Gli Strypes, il giovanissimo quartetto di Cavan, Scozia, tornano con il loro terzo LP, uscito il 16 giugno per Virgin Emi. Se il primo disco della band, Snapshot del 2013, riprende la lezione ben assimilata dal rock-blues anni ’60, e il secondo, Little Victories del 2015, è un primo tentativo di rendere più riconoscibile il proprio sound, con Spitting Image gli Strypes spingono il piede sull’acceleratore: un altro innegabile throwback, ma stavolta è un salto nel Mod revival di fine ’70 inizi ’80. I riferimenti e le ispirazioni sono innumerevoli, ma i quattro ragazzi irlandesi, nonostante la giovane età (tutti nati tra il ’95 e il ’97) danno una chiara prova di sapere quello che fanno. E lo fanno bene.
Il flow new wave si sente già dall’esuberante opening-track, Behind Close Doors, e dalle successive Consequence e (I Need A Break From) Holidays, batteria serrata e chitarre perfettamente calate in un mood punk. Dai quattro di Cavan ai quattro di Liverpool: con Easy Riding gli Strypes ci portano in “atmosfera Beatles”, un ritornello dalla melodia e dalle armonizzazioni vocali in perfetto stile Fab Four. Non mancano nemmeno le ispirazioni d’oltreoceano, come in Great Expectations, con l’acustica a sostenere tutto il brano, una strofa scandita quasi alla Dylan e un solo di sax sul finale che si intreccia al riff della chitarra elettrica.
Qualche reminiscenza del tipico rock-blues che aveva caratterizzato il loro lavoro d’esordio torna a farsi sentire in pezzi come Garden Of Eden – un’atmosfera eterea arricchita dagli interventi acidi dell’armonica – o nella conclusiva Oh Cruel World, con l’armonica, ancora una volta, che è vera protagonista, e un ritmo afro per la base, che rimanda alle sognanti atmosfere di Graceland di Paul Simon.
Un disco ricco, dunque, Spitting Image, ricco di citazioni e di ispirazioni rielaborate in maniera giovane e fresca da questi quattro ragazzi scozzesi, che fanno un ulteriore passo in avanti continuando a dimostrare, assodate le potenzialità di base, di essere studenti modello con la voglia e la capacità di migliorare di continuo. Promossi.
Il flow new wave si sente già dall’esuberante opening-track, Behind Close Doors, e dalle successive Consequence e (I Need A Break From) Holidays, batteria serrata e chitarre perfettamente calate in un mood punk. Dai quattro di Cavan ai quattro di Liverpool: con Easy Riding gli Strypes ci portano in “atmosfera Beatles”, un ritornello dalla melodia e dalle armonizzazioni vocali in perfetto stile Fab Four. Non mancano nemmeno le ispirazioni d’oltreoceano, come in Great Expectations, con l’acustica a sostenere tutto il brano, una strofa scandita quasi alla Dylan e un solo di sax sul finale che si intreccia al riff della chitarra elettrica.
Qualche reminiscenza del tipico rock-blues che aveva caratterizzato il loro lavoro d’esordio torna a farsi sentire in pezzi come Garden Of Eden – un’atmosfera eterea arricchita dagli interventi acidi dell’armonica – o nella conclusiva Oh Cruel World, con l’armonica, ancora una volta, che è vera protagonista, e un ritmo afro per la base, che rimanda alle sognanti atmosfere di Graceland di Paul Simon.
Un disco ricco, dunque, Spitting Image, ricco di citazioni e di ispirazioni rielaborate in maniera giovane e fresca da questi quattro ragazzi scozzesi, che fanno un ulteriore passo in avanti continuando a dimostrare, assodate le potenzialità di base, di essere studenti modello con la voglia e la capacità di migliorare di continuo. Promossi.
