Francesco Baccini: “Cartoons”, De André, il Genoa e…
Il cantautore si racconta con noi “A cuore aperto”
“Chi sono i camalli?” Comincia da qui la nostra chiacchierata con Francesco Baccini che ricorda dunque il suo passato come scaricatore di porto in quel di Genova.
Il cantautore ci spiega com’è nata la sua passione per la musica, iniziata con un organetto Bontempi e poi con un pianoforte, acquistato dal padre con tanti sacrifici e “meta di pellegrinaggio” degli altri bambini del quartiere che chiedevano di poterlo vedere e di poterne schiacciare un tasto, visto che nessuno in zona se lo poteva permettere. Baccini studia anche pianoforte al Conservatorio con l’esame del quinto anno, ma prima di quello dell’ottavo si ferma per non rimanere troppo legato agli schemi rigidi e istituzionali, dal momento che aveva iniziato ad ascoltare anche altra musica come il rock e il jazz.
Il cantautore racconta poi di quando si è trovato a fare cabaret insieme ad altri ragazzi della scuola del Teatro Stabile di Genova come Olcese e Margiotta, Maurizio Crozza e sua moglie Carla Signoris, Ugo Dighero, Marcello Cesena ed altri. Lì Baccini conosce tra gli altri Andrea Braido, chitarrista che poi suonerà con lui anche nei suoi primi album.
Il primo disco, Cartoons, arriva con un percorso a dir poco accidentato. Il cantautore si trasferisce a Milano, ma dorme in macchina, pur di inseguire il suo sogno. Dopo averle provate tutte, partecipa a un concorso indetto da Caterina Caselli con la CGD al fine di cercare nuovi talenti e, quando viene selezionato, pensa di aver vinto, ma in realtà si ritrova con altri 1.800 artisti, finché non rimangono in quattro, anche se lui tra questi era l’ultimo a potersi giocare la sua carta come cantautore.
Quando finalmente decidono di investire su di lui, la sua canzone Mamma dammi i soldi diventa la sigla finale di Sanremo ’88, ma con lo pseudonimo Espressione musica su idea dei discografici. Francesco Baccini si riappropria del suo nome quando riesce a partecipare a D.O.C. : Musica e altro a denominazione d’origine controllata, contattato da Renzo Arbore, dopo aver ascoltato il brano che passava di notte a chiusura delle serate del Festival.
Per il cantautore arriva poi la possibilità di fare il primo album, ma gli viene chiesto di “togliere l’ironia” dai propri brani, se non fosse stato per Vincenzo Mollica il quale, dopo aver ascoltato le canzoni in versione originale, chiama la CGD per chiedere di far registrare a Baccini l’album come avrebbe voluto. La copertina di Cartoons sarà poi firmata dallo stesso Mollica e il lavoro si aggiudica anche la Targa Tenco come migliore opera prima.
Dopo arriva Il pianoforte non è il mio forte, dove ci sono brani come Le donne di Modena, Qua Qua Quando e Sotto questo sole con i Ladri di Biciclette. All’interno di questo secondo album c’è anche Genova blues con Fabrizio De André, genoano come lui, arrivata grazie a un’amicizia nata in un modo singolare: Faber va alla presentazione del primo album di Baccini al Magia di Milano; lo aveva visto di notte in tv e il giorno dopo lesse su un quotidiano della presentazione del lavoro d’esordio di questo nuovo cantautore che all’epoca somigliava molto al suo amico Luigi Tenco.
Immancabile in conclusione è la domanda “Cosa vuoi fare da grande?” alla quale Francesco Baccini risponde sempre, come nel corso di tutta l’intervista, con la sua consueta ironia.