È stato definito uno dei protagonisti della rinascita del cantautorato britannico ed è tornato nella sua amata Italia per presenta il nuovo disco, Sleep No More, uscito lo scorso 28 ottobre. Stiamo parlando di Jack Savoretti.
Il 2 novembre l’artista inizia lo showcase al MimmoMilano con la sua chitarra acustica e suona due pezzi che lasciano incantati tutti i presenti: I’m Yours e When We Were Lovers, la canzone che apre il suo quinto lavoro in studio. L’album è il proseguimento ideale di Written in Scars e in questo disco tutto ruota intorno a quel genere di cose che non ti lasciano dormire la notte.
Nella conferenza stampa di presentazione, Jack Savoretti ha raccontato la nascita delle dodici canzoni dell’album e le tempistiche: “Dovevamo scegliere se farlo in tre mesi o aspettare un anno e rilassarci. È stato scritto in tre mesi, perché per la prima volta in dieci anni c’era chi stava ascoltando la mia musica. Mi sono detto: finalmente c’è chi ci ascolta, facciamogli vedere quel che sappiamo fare. Il mood in studio è stato diverso. I musicisti, gli engineer, i produttori. Tutti hanno dato il meglio.”
Jack ha rivelato che è stata la storia d’amore con la moglie ad ispirare il disco, che è diverso rispetto al precedente perché ha un tema più preciso; Savoretti l’ha definito “una lettera che inizia da ‘Ho bisogno di te’ e finisce con ‘Non esisto senza’. Ho paura a dire che è un concept album ma lo è perché parte dal primo pezzo con la malinconia di ‘Come eravamo’… e anche se una volta ballavamo sotto la pioggia, quello che abbiamo oggi, quello che stiamo provando a costruire e dove stiamo andando è centomila volte più bello.”
Un disco che segna un cambiamento, “musicalmente forse più romantico, meno arrabbiato o grintoso del precedente. E’ più introspettivo”. Nonostante questo, “Written in Scars è l’album che mi ha portato in Serie A, ma per ambire all’Europa o allo scudetto ho fatto questo nuovo disco sapendo di dover portare dei giocatori diversi. Da qui l’introduzione di Cam Blackwood e Mark Ralph. Loro mi hanno portato ad un livello sonoro più sofisticato. Hanno dato più spessore al mio lavoro, hanno reso il suono più profondo. In questo senso credo che l’album sia cresciuto molto.”
Anche il modo di scrivere le sue canzoni è cambiato: “Sono più istintivo, in passato quando eravamo perfezionisti perdevamo tantissimo di quello che era la genuinità. La musica istintiva è quella che mi piace, quando vedi qualcuno che si esprime in maniera genuina non pensando alla perfezione.” Una musica che Jack Savoretti porterà anche in Italia all’inizio del 2017 per due date dal vivo: il 24 febbraio suonerà infatti al Fabrique di Milano e il 26 febbraio sarà di scena al Teatro Carlo Felice di Genova.
Infine, sempre a proposito di musica dal vivo, l’artista italo-inglese ci fornisce una preziosa anticipazione in chiusura di conferenza stampa: Jack Savoretti sta lavorando infatti alla realizzazione del suo primo disco live. “Abbiamo fatto il primo show ieri sera a Leeds (cioè il primo novembre, ndr)”, racconta, “ed ero terrorizzato. Era da due anni che non mi sentivo così. Sono molto fiero di poter presentare l’album per intero e sarà molto più di un semplice show, perché saremo on the road. Vogliamo che chi assiste al nostro spettacolo esca dalla propria realtà per un’ora e mezza. Vogliamo che la gente si perda nella musica.”
Il 2 novembre l’artista inizia lo showcase al MimmoMilano con la sua chitarra acustica e suona due pezzi che lasciano incantati tutti i presenti: I’m Yours e When We Were Lovers, la canzone che apre il suo quinto lavoro in studio. L’album è il proseguimento ideale di Written in Scars e in questo disco tutto ruota intorno a quel genere di cose che non ti lasciano dormire la notte.
Nella conferenza stampa di presentazione, Jack Savoretti ha raccontato la nascita delle dodici canzoni dell’album e le tempistiche: “Dovevamo scegliere se farlo in tre mesi o aspettare un anno e rilassarci. È stato scritto in tre mesi, perché per la prima volta in dieci anni c’era chi stava ascoltando la mia musica. Mi sono detto: finalmente c’è chi ci ascolta, facciamogli vedere quel che sappiamo fare. Il mood in studio è stato diverso. I musicisti, gli engineer, i produttori. Tutti hanno dato il meglio.”
Jack ha rivelato che è stata la storia d’amore con la moglie ad ispirare il disco, che è diverso rispetto al precedente perché ha un tema più preciso; Savoretti l’ha definito “una lettera che inizia da ‘Ho bisogno di te’ e finisce con ‘Non esisto senza’. Ho paura a dire che è un concept album ma lo è perché parte dal primo pezzo con la malinconia di ‘Come eravamo’… e anche se una volta ballavamo sotto la pioggia, quello che abbiamo oggi, quello che stiamo provando a costruire e dove stiamo andando è centomila volte più bello.”
Un disco che segna un cambiamento, “musicalmente forse più romantico, meno arrabbiato o grintoso del precedente. E’ più introspettivo”. Nonostante questo, “Written in Scars è l’album che mi ha portato in Serie A, ma per ambire all’Europa o allo scudetto ho fatto questo nuovo disco sapendo di dover portare dei giocatori diversi. Da qui l’introduzione di Cam Blackwood e Mark Ralph. Loro mi hanno portato ad un livello sonoro più sofisticato. Hanno dato più spessore al mio lavoro, hanno reso il suono più profondo. In questo senso credo che l’album sia cresciuto molto.”
Anche il modo di scrivere le sue canzoni è cambiato: “Sono più istintivo, in passato quando eravamo perfezionisti perdevamo tantissimo di quello che era la genuinità. La musica istintiva è quella che mi piace, quando vedi qualcuno che si esprime in maniera genuina non pensando alla perfezione.” Una musica che Jack Savoretti porterà anche in Italia all’inizio del 2017 per due date dal vivo: il 24 febbraio suonerà infatti al Fabrique di Milano e il 26 febbraio sarà di scena al Teatro Carlo Felice di Genova.
Infine, sempre a proposito di musica dal vivo, l’artista italo-inglese ci fornisce una preziosa anticipazione in chiusura di conferenza stampa: Jack Savoretti sta lavorando infatti alla realizzazione del suo primo disco live. “Abbiamo fatto il primo show ieri sera a Leeds (cioè il primo novembre, ndr)”, racconta, “ed ero terrorizzato. Era da due anni che non mi sentivo così. Sono molto fiero di poter presentare l’album per intero e sarà molto più di un semplice show, perché saremo on the road. Vogliamo che chi assiste al nostro spettacolo esca dalla propria realtà per un’ora e mezza. Vogliamo che la gente si perda nella musica.”