11/05/2007

Cream

Royal Albert Hall – Reprise/Warner

Il ghigno malefico, l’immancabile sigaretta tra le dita, il volto scavato: sembrerebbe il tipo di persona che non vorresti incontrare di notte da solo in un vicolo buio. Invece hanno dato fondo al portafogli per rivederlo in azione, 36 anni dopo l’ultima volta, insieme ai suoi vecchi pards, Jack Bruce ed Eric Clapton, alla Royal Albert Hall di Londra di cui un doppio cd e un doppio dvd sono la testimonianza. E non ha perso un pelo del suo fare sfottente, specie quando dice: “Noi non siamo e non siamo mai stati un gruppo rock. Io e Jack siamo musicisti jazz, Eric è un bluesman. Non aspettatevi di vederci saltellare sul palco”.

Certo è che fra le tante reunion più o meno riuscite che caratterizzano il rock del terzo millennio, quella dei Cream è stata una delle poche ad avere un significato. Intanto per la presenza di tutti i membri originali (bella forza, direte voi, erano solo in tre.), poi perché essendo stati i Cream il primo grande gruppo live della storia, hanno evitato l’inutile fermata in studio a cercare un improbabile disco nuovo e si sono concentrati solo sulla cosa che sapevano fare meglio, e cioè la musica dal vivo. E qui, se è andata persa ovviamente certa sfrontatezza giovanile di un tempo, cancellata completamente ogni tentazione psichedelica che li aveva segnati allora, ecco incredibilmente sgorgare in modo inappuntabile quella concezione di jam band che, prima che ci arrivasse ogni altro gruppo rock, aveva sbalordito il pubblico degli anni 60, non avvezzo a una concezione free e improvvisativa della musica rock. Fu la cosa migliore dei Cream, ed eccola ancora qui, intatta, come se i tre si fossero lasciati due giorni fa: Clapton è costretto a tirare fuori una attitudine presa nella notte dei tempi, e la cosa incredibile è che lo fa benissimo, con una naturalezza che mostra, se ce ne fosse bisogno, dove è sempre stato il suo cuore. Non impugna più la Gibson dei tempi antichi, che aveva caratterizzato quel suono sporco e appunto psichedelico dei vecchi Cream, ma quando si lascia andare è godimento puro: “Suonare con Jack e Ginger ti costringe a un lavoro assolutamente particolare (leggasi: a cui non sono abituato, nda). Sappiamo solo come cominciare e come finire un pezzo, poi ognuno parte per la sua strada e la cosa più difficile ma più bella è riuscire a ritrovare il punto di incontro per concludere tutti insieme” dice il chitarrista nelle interviste che appaiono nel dvd. In una parola quello che Clapton sottolinea è il concetto stesso di jam music.

Baker, seppur con meno fronzoli, è un batterista ancora eccezionale, dall’alto dei suoi 65 anni: il tocco di batteria è potente ma anche raffinato e tende sempre a inventare qualcosa di nuovo; Bruce non riesce naturalmente più a raggiungere certi registri alti con la voce ma fa ancora un egregio lavoro e il suo basso è così mostruosamente potente che sembra voglia impossessarsi del mondo.

Non c’è nessuna differenza di track-list fra dvd e cd audio, eccetto per una Sunshine Of Your Love in più rispetto al cd, e dovendo scegliere fra i due oggetti consiglieremmo il cd audio: come ogni concerto ripreso alla Royal Albert Hall, le immagini non sono delle migliori. Essendo il palco posizionato al centro della sala, in modo che anche gli spettatori seduti dietro possano vedere, il palco stesso è molto in basso e non ha quasi un fondale. Ogni effetto scenografico è dunque eliminato, spesso le riprese avvengono in mezzo al pubblico e si fatica a vedere i musicisti in mezzo alle teste degli spettatori. Molto belle però sono le interviste realizzate appositamente con i tre, assolutamente illuminanti sul senso della reunion e sul loro modo di intendere la musica. Inutile citare un pezzo a discapito di un altro (anche se ricordiamo che Pressed Rat And Warthog, brano che vede Ginger Baker alla voce solista, fa la sua prima apparizione live di sempre): l’unica menzione che ci sentiamo di fare in mezzo a tanta buona musica è per la lunga coda strumentale di Sunshine Of Your Love. Impagabile sentire i tre vagare in un mondo musicale a cui solo i grandi possono accedere.

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