07/06/2007

Allacciate le cinture: arriva l’uragano Faith

Troppo facile, direte voi: una che cresce in una cittadina del Mississippi che si chiama Star cosa volete che faccia da grande? Giusto, ma forse neanche il miglior mago del mondo, leggendo le stelle nel cielo di Star, avrebbe mai potuto prevedere che razza di star, appunto, sarebbe diventata la piccola Audrey Faith Perry.

Oggi, famosa con il nome di Faith Hill, è la nuova, travolgente big thing della musica americana: il suo quarto album Breathe (presentato negli Usa il 9 novembre 1999 e proprio in questi giorni pubblicato qui in Italia) ha già venduto 5 milioni e mezzo di copie solo negli Stati Uniti e vinto tutto quello che doveva vincere, Grammy esclusi. Mica per altro: la notte del 21 febbraio, quando si svolgerà la 43ˆ cerimonia dei Grammy Awards, Faith e il suo Breathe sono in corsa per 6 grammofonini: canzone dell’anno (Breathe), miglior canzone country (Breathe e The Way You Love Me), miglior album country (Breathe), miglior performance vocale country (Breathe), miglior collaborazione country (Let’s Make Love).

Ne ha fatta di strada, dunque, la bimba che a 3 anni già intratteneva mamma e papà cantando nel salotto di casa, che a 17 lasciava il natio Mississippi (dove era nata il 21 settembre 1967) destinazione Music City Usa.

Lì, a Nashville, Tennessee, si trova un lavoretto nella annuale Fan Fair: fa la hostess in uno stand e vende t-shirt. Poi viene presa come segretaria dall’agenzia del famoso manager Gary Morris, il quale un giorno la sente canticchiare e le propone di incidere qualche demo. Qualche tempo dopo, facendo dei cori in un disco di Gary Burr, convince il cantante (oggi suo produttore) che lei può aspirare ad una carriera solista. E così la Warner Brothers la mette sotto contratto e nel 1994 pubblica il suo primo album (Take Me As I Am) in cui spiccano una bella cover di Piece Of My Heart di Janis Joplin e lo splendido singolo di new country Wild One che Faith ha preso a prestito dall’ensemble tutto femminile delle Wild Rose di Pam Gadd e Wanda Vick. Il resto è una straordinaria cavalcata verso il successo.

Come Shania Twain, Faith Hill diventa infatti maestra di quel country-crossover che tanta fortuna ha portato a Garth Brooks nel corso degli anni 90.

Come Shania, Faith ha una voce potente, precisa e scintillante, dal timbro inequivocabilmente americano, adattissimo al new country.

Come Shania, Faith è una bella ragazza, radiosa e sexy, capace di far salire a dismisura il livello di testosterone di truck driver e cowboy.

Come Shania, Faith si è trovata un marito musicista. E se la Twain ha sposato il suo produttore Mutt Lange, la Hill nel 1996 è convolata a giuste nozze con il machissimo country rocker Tim McGraw.

Come Shania, infine, Faith ha fatto centro dopo un paio di tentativi, contaminando progressivamente il suo new country con il pop-rock.

Già con Faith, il suo album precendente, la Hill aveva infatti abbandonato il cliché da cowgirl moderna presente nei primi due dischi (peraltro gradevolissimi, in cui presentava tra le altre cose un bel duetto con Shelby Lynne) per allargare i suoi orizzonti. In Faith, oltre a un pezzo del repertorio di Sheryl Crow, c’è il singolo ‘killer’ This Kiss (registrato in italiano da Paola Turci con il titolo Questione di sguardi). Risultato: il video gira su Country Music Television ma anche su VH-1 e altri cable musicali, la biondissima Faith monopolizza le copertine dei più importanti news magazine americani e spopola sulle FM, l’album diventa quattro volte disco di platino.

Ma siamo soltanto all’inizio: la vita di Faith Hill, come quella del suo idolo Edith Piaf, diventa davvero en rose. Nel giro di due anni, al successo professionale, aggiunge quello sul fronte famigliare: nel 1997 dà alla luce la primogenita Gracie a cui regala, nel 1998, la sorellina Maggie. Non contenta, poche settimane dopo il secondo parto, entra in studio di registrazione dove sta per iniziare la più grande avventura artistica della sua vita. Per capire che Breathe sarà un successo è sufficiente ascoltare il primo pezzo, What’s In It For Me: intro di Hammond, attacco di violino e batteria su un trascinante tempo in 4/4 (ma molto sincopato) e… via con la strofa, cantata con dolcissima grinta. Lo schema è quello classico delle canzoni di new country up-tempo, l’arrangiamento è però più pompato (Shania docet), la voce di Faith decisa e delicatamente conturbante. E poi c’è la title track, una ballatona furba ma efficacissima, che conquista al primo ascolto così come lo sdolcinato ma irresistibile duetto Let’s Make Love con l’amatissimo maritino Tim. Ad essere sinceri, a noi, la biondona piace quando spruzza di suono Motown il suo country-pop (I Got My Baby), everytime she really rocks come in The Way You Love Me oppure quando si ingrazia i suoi fan con la divertente Bringing Out The Elvis o continua la sua tradizione di cover girl cantando senza infamia e senza lode If I Should Fall Behind di Springsteen.

I testi delle sue ultime canzoni, obiettivamente assai banali, non toccano mai argomenti scabrosi, come la denuncia di abusi famigliari subiti dalle donne, in passato affrontati non senza polemiche anche da lei ma soprattutto da altre star della country music come Martina McBride (Independence Day), Dixie Chicks (Goodbye Earl), Garth Brooks (The Thunder Rolls): piuttosto in Breathe si parla di amore in modo piuttosto convenzionale, tanto che la parola “love” è presente nel titolo di 5 canzoni su 13. Ma non per questo bisogna pensare che la ragazza sia la solita bionda tutta culo, tette e poco cervello. Giusto per dirne una, nel 1996 ha lanciato la Faith Hill Family Literary Project, una fondazione impegnata a combattere l’analfabetismo e l’ignoranza. Aspetti che lei conosce bene in quanto il padre che veniva da una famiglia numerosa e poverissima fu costretto a lasciare gli studi per poter dare una mano alla sopravvivenza di genitori e fratelli.

E se pensiamo che nel 2000 Faith si è esibita nella notte del Super-bowl, ha fatto un lungo tour insieme al marito Tim McGraw (si chiamava Soul 2 Soul e ha fruttato quasi 100 miliardi di incassi) ed è stata ospite di tutti i più importanti show della TV americana, possiamo facilmente capire che la ragazzina del Mississippi che sognava di emulare Reba McEntire è andata nella realtà oltre i suoi sogni. Secondo voi, l’uragano Faith, che si sta per abbattere sul vecchio continente, sarà in grado di travolgere anche l’Italia, tradizionalmente restia a tutto ciò che suona country?

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