11/06/2018

Eleonora Bordonaro – Li Fomni (Live @ Jam TV)

Un album in siciliano dal titolo “Cuttuni e lamé” per Eleonora Bordonaro, ma con un episodio nel misteriosissimo idioma patrimonio di pochi: il Gallo – Italico di San Fratello, provincia di Messina. Questa allora è “Li Fomni”. Alla chitarra Puccio Castrogiovanni, produttore del lavoro

 
Eleonora Bordonaro ci fa ascoltare dal vivo negli studi di Jam TV Li Fomni, nuovo brano tratto dal suo nuovo album Cuttuni e lamé. Nell’occasione è accompagnata alla chitarra dal produttore del lavoro Puccio Castrogiovanni.
  
Cuttuni e lamé è un lavoro cantato tutto in dialetto siciliano, tranne proprio questo brano, interpretato in Gallo-Italico di San Fratello, lingua misteriosissima portata dai Normanni sull’Isola con la sua mistura di dialetti del nord Italia, francese e siciliano, patrimonio di pochissimi custodi gelosi e orgogliosi.
 
Testo e traduzione di Li Fomni:
 
 
Testo
 
O ami fad, ch’ suana ‘ntra ù maund,
ch’ d’ fomni tant m’ fduama!
La fomna è tanta birba, ch’ nia faund
e a chieri nati nieuc tucc ù v’ duama.
D’ prim m’ accarozza, e ps’ aund
m’arrabba d’erma, e cau ch’ pusduama;
uloss assei parder, e m confaun,
pr’ quent è grena sta pazzja ch’ avuoma.
 
S’ la segra ssscrittura niuc dìuoma,
ed osseruama ncò addaura gh fu,
d’ cuòi greng ami, ch’aura parduama
d’ Salamang, Sansuni e jeucc chiu,
chi sapjaint, e chi d’ farza suama
in da chi miser stat sar duggion,
tutti quent l’ viest m’ sciunduoma,
cumunzand dla testa fina ‘n giù.
 
Cunchiud ch’ l’fomni suan birbi,
suan tutti ma manjeda d’ cajardi.
Cu macchiavelli, chiu assei d’la Tirbi
m’nchieccu a tucc sanz avair cardi;
suan tutti na canegghia e mali scirbi,
suan pessimi, r’versi, suan balardi,
ch’en stet e suan d’ gh’ iami gren ruina;
o ch’scattassu tutti na matina!
 
 
Traduzione
 
O uomini folli, che siamo nel mondo
che ci fidiamo tanto delle donne!
La donna è tanto birba che non c’è fine
e noi tutti lo vediamo a chiare note.
Da prima ci accarezza, poi 
ci ruba l’anima e tutto quel che possediamo;
vorrei parlare a lungo ma mi confondo
per quanto è grande questa pazzia che abbiamo.
 
Se leggessimo le Sacre Scritture
ed osservassimo cosa accadde a 
quei grandi uomini di cui ora parliamo, 
Salomone, Sansone e altri 
sapienti e fortissimi, 
in che misero stato si ridussero, 
ci stapperemmo tutte quante le vesti 
cominciando dalla testa fino a giù.
 
Concludo che le donne sono birbe
tutte una manata di fuggifatica
con inganni più grandi di quelli della Tirbi*
ci legano senza aver corde;
sono tutte canaglie, mala razza, pessime, indocili, balorde;
che sono state e sono degli uomini la rovina
Oh, crepassero tutte in una mattina!
 
*Strega
 

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