04/11/2016

Bill Frisell

Bellissimo concerto nell’atmosfera raccolta ed elegante del Blue Note di Milano nella seconda e ultima data italiana del tour “When you wish upon a star”
Bill Frisell e i suoi tre compagni di palco ce la mettono tutta perché il pubblico della serata si abbandoni alla suggestione del titolo del loro tour (e del disco che l’ha preceduto) When you wish upon a star e si conceda di sognare un poco ed esprimere un desiderio impossibile. Così, il viaggio attraverso alcuni grandi classici del cinema e della televisione americani si apre con la dolcissima esecuzione di Moon River, tratta da Colazione da Tiffany, e con il suo sogno di varcare il grande fiume quotidiano e vedere ciò che si trova al di là. È il primo assaggio della splendida voce di Petra Haden, che nel corso della serata spazierà da tonalità alte e atmosfere rarefatte a momenti più giocosi di coinvolgimento del pubblico, fino a mostrare la grinta e la potenza della sua voce in pezzi come Goldfinger, quando il concerto volge oramai verso la fine. Dietro di lei, oltre a Frisell alla chitarra elettrica, si esibiscono il contrabbassista Thomas Morgan e il batterista Rudy Royston, che si presentano nella prima mezz’ora con degli assoli di grande impatto. I musicisti dialogano tra loro con intensità, sia nell’esecuzione relativamente standard con cui si apre ogni pezzo, sia nelle improvvisazioni che seguono, tanto che Frisell volge quasi perennemente il fianco al pubblico. Spesso Petra Haden lascia loro il palco e, eseguita la sua parte, va a sedere nell’ombra alle loro spalle. Allora l’inquietudine e la sperimentazione dei musicisti prendono il sopravvento e lo spettatore può cercare di inseguire le variazioni e le diversioni sul tema oppure aspettare, arreso e curioso, il momento del suo improvviso e armonico ritorno. Il risultato migliore si ha tuttavia forse quando la cantante rimane e si cimenta con le sperimentazioni dei musicisti, apportando una presenza scenica e una forza espressiva davvero notevoli. Il pubblico ascolta e applaude, ricompensato da alcuni bis e da un’atmosfera sempre più familiare, in cui l’intesa tra i musicisti finisce per estendersi anche agli spettatori. Anche in questo modo, ognuno tornerà a casa canticchiando uno dei pezzi ascoltati e improvvisamente lo ritroverà nella lista della, personalissima e irripetibile, colonna sonora della sua vita.
 

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