Ogni nuovo album dei Low è un viaggio profondo e intenso, in quello spazio figurato che una canzone sa disegnare nell’anima delle persone più sensibili. Ed è sempre un piacere incontrare Alan Sparhawk e Mimi Parker di persona: anche un giornalista musicale può confessare di essere stato accompagnato in modo speciale da un artista, un gruppo o da una manciata di album. I dischi dei Low mi hanno preso per mano fin dagli agli inizi, quando cercavo di orientare questa strana professione con tutta la passione possibile, senza dimenticare un minimo di rigore nell’approccio. “Davvero hai ancora qualcosa da chiederci?” mi dicono sorridendo non appena mi presento davanti ai loro occhi, nella hall dell’albergo milanese dove abbiamo appuntamento. Vent’anni e dieci dischi, in effetti, non raccontano tutto: ci sono gli intrecci personali e professionali, le amicizie, le reciproche confidenze.
Una piccola sintesi della nostra chiacchierata la potrete leggere su “Jam” di aprile (mentre il numero di marzo, già in edicola, ospita la recensione). Una versione più completa, verrà pubblicata su “Late For The Sky” di maggio.
Per festeggiare i primi dieci di carriera, nel 2003 i coniugi Sparhawk si regalarono un cofanetto di 3 Cd e un DVD (“A Lifetime of Temporary Relief: 10 Years of B-Sides & Rarities”): una miniera di demo mai ascoltate nella discografia ufficiale, qualche B-side pubblicata nei numerosi singoli e tracce rimaste nei cassetti prima di allora. “Al momento non abbiamo in mente una cosa simile, ma di materiale ne avremmo anche di più, tutto è possibile” confessano Alan e Mimi prima di concedersi all’intervista incentrata su “The Invisible Way”, il nuovo disco che uscirà il 19 marzo in tutto il mondo per la Sub Pop.
“Dopo tante parole scambiate a distanza, inviti reciproci e promesse di collaborazione, finalmente un giorno, passando da Chicago, abbiamo fatto visita agli studi dei Wilco, i mitici ‘The Loft’. Pensare a Jeff Tweedy come produttore del nuovo disco è stato naturale: Jeff si è messo a nostra disposizione completamente e quando siamo tornati per registrare le canzoni in questo ambiente fantastico, sono bastati cinque giorni di lavoro, passati in una dimensione confortevole e familiare”. Il clima di calma e relax ha generato un album bellissimo, intimo e pervaso da una sottile malinconia. L’identità profonda dei Low si manifesta anche stavolta in brani dalla struttura scarna e ipnotica, baciati da una inusuale semplicità di suono che trova i suoi momenti forti nei singoli dettagli. Testi bellissimi e interpretazioni da brivido (la metà delle canzoni, stavolta è cantata da Mimi Parker).
La band sarà in Italia per un’unica data, l’11 maggio al Teatro Antoniano di Bologna. Non perdete il nuovo album, non perdete il live show. E se ancora non li conoscete, cercate di recuperare e ascoltare tutto.
Non è uno spot commerciale, è un consiglio per migliorare la vostra vita.