È ufficiale il ritorno di Sting con un nuovo disco improntato di più al rock dopo diversi anni, come è stato dichiarato in un tweet sulla pagina ufficiale Twitter dell’artista. Oltre al tweet è apparso anche un video-trailer dove viene descritto il nuovo lavoro, il cui titolo sarà 57th & 9th (dal nome della strada che Sting stesso attraversa tutti i giorni per andare in studio). L’ex Police ha dichiarato che “ci sono molti stili differenti in questo disco. C’è molto rock ‘n’ roll e c’è anche un’ispirazione comune che lo attraversa: parla di ricerca, viaggio, una strada, il richiamo dell’incognito. Credo che il disco abbia un sentimento spontaneo per come è stato fatto. Non c’è raffinatezza, è stato suonato con energia”.
Sting, attualmente impegnato nel tour sold out con Peter Gabriel RockPaperScissors, ha scritto i brani con amici di vecchia data come il batterista Vinnie Colaiuta e il chitarrista Dominic Miller, a cui si sono aggiunti Jerry Fuentes e Diego Navaira del gruppo di San Antonio The Last Bandoleros.
L’album non sarà soltanto più rock degli ultimi, ma affronterà anche temi importanti, in brani come Inshallah che racconta di migranti in viaggio per l’Europa o One Fine Day sui cambiamenti climatici. In 57th & 9th troverà spazio anche 50.000, un brano scritto la settimana della morte di Prince, che Sting descrive come “una riflessione sullo shock che si prova per la perdita di un’icona culturale”.
Sting, attualmente impegnato nel tour sold out con Peter Gabriel RockPaperScissors, ha scritto i brani con amici di vecchia data come il batterista Vinnie Colaiuta e il chitarrista Dominic Miller, a cui si sono aggiunti Jerry Fuentes e Diego Navaira del gruppo di San Antonio The Last Bandoleros.
L’album non sarà soltanto più rock degli ultimi, ma affronterà anche temi importanti, in brani come Inshallah che racconta di migranti in viaggio per l’Europa o One Fine Day sui cambiamenti climatici. In 57th & 9th troverà spazio anche 50.000, un brano scritto la settimana della morte di Prince, che Sting descrive come “una riflessione sullo shock che si prova per la perdita di un’icona culturale”.
