallele e, ad un certo punto, incontrarsi di nuovo. Ginevra Di Marco e Cristina Donà si sono conosciute sui palchi che negli anni ‘90 erano l’habitat dei protagonisti del rock indipendente, la prima al fianco dei CSI, la seconda spinta da un giovane e già affermato Manuel Agnelli che su di lei ha puntato e le ha prodotto il disco d’esordio. Due punti di riferimento indiscussi che hanno contribuito a delineare i contorni del rock e del cantautorato in Italia seguendo percorsi diversi ma affini, incrociandosi spesso e alimentando un rapporto di stima reciproca che è diventata amicizia e che oggi diventa un disco.
Una carriera ventennale alle spalle, entrambe autrici di grandi canzoni, entrambe vincitrici di Targhe Tenco, Ginevra Di Marco e Cristina Donà pubblicano un lavoro omonimo che raccoglie alcuni momenti fondamentali dei rispettivi percorsi artistici e segna al contempo nuove tappe. Dopo l’emozione di aver condiviso il palco in un paio di concerti l’estate scorsa, l’idea di proseguire e scrivere insieme; l’obiettivo di questa collaborazione era “condensare in una manciata di canzoni il nostro vissuto, ovvero il passato che ci ha nutrito e fatto incontrare, e il presente, affinché la fotografia di questo disco fosse più ricca e rispettosa possibile di un sentire comune”. Partendo da qui, hanno scoperto la stessa passione per il camminare, il concetto che è diventato poi la base di tutto il disco, e l’hanno raccontato a quattro mani, con gentilezza e semplicità, in Camminare, come pratica per tornare a respirare, con sensibilità, nella confessione in apertura di Un passo alla volta, un invito a resistere per tutte le “figlie, donne, madri”, e in Confine, denuncia del fenomeno delle migrazioni, con un testo di Francesco Gazzè, fratello e coautore di Max.
Tre inediti dunque; a fare da spartiacque, il canto tradizionale sefardita La rosa enflorece, e poi l’unione delle voci in alcuni brani dei rispettivi repertori, Così vicini e Perpendicolare per la Donà, J e 1/365 per la Di Marco, suoni curati, arrangiamenti azzeccati e due voci che si sovrappongono pur lasciando spazio l’una all’altra.
Al fianco di Ginevra e Cristina, i compagni di viaggio di sempre: Francesco Magnelli (piano e magnellophoni), Andrea Salvadori (chitarra e tzouras), Luca Ragazzo (batteria) e Saverio Lanza (chitarra e basso).
Ginevra Di Marco e Cristina Donà è la traduzione discografica della naturalezza che le due, insieme, portano sul palco, è il risultato del loro sguardo complice, delle emozioni condivise e la testimonianza di una sensibilità femminile che non conosce ancora la giusta valorizzazione. E’ un disco prezioso.