05/01/2021

“Coltivo Una Rosa Bianca” – Un libro sui valori dell’antimilitarismo e della nonviolenza in sei cantautori italiani

Tenco, De André, Jannacci, Endrigo, Bennato e Caparezza sono i protagonisti di “Coltivo Una Rosa Bianca”, nuovo libro di Enrico de Angelis
Sei cantautori uniti nel segno dell’antimilitarismo e della nonviolenza: Tenco, De André, Jannacci, Endrigo, Bennato e Caparezza sono i protagonisti del nuovo libro di Enrico de Angelis, Coltivo Una Rosa Bianca.
L’autore compie un ulteriore lavoro di ricerca da storico della canzone quale è, passando in rassegna e approfondendo di volta in volta i testi dei brani in cui la tematica pacifista è stata trattata dai sei cantautori presi in esame. Sei approcci diversi, in alcuni casi anche generazioni differenti a confronto, ma unica per tutti gli artisti analizzati nel libro è stata o è tuttora la convinzione di voler mettere la propria arte anche a servizio dell’impegno e quindi autentica è la loro voglia di smuovere le coscienze.Tenco parla di nonviolenza nella sua breve carriera e se ne occupa peraltro senza disdegnare ciò che avviene fuori dall’Italia, cogliendo ad esempio tra i primi nel nostro Paese il messaggio di protesta dei brani dylaniani: il cantautore è infatti il primo a registrare nel 1964 una versione in italiano di Blowin’ In The Wind, con testo tradotto e adattato da Mogol, uscita postuma nella raccolta del ’72. Vale poi la pena citare la traduzione in italiano dello stesso Tenco di una pietra miliare della canzone antimilitarista mondiale, Le déserteur di Boris Vian.
Da segnalare anche la parte dedicata ad Enzo Jannacci, il quale introduce il discorso dell’antimilitarismo persino nella famosa Vengo anch’io, no tu no, e in particolare viene ricordata la parte di testo originale scritta da Dario Fo, successivamente censurata e non apparsa nel disco.
Grande importanza all’interno del libro assume poi Sergio Endrigo ed è proprio lui che, da grande conoscitore della musica cubana, traduce in un suo brano alcuni versi del poeta José Marti, ai quali peraltro è ispirato il titolo del libro: “Coltivo una rosa bianca / In luglio come in gennaio / Per l’amico sincero / Che mi dà la sua mano franca / Per chi mi vuol male e mi stanca / Questo cuore con cui vivo / Cardi nè ortiche coltivo / Coltivo una rosa bianca”.
La Rosa Bianca è inoltre un gruppo di studenti tedeschi cristiani, attivi tra il giugno 1942 e il febbraio 1943, che cercarono di opporsi in maniera non violenta al nazismo e finirono decapitati. I medesimi ideali sono condivisi anche dal Movimento Nonviolento, al quale sono destinati i proventi del libro.

Arricchiscono il volume le illustrazioni di Massimo Cavezzali e Milo Manara, e prima ancora la prefazione del presidente dell’Associazione Libera e fondatore del Gruppo Abele Onlus Don Luigi Ciotti. Anche loro uniti al fine di diffondere il messaggio della nonviolenza, un valore universale, che dovrebbe essere eticamente scontato e che evidentemente ancora oggi non viene riconosciuto come tale.

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