27/06/2019

Gary Clark Jr riempie la Casa del Jazz

Sold Out a Villa Osio per il talentuoso blues rocker di Austin in tour per presentare il suo nuovo disco, “This Land”
L’estate romana risuona nel suggestivo parco di Villa Osio anche quest’anno: la Casa del Jazz ospita Summertime 2019, la rassegna estiva di concerti e spettacoli realizzata in collaborazione con “I Concerti nel Parco”. Ieri sera più di 1300 persone hanno riempito il grande giardino di viale di Porta Ardeatina – registrando un record per la Casa del Jazz – per assistere alla seconda data del tour italiano di Gary Clark Jr dopo quella di Gardone Riviera. Il trentaquattrenne texano cresciuto con il rock blues dei fratelli Vaughan, definito da Barack Obama “il futuro della musica” e paragonato dalla critica a mostri sacri come Jimi Hendrix e Eric Clapton, è in tour per presentare il suo nuovo disco, This Land, uno degli album più attesi del 2019, come hanno dimostrato i numeri di ieri sera: una platea affollata come non si vedeva da tempo alla Casa del Jazz, più di due ore di musica intensa e una scaletta di quasi venti brani, tra vecchi e nuovi, che hanno canalizzato l’attenzione di tutti.
 
Cresciuto a Austin, il centro del mondo blues, Clark ha mosso i primi passi all’Antone’s, il locale del leggendario promoter Cliffors Antone, dove ha trovato il supporto prezioso di Jimmie Vaughan, fino ad arrivare, continuando la scalata, ad esibirsi durante il Crossroads Guitar Festival nel 2010 e ad affiancare sul palco i più autorevoli nomi del rock and roll, come i Rolling Stones nel loro 50 & Counting Tour o Eric Clapton, appunto, che considera ormai il giovane blues rocker un amico e contemporaneo piuttosto che un seguace.
Sul palco di Villa Osio Gary Clark Jr e la sua band hanno portato uno show essenziale ma musicalmente ineccepibile, una compattezza sonora che è riuscita a sopperire ad un livello di volume leggermente sottotono. Il chitarrista, vincitore di un Grammy, si è lanciato nel suo flusso di rock, di blues, di jazz e di soul aprendo con Bright Lights e Ain’t Messin ‘Round, dal suo disco d’esordio Blak And Blu, e proponendo buona parte dei brani di This Land, come l’esplosiva What About Us, il neo soul mischiato a struggenti soli rock di I Got My Eyes On You (Locked & Loaded) o il blues filtrato dal punk di Gotta Get Into Something. Composto ma perfettamente calato nel ruolo, Clark ha parlato poco e suonato molto: un’interazione col suo pubblico sporadica ed essenziale, contrapposta ad un entusiasmo da parte della platea che è stato vivo e costante per tutto il tempo.
Un protagonista a tutti gli effetti della scena musicale moderna, forse uno dei migliori chitarristi in circolazione e una testimonianza reale dell’immortalità di un linguaggio, quello del blues, che il musicista di Austin ha saputo mutuare e rielaborare attraverso un gusto moderno ma fedele al dogma, contaminandolo con le diverse espressioni stilistiche e sonore che riesce a far convivere, e con un risultato che non lo sottopone affatto ad uno scontato e superfluo paragone con gli antesignani. 
 
Il compito di aprire la serata è stato affidato all’ex frontman dei Jet, Nic Cester (che ha incrociato il percorso di Gary anni fa ad Austin, quando quest’ultimo era ancora una giovane promessa del blues locale) e alla sua Milano Elettrica, la super band di cui fanno parte nomi importanti della scena indie italiana, come il batterista Sergio Carnevale (Bluvertigo), il chitarrista Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion) e il percussionista Daniel Plentz (Selton).
L’estate alla Casa del Jazz proseguirà fino al primo agosto con grandi nomi del panorama internazionale come Bill Frisell (10 luglio), la Steve Gadd Band (15 luglio), il trio Peter ErskinEddie GomezDado Moroni (21 luglio) e il talento italiano Fabrizio Bosso con Julian Oliver Mazzarello (31 luglio).

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