Patti Smith, il report del concerto al Castello Sforzesco di Milano
Patti Smith, il report del concerto di Milano al Castello Sforzesco del 1° agosto 2022, ultima tappa per lei di questo tour in Italia
La tappa conclusiva del tour estivo 2022 ha riportato Patti Smith a Milano, da sempre, una delle città preferite dell’artista americana che, in passato, ha spesso soggiornato nella camera una volta riservata al suo grande idolo Maria Callas e presente tuttora nello sciccosissimo Grand Hotel et de Milan di via Manzoni.
Sorridente, loquace e fisicamente in gran forma (i prossimi saranno 76…) Patti si è presentata sul palco accolta da un applauso calorosissimo da parte del pubblico milanese che ha riempito tutti i posti disponibili in platea.
La tripletta di brani iniziale (Redondo Beach, Grateful e Ghost Dance) ha tracciato subito le coordinate soniche del concerto, più soft e poetico di quelli cui la Smith ci aveva abituato in passato. Lei stessa è parsa adeguare vocalità e grinta ai toni più sommessi del tutto puntando più che mai sulle sue capacità espressive e sulle sue doti comunicative.
L’omaggio al vecchio amico e maestro Allen Ginsberg a 25 anni dalla morte (sensazionale il suo reading della Footnote to Howl) l’hanno riportata ai tempi in cui, insieme all’amico Lenny Kaye, metteva in scena a New York spettacoli di poesia e musica.
Ma proprio l’assenza di Lenny Kaye ha pesato sull’efficacia musicale del concerto. A sostituirlo (si fa per dire) la Smith ha voluto accanto a se il figlio Jackson, chitarrista modesto che ha costretto Tony Shanahan (vecchio sodale di Patti) agli straordinari: basso, tastiere, cori e diversi interventi musicali extra per tentare di sopperire alle lacune di “core de mamma”.
Come accennato, a rimanere penalizzato è stato così l’impatto globale dello show, privo del mordente e della grinta da sempre marchio di fabbrica della Sacerdotessa i cui sermoni, peraltro, si sono rivelati comunque efficaci e graditissimi. Sia quando ha omaggiato Leopardi con una lettura in inglese del suo “Infinito”, sia quando ha cantato in modo toccante (pur pasticciando un po’ con il testo originale) la profetica After The Goldrush di Neil Young accompagnata unicamente dalla tastiera di Tony Shanahan.
Un finale in crescendo (Because The Night, Gloria e People Have The Power, quest’ultima con la partecipazione a sorpresa della stella del basket Gigi Datome) ha entusiasmato un pubblico eterogeneo (parecchi i giovani presenti) ma fedelissimo alla liturgia della Sacerdotessa che ha così concluso in modo trionfale il suo tour 2022 nella città che le ha donato una pergamena del Comune. Una città che anche per questo da oggi Patti Smith sente ancor più sua.