21/05/2015

Letterman e i Troublemakers

Vintage Trouble: una carica esplosiva tra futuro e passato…

Dopo dodici giorni passati su una Toyota Land Cruiser, tra dune desertiche e canyon assolati nell’affascinante sultanato dell’Oman, il faccione di David Letterman ti appare come quello di un vecchio amico. Specie se, per scovarlo, hai dovuto scanalare avanti e indietro su un televisore che propone (nella migliore delle ipotesi) le più fantasiose reti dei paesi arabi.
E così, ti incolli davanti a lui speranzoso che, anche questa volta, non ti deluda.
«Chiunque abbia come ospite musicale», penso, «sarà certamente meglio di ciò che Khaled, la nostra guida omanita, ci ha propinato in questo viaggio…».
In quel momento, non so ancora che le mie aspettative saranno di gran lunga superate.
Letterman, come sempre in chiusura del programma, mostra la copertina di un vinile (The Bomb Shelter Sessions) e annuncia la band che pubblica questo suo album di debutto.
Vengono da Los Angeles, si chiamano Vintage Trouble e, già dall’attacco del brano che presentano al Late Show (Blues Hand Me Down) fanno capire di che pasta sono fatti.
La loro miscela di blues, hard rock, soul e psichedelia è esplosiva: sembrano i Led Zeppelin con James Brown alla voce.
Il gruppo è di fatto un quartetto rock classico (basso, batteria, chitarra e voce) con un’anomalia: il cantante è un nero stiloso, vestito con un abito doppiopetto e pantaloni a sigaretta in stoffa scozzese che ha la voce di Otis Redding e balla come Mr. Dinamite. Il trio che lo accompagna non è da meno: bravissimi e sciccosi, i Vintage Trouble travolgono il pubblico del Ed Sullivan Theatre che balza in piedi eccitato alla fine della performance…
Anche Letterman è entusiasta tanto da incitare il gruppo a ricominciare il pezzo in un bis tanto richiesto quanto raro in un programma come il suo.

Nati nel 2010, quasi per caso, i Vintage Trouble vengono scoperti da Doc McGhee (già manager, tra gli altri, di Mötley Crue, Bon Jovi, Kiss e Skid Row) che decide di lanciare la band in Inghilterra. Dopo una fortunata apparizione in un altro show tv (quello di Jools Holland) il fenomeno Vintage Trouble esplode nel Regno Unito.
Nel 2011 sono la band di cui tutti parlano.
L’anno successivo è quello del trionfo americano.
Votati come una delle cinque migliori performance live dell’anno, i Vintage Trouble vedono aumentare ogni giorno la schiera di “Troublemakers”, i loro hardcore fan pronti a seguirli e a sostenerli ovunque si esibiscano.
Riguardando i loro video (il primo, Nancy Lee, è stato interamente girato con un iPhone e ha vinto numerosi premi) mi viene in mente che Ty Taylor (il cantante) io lo avevo conosciuto tanti anni fa. Già, a metà anni 90 lui era il frontman dei Dakota Moon, un divertente gruppo californiano che aveva fatto un paio di album graziosi, a cavallo tra pop-rock e black music.
Erano stati ospiti di un mio programma tv…

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