Ieri si è spento, all’età di 64 anni, Malcolm Young, chitarrista degli AC/DC e fratello maggiore del più noto e carismatico Angus. Quando si parla della storica rock band australiana vengono subito in mente diversi fattori: gli anni con Bon Scott alla voce, successivamente sostituito da Brian Johnson dopo la sua morte, il “duck-walk” à la Chuck Berry immancabile nelle movenze di Angus Young e soprattutto i tanti brani storici che hanno condito oltre quarant’anni di carriera.
Ma è di Malcolm che bisogna parlare, rendendo il giusto omaggio a un personaggio poco appariscente quanto fondamentale per tutta la carriera degli AC/DC. Figlio di immigrati scozzesi che arrivano in Australia negli anni ’50, è lui, rispetto ad Angus, ad approcciarsi per primo alla musica, suonando in alcuni gruppi come i Velvet Underground, band che ha semplicemente lo stesso nome del noto gruppo di Lou Reed. Il fratello minore nel frattempo sta imparando a suonare la chitarra.
È Malcolm a coinvolgere Angus, alla fine del 1973, nella prima formazione degli AC/DC (nome ideato dalla loro sorella Christine), un progetto di poche pretese, supportato però da tanto entusiasmo.
Ed è lo stesso Malcolm a pensare che il ragazzo, che di mestiere fa il conducente di autobus e guida proprio il furgone degli AC/DC, può far parte del gruppo nelle vesti di cantante, al posto di Dave Evans, primo vocalist della band.
Quel ragazzo si chiama Bon Scott, voce indimenticata della band, fino a quel maledetto 5 febbraio 1980, quando viene ritrovato morto all’interno dell’auto di un suo amico, a causa di un’acuta intossicazione da alcool, stando alla versione ufficiale.
I fratelli Young non hanno dubbi: nonostante il dolore gli AC/DC devono andare avanti. E così arriva Brian Johnson nelle vesti di nuovo cantante ed il resto è storia.
Lunghi tour, ogni data davanti a decine di migliaia di spettatori e soprattutto un’eredità composta da storici brani come Back In Black, Highway To Hell, Hells Bells, Thunderstruck tanto per citarne alcuni.
Nel 2014 iniziano i problemi per il nostro Malcolm: il chitarrista inizia infatti a sottoporsi a un trattamento per la demenza, per poi lasciare definitivamente la band alcuni mesi dopo.
Arrivano anche gravi problemi cardiaci e un cancro al polmone, fino al triste epilogo di ieri, 18 novembre.
La figura di Malcolm Young spiega quanto sia fondamentale il ruolo di gregario all’interno di una band. Malcolm era tutto fuorchè un frontman, ma resta indelebile il suo contributo, e non solo come cofondatore, per una rock band che ha venduto oltre 200 milioni di dischi.
C’è altro da aggiungere?
Sì, tanto… ad esempio che fu lo stesso Malcolm a ideare il riff di Back In Black, riff che ha influenzato in maniera decisiva tanti chitarristi della scena rock e metal negli anni a venire…
Ma è di Malcolm che bisogna parlare, rendendo il giusto omaggio a un personaggio poco appariscente quanto fondamentale per tutta la carriera degli AC/DC. Figlio di immigrati scozzesi che arrivano in Australia negli anni ’50, è lui, rispetto ad Angus, ad approcciarsi per primo alla musica, suonando in alcuni gruppi come i Velvet Underground, band che ha semplicemente lo stesso nome del noto gruppo di Lou Reed. Il fratello minore nel frattempo sta imparando a suonare la chitarra.
È Malcolm a coinvolgere Angus, alla fine del 1973, nella prima formazione degli AC/DC (nome ideato dalla loro sorella Christine), un progetto di poche pretese, supportato però da tanto entusiasmo.
Ed è lo stesso Malcolm a pensare che il ragazzo, che di mestiere fa il conducente di autobus e guida proprio il furgone degli AC/DC, può far parte del gruppo nelle vesti di cantante, al posto di Dave Evans, primo vocalist della band.
Quel ragazzo si chiama Bon Scott, voce indimenticata della band, fino a quel maledetto 5 febbraio 1980, quando viene ritrovato morto all’interno dell’auto di un suo amico, a causa di un’acuta intossicazione da alcool, stando alla versione ufficiale.
I fratelli Young non hanno dubbi: nonostante il dolore gli AC/DC devono andare avanti. E così arriva Brian Johnson nelle vesti di nuovo cantante ed il resto è storia.
Lunghi tour, ogni data davanti a decine di migliaia di spettatori e soprattutto un’eredità composta da storici brani come Back In Black, Highway To Hell, Hells Bells, Thunderstruck tanto per citarne alcuni.
Nel 2014 iniziano i problemi per il nostro Malcolm: il chitarrista inizia infatti a sottoporsi a un trattamento per la demenza, per poi lasciare definitivamente la band alcuni mesi dopo.
Arrivano anche gravi problemi cardiaci e un cancro al polmone, fino al triste epilogo di ieri, 18 novembre.
La figura di Malcolm Young spiega quanto sia fondamentale il ruolo di gregario all’interno di una band. Malcolm era tutto fuorchè un frontman, ma resta indelebile il suo contributo, e non solo come cofondatore, per una rock band che ha venduto oltre 200 milioni di dischi.
C’è altro da aggiungere?
Sì, tanto… ad esempio che fu lo stesso Malcolm a ideare il riff di Back In Black, riff che ha influenzato in maniera decisiva tanti chitarristi della scena rock e metal negli anni a venire…