20/07/2024

Wunderkammer jazz con la Cinematic Orchestra

Roma, 19 luglio, il cineconcerto della band londinese

 

Son et lumière.

Il fascino per la combinazione di suono e luci, per lo spettacolo incentrato sulla pratica dei mixed-media, arriva da lontano. Dalle musiche per gli spettacoli di fuochi d’artificio di Händel ai light show della Londra underground anni ‘60, passando per il colour organ e le rivoluzioni del teatro musicale novecentesco. Tante di queste suggestioni hanno attraversato il pubblico durante lo show romano della Cinematic Orchestra: più che un concerto – con i suoi riti, la scaletta articolata secondo determinate dinamiche, la selezione di pezzi in funzione di notorietà e affetto – è stato un pregiato esperimento tra musica e immagine.

Al centro dell’operazione l’album Man with a Movie Camera, un episodio cardine per la storia del gruppo londinese, dalla storia ormai quasi trentennale, sempre ispirato dal potenziale immaginifico del cinema. A un paio di anni dal debutto con Motion, la Cinematic ebbe una importante commissione da parte del Festival del Cinema di Porto, all’epoca Capitale Europea della Cultura: la sonorizzazione di L’uomo con la macchina da presa (1929), capolavoro di Dziga Vertov che nel corso degli anni ha conosciuto non solo una rivalutazione critico-cinematografica ma anche un interesse musicale, da Battiato che lo sonorizzò con l’orchestra al Taormina Film Fest del 1992 ai Sikitikis nel 2012 al Palazzo delle Esposizioni. Da quell’acclamata esperienza live nacque Man with a Movie Camera, celebrato nel suo ventennale con questo live-set andato in scena al Parco della Musica venerdì 19 luglio, in occasione del Roma Summer Fest.

La Cinematic Orchestra si è inserita dunque in un filone ampiamente sperimentato, ma ha superato la prevedibile – per quanto impegnativa – sonorizzazione di un film muto, rilanciando un innesco audiovisivo attraverso il lavoro di Ben Olsen, presenza centrale nell’economia del progetto. Action-visual, verrebbe da dire seguendo l’elaborazione in tempo reale dell’intero film: la narrazione ideologica di una compulsiva giornata nell’Odessa del secolo scorso non ha ricevuto un semplice commento sonoro da parte del gruppo, che invece ha sostenuto e alimentato il flusso di immagini trattate dal videomaker, alcune anche provenienti da una desueta ma ancora fatata lanterna magica. Art-jazz impetuoso, quello del quartetto di Jason Swinscoe, che procede prevalentemente per accumulo di intensità (brillante ad esempio Olsen che batte a macchina descrivendo alcuni episodi del film in una rincorsa contro il tempo e la musica), sottolineata dall’impeccabile lavoro ritmico ma anche dall’uso espressivo delle tastiere analogiche, in particolare da quella meravigliosa macchina sonora che è il piano Rhodes. Alternando crescendo coltraniani, guizzi felpati alla Soft Machine, implacabili e sospesi 4/4 alla Pink Floyd, la Cinematic ha mostrato l’aspetto più “austero” della sua musica, lasciando ad album come Every Day quelle soluzioni nu-jazz fiammanti – ma anche modaiole ed estetiche – in cui ribollivano samples, funk, soul e elettronica.

Concerto breve ma concentrato, una audio-visione suggestiva e, e proprio il caso di dirlo, cinematica.

 

Le foto del concerto sono di Rosaria Aragiusto

Cinematic Orchestra - 19.07.2024 - Roma

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