23/07/2015

Tenco 2014, la serata con David Crosby e gli altri

Il racconto della serata in cui sono state consegnate le Targhe Tenco 2014: poco pubblico per ammirare le buone esibizioni dei premiati e la leggenda David Crosby
Preludio
6 dicembre 2014, ore 18.30 circa, Teatro Ariston di Sanremo
 
Pare di ascoltare una chitarra acustica in sottofondo prima di entrare. Dopo aver varcato l’ingresso del Teatro, però, quel suono tutt’a un tratto svanisce.
 
Sul palco gli strumenti sono già pronti, così come la scenografia. Quest’ultima è essenziale e mira probabilmente a rendere ancor più protagonista la musica che sarà eseguita dal vivo tra poche ore.
 
Diversi addetti ai lavori sono sul palco. E poi riparte la chitarra acustica e, avvicinandosi maggiormente alla fonte di quel suono, si possono osservare le luci principali puntate tutte sul superospite della serata: “l’illuminato” è David Crosby ed è il momento del suo soundcheck. In platea sono seduti “pochissimi eletti”, tutti per assistere in adorazione alle prove di un uomo ormai diverso da ciò che è stato o ha rappresentato e perfettamente calato nel suo ruolo. Come si dice in questi casi: “un professionista”…
 
La serata
6 dicembre 2014, ore 21.15, Teatro Ariston di Sanremo
 
Dopo le parentesi di Novara e Bari delle ultime due edizioni, il Tenco è tornato alla “casa madre”. Lo dice in apertura Antonio Silva, storico presentatore della manifestazione, il quale ricorda subito Giorgio Vellani, responsabile amministrativo e socio fondatore del Club Tenco, scomparso lo scorso 9 giugno all’età di 67 anni, a causa di una malattia polmonare.
 
Prima ancora, la serata ha preso il via con la sigla tradizionale, Lontano Lontano. Il brano, composto dall’indimenticato cantautore a cui il celebre riconoscimento è dedicato, è stato eseguito da Raiz e Fausto Mesolella, i due artisti che quest’anno si sono aggiudicati la Targa Tenco fra gli “interpreti di canzoni non proprie”, grazie all’album Dago Red.
Due anime sognanti sul palco del Teatro Ariston rileggono i pezzi della tradizione napoletana senza ricalcarla pedissequamente, ma offrendo nuovi spunti di modernariato rock/blues/funky/soul. E allora ad esempio Third Stone From The Sun / ‘O surdato ‘nnammurato / Give Me Love mantiene i vari sentimenti originari, passando attraverso Jimi Hendrix, la già citata tradizione napoletana e George Harrison, e andando addirittura oltre con la chitarra di Mesolella che intona Black Or White di Michael Jackson.
 
Loris Vescovo è invece il vincitore della Targa per l'”album in dialetto” e all’Ariston ha portato il suo Friuli con Penisolâti, non rinunciando ad affrontare tematiche che riguardano l’Italia intera con la title track, con un pezzo tradizionale friulano (Vilote, da intendere sia come titolo del brano, sia come nome per identificare il genere) e infine con una canzone dedicata alle sempre più numerose badanti presenti nel nostro Paese (BenAnDANTI).
 
Il grande momento è arrivato. Non un altro vincitore della Targa, ma il vincitore del Premio Tenco, assegnato a insindacabile giudizio del Club. Il riconoscimento quest’anno è andato a David Crosby.
Recita la motivazione: “Per aver cantato con forza e tenacia per cinquant’anni la poesia, la bellezza, le illusioni, le difficoltà della vita. Una vita come quella sua canzone, Bittersweet, dolce e amara, un tesoro comunque per tutti gli appassionati della canzone d’autore più viva e autentica”.
La sua esperienza si mette a servizio del pubblico e ben presto viene sopraffatta dall’emozione di essere sempre lì a cantare per la gente, con cui scherza facendosi ben volere sin dal momento in cui si palesa sul palco.
Solo voce e chitarra per la sua performance che inizia con un’intensa Rusty And Blue, risalente al 1998 e al periodo dei CPR, il gruppo formato dal medesimo Crosby insieme al chitarrista e polistrumentista Jeff Pevar e al figlio naturale dato in adozione alla nascita negli anni sessanta e poi ritrovato dopo diversi anni, James Raymond. Poi è il momento dell’inedita How Could There Be Only One Way? e di Tracks In The Dust, contenuta originariamente in Oh Yes I Can, il secondo album solista del 1989 che usciva diciotto anni dopo If I Could Only Remember My Name. Alla fine si decide di fare un salto ancor più indietro nel passato e si arriva direttamente a Crosby, Stills & Nash non appena parte l’arpeggio di Guinnevere.
Dopo gli eccessi della gioventù e i recenti problemi di salute, nulla può fermare un artista del suo calibro, autentica leggenda vivente che lo scorso 14 agosto ha compiuto 73 anni e ad inizio 2014 ha persino pubblicato un album di inediti, Croz.
 
Dopo l’intervallo si riprende con le Targhe e in particolare con quella assegnata a Filippo Graziani per l'”opera prima” con il disco Le cose belle. L’artista sale sul palco insieme alla sua band e a Tommy, il fratello batterista. E i “due figli d’arte” ripercorrono dunque uno dei momenti vissuti da Ivan, il loro celebre padre cantautore scomparso il 1° gennaio 1997, che aprì la primissima edizione del Tenco nel 1974.
Nel corso del suo spazio live, Filippo Graziani dimostra dapprima di essere un simpatico intrattenitore in quanto alcuni problemi tecnici ne ritardano l’esibizione, e poi di saper calcare il palcoscenico con una buona energia sino all’ultimo brano della mini-scaletta, Le cose belle, già suonato al Teatro Ariston nel corso dell’ultimo Festival di Sanremo.
 
Una buona prova viene fornita anche dai Virginiana Miller, vincitori della Targa per la “miglior canzone” con Lettera di San Paolo agli operai, tratta dalla loro ultima fatica discografica, Venga il regno. Il gruppo di Livorno ha messo a disposizione del pubblico il proprio vigore cantautorale, tramite le riflessioni di Anni di piombo, di Tutti i santi giorni (brano contenuto nel film omonimo di Paolo Virzì che si è aggiudicato il David di Donatello come “Miglior canzone originale”) e ovviamente con il pezzo che ha trionfato al Tenco.
 
L'”album dell’anno” selezionato dai 200 giornalisti, chiamati come di consueto a votare per questa e per le altre Targhe 2014, è Museica di Caparezza. L’artista era già stato ospite della manifestazione nel 2004, nel 2006 e nel 2008, ma ora ha ottenuto anche il prestigioso riconoscimento grazie al suo ultimo disco.
Il mini-show del rapper/cantautore è come sempre ricco di una certa teatralità che coinvolge l’intero palcoscenico, sin dall’introduzione di ogni singolo pezzo (Avrai ragione tu, Cover, China Town, Non me lo posso permettere e Vieni a ballare in Puglia).
 
Epilogo
7 dicembre 2014, mezzanotte passata, Teatro Ariston di Sanremo
 
Saluti finali. Non c’è stato nemmeno il bis.
Il tempo per far esibire tutti gli artisti è ridotto, ma lascia sempre qualcosa in sospeso. È anche però la giusta misura per rivedere ciascuno singolarmente in concerti veri e propri.
In tutto ciò, il pubblico c’era ed era ovviamente più numeroso rispetto al soundcheck di Crosby, ma il Teatro non era pieno. Peccato.
 
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