Sono passati quasi 15 anni dagli esordi ufficiali di Bruce Hornsby. E solo oggi il pianista virginiano accontenta i suoi numerosi e fedelissimi fan pubblicando il lungamente atteso album dal vivo. Che, va detto subito, ripaga abbondantemente della pazienza avuta.
Il disco (un doppio cd) presenta infatti più di due ore di grandissima musica che spazia, secondo il cliché a cui Bruce ha abituato tutti i suoi estimatori, dal classic rock americano al jazz, dalla ballata d’autore al country-rock contemporaneo. Nel mezzo, cover di prestigio e lunghissime, trascinanti improvvisazioni. Il progetto prende il nome di Here Come The Noise Makers anche se, più che rumore, contiene melodie e suoni bellissimi. Il titolo, in realtà, vuol ricordare una frase che un fan accanito del gruppo era solito gridare poco prima che Hornsby e i suoi salivano sul palco di The Cave, un club di Virginia Beach che alla fine degli anni 70 ospitava regolarmente le loro performance.
Una decina di anni dopo, Hornsby firma i suoi grandi successi (la maggior parte dei quali racchiusi nell’album d’esordio The Way It Is) ma quasi da subito decide di non cullarsi sugli allori. Anzi, con intelligenza, riesce a diversificare la sua carriera portando avanti parallelamente progetti solisti (con la sua storica band The Range) così come collaborazioni di alto profilo, la più importante delle quali rimane quella storica di inizio anni 90 con i Grateful Dead. E proprio in seguito alle partecipazioni a progetti altrui, Bruce ottiene premi (un Grammy come miglior brano country per The Valley Road nell’album della Nitty Gritty Dirt Band Will The Circle Be Unbroken Vol. 2) o riconoscimenti importanti. Basti pensare all’album Road Tested con Bonnie Raitt, ai dischi-tributo a Grateful Dead (Deadicated), Keith Jarrett (Long As You’re Living Yours), Bill Monore (Big Mon) nei quali Bruce dimostra l’ampiezza della sua cultura musicale. Per non parlare del favoloso tour dell’estate del 1999 che lo vede calcare i più importanti palcoscenici americani al fianco di Jackson Browne, Bonnie Raitt, Shawn Colvin e David Lindley.
Here Come The Noise Makers sintetizza al meglio la carriera ma anche la versatilità, la sensibilità artistica e il gusto acustico del musicista di Williamsburg, nonché tutto il suo talentuoso pianismo che paga tributo in egual misura a Bill Evans, Keith Jarrett, Professor Longhair, Leon Russell.
“Se qualcuno mi chiedesse che tipo di musica faccio”, ha recentemente commentato Hornsby, “gli farei ascoltare con orgoglio questo album live.”
Il doppio cd contiene 18 pezzi tratti da un’intera stagione di concerti (da fine 1998 a fine 1999) e include performance registrate per gli show televisivi Austin City Limits (PBS) e Jazz Central (BET) o raccolte nel corso di grandi festival come Woodstock 99.
“Ho cercato”, ha detto Bruce, “di dare la testimonianza più completa possibile della nostra versatilità artistica documentando le diverse caratteristiche della nostra band; per questo passiamo da brani d’atmosfera come Mandolin Rain, Black Muddy River o Fortunate Son a scatenate jam come King Of The Hill e Spider Fingers.”
Ma non solo. Nell’album ci sono gli hit più famosi di Hornsby (come The Way It Is, Great Divide, Stander On The Mountain) e altri brani del suo songbook completamente riarrangiati (The Valley Road, Jacob’s Ladder). In più, cover importanti a partire da The End Of The Innocence (scritta da Bruce insieme a Don Henley) per arrivare a Dylan (It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry) sino agli immancabili Grateful Dead (Lady With A Fan).
Un disco importante, bellissimo, che mostra tutta la classe di una grande stella della american music.
Voto: 8
Perché: è uno showcase favoloso di un artista completo capace di interpretare con gusto e raffinatezza i più importanti capitoli della musica americana del 20° secolo.
