Sarà pubblicato il prossimo 23 febbraio un nuovo cofanetto dei Velvet Underground. Il lavoro sarà disponibile in sole 1000 copie e conterrà sei vinili (in particolare i quattro album in studio della band e cioè The Velvet Underground and Nico, White Light / White Heat, The Velvet Underground e Loaded, il debutto da solista di Nico Chelsea Girl e una riedizione dell’album “perduto” 1969) e un booklet di 48 pagine con un breve racconto della batterista Maureen “Moe” Tucker.
Tra le altre celebrazioni riguardanti il gruppo, è prevista per il 2018 l’uscita di un documentario diretto da Todd Haynes, regista che molti ricorderanno per i suoi legami con la musica e soprattutto con Karen Carpenter, David Bowie e Bob Dylan in film come Superstar: The Karen Carpenter Story, Velvet Goldmine e I’m Not There. L’annuncio era arrivato quest’estate nell’ambito del Locarno Film Festival: «Non ho mai fatto un documentario prima d’ora, è un’esperienza nuova – ha dichiarato il regista alla sua prima esperienza dunque con un documentario. – Non sono ancora pronto a parlare di questo film. Sono ossessionato dalla cultura e dall’epoca che hanno prodotto i Velvet Underground, ma la vera sfida è trovare un linguaggio visivo adatto al film. Sicuramente onorerò la cultura e il cinema sperimentale attingendo ad essi per trovare il modo di rappresentare visivamente la loro musica».
Tra le altre celebrazioni riguardanti il gruppo, è prevista per il 2018 l’uscita di un documentario diretto da Todd Haynes, regista che molti ricorderanno per i suoi legami con la musica e soprattutto con Karen Carpenter, David Bowie e Bob Dylan in film come Superstar: The Karen Carpenter Story, Velvet Goldmine e I’m Not There. L’annuncio era arrivato quest’estate nell’ambito del Locarno Film Festival: «Non ho mai fatto un documentario prima d’ora, è un’esperienza nuova – ha dichiarato il regista alla sua prima esperienza dunque con un documentario. – Non sono ancora pronto a parlare di questo film. Sono ossessionato dalla cultura e dall’epoca che hanno prodotto i Velvet Underground, ma la vera sfida è trovare un linguaggio visivo adatto al film. Sicuramente onorerò la cultura e il cinema sperimentale attingendo ad essi per trovare il modo di rappresentare visivamente la loro musica».