23/03/2007

O Superwoman

Intervista a Laurie Anderson

Tra i più importanti artisti teatrali al mondo, Laurie Anderson ha saputo continuamente affascinare, divertire e sfidare il pubblico con le sue rappresentazioni multimediali. La sua carriera artistica le ha assegnato i ruoli più vari, da visual artist a compositrice, poeta, fotografa, regista, cantante e strumentista elettronica. E oggi arriva una notizia che farà felici molti fan italiani: Laurie sta preparando un tour dal titolo Songs And Stories, che la porterà ad esibirsi in molte città italiane (l’11 luglio a Roma, il 12 a Palinuro, il 16 a Gardone Riviera, il 18 a Parma, il 20 a Pescara e un’incursione in Svizzera il 14 luglio, al Festival di Montreux).

Nel frattempo, Laurie è impegnata a trarre nuove ispirazioni da vari progetti nei quali, come ci racconterà lei stessa, i territori terrestri e la dimensione spaziale confluiscono in modo speculare, fondendo concettualmente la spinta del pensiero a compiere un salto dal ‘trampolino’ delle tradizioni fino ad approdare in pieno futuro. Proprio così: sempre più attratta da nuove tecniche per registrare immagini, la Anderson ha in cantiere addirittura un progetto con la Nasa. Non stiamo parlando della fantascienza degli effetti di Matrix, ma di un’artista che queste cose le fa sul serio, eccome. Sarà un onore rivederla esibirsi nella nostra penisola.

Ricordiamo che nella storia della Anderson, l’Italia ha da sempre uno spazio molto importante: nel giugno del ’98 i suoi lavori sono stati esposti alla Galleria Prada di Milano e successivamente al Museo Guggenheim di Soho e in molte città europee. La sua ultima produzione teatrale è stata invece Songs And Stories From Moby Dick, una performance multimediale basata sul romanzo di Melville, che ha toccato le più importanti città italiane. E Laurie è tornata in Italia anche la scorsa estate, al fianco di Lou Reed – il rocker newyorkese che è suo compagno da più di otto anni – in Words & Music, A Special Evening With Laurie Anderson And Lou Reed, con molti testi delle canzoni di entrambi recitati con la musica pronta a riempire i silenzi. “Il nostro intento era quello di fondere due strade espressive diverse per raggiungere un risultato comune”, ricorda Laurie. “La scelta dello spettacolo in forma di reading è stata dettata dall’intento di cercare strade diverse, non per interpretare le cose, ma per guardarle obiettivamente e con distacco.”

Testi crudi, ricchi di ansia e disperazione, provocatori ma strettamente legati alla brutalità della vita reale quelli di Lou; delicati e surreali, descrittivi e densi di malinconia quelli di Laurie. I riferimenti letterari sono stati principalmente Withman e Poe. Il tema era la comunicazione tra voci differenti: New York, gli angeli, la politica, i disastri e il piacere. Approcci che partono da lontano e si incrociano. “Quest’anno mi esibirò in Italia con un progetto nuovo, insieme a un trio: con me ci saranno Skuli Sverrisson al basso, Peter Scherer alle tastiere e Ben Wittman alle percussioni. In pratica, saremo un quartetto. Proporrò un programma con nuove idee e tenterò come sempre di comporre ed esibirmi anche in lingua italiana. Spero di essere all’altezza.”

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Lo sarai sicuramente! Ma a proposito della tua modestia, devi togliermi una curiosità: sei una persona amabile, pronta a mettersi continuamente in gioco e non ti nascondi dietro ad atteggiamenti forzati. Insomma, parlarti è un’esperienza che fa sentire bene! Questo succede raramente con molti tuoi famosi colleghi. Qual è il tuo segreto?
Hai un animo gentile! Non so se sono davvero amabile ma, certo, mi impegno per esserlo. Mi spiego meglio: io sono molto incuriosita dalle persone, ho bisogno di vedere gli altri e ciò che mi circonda, che poi sono tutte le cose di cui è fatta la vita. Sono molto sensibile alla comunicazione. Ho iniziato a capire la reale natura della comunicazione osservando il mio cane, Lolabelle.

Intendi dire che noi uomini utilizziamo troppe sovrastrutture?
Esattamente. Sono appena stata in montagna e ho trascorso molto tempo ad osservare il paesaggio ma anche a leggere e a raccogliere le idee. Ho letto un testo su come comunicano i cani e gli animali tra di loro. Ecco: la mia più grande ambizione è quella di riuscire ad ascoltare e a cogliere ciò che le persone dicono, a comunicare. Cogliere la realtà, essere aperta, osservare il mondo e gli altri per ciò che sono, non per come io li vedo. È un grosso sforzo per chiunque da compiere, perché è difficilissimo non essere impegnati a progettare su noi stessi.

Hai sempre vissuto le esperienze più disparate, sia come artista che come persona: hai lavorato dietro al banco di un McDonald’s per sentirti alla pari di chi è costretto, la mattina, ad alzarsi per svolgere mansioni non necessariamente gradevoli, solo per guadagnare qualche dollaro.
L’ho fatto per provare a capire meglio. Sono curiosa, mi interessano le persone ma è difficile ‘vedere’ loro, le loro vite, i loro pensieri e non ciò che i nostri occhi proiettano.

Per questo motivo hai in programma anche un progetto con la Nasa?
Veramente mi hanno contattata loro e, come sempre, mi sono incuriosita. Tempo fa, vidi una foto incredibile sulla copertina del New York Times: si trattava della nascita di una stella. La trovai incredibile! Scattare foto con un telescopio nello spazio significa rimettere in discussione i colori dell’iride, che sono diversi da come noi li vediamo. È un modo di intendere e ‘sentire’ la luce in modo diverso: una stella blu, in realtà, è marrone. Per ora, è solo un interesse: se scriverò canzoni o realizzerò un’opera sul tema, chi lo sa? Può darsi. È certo che andrò a Houston per fare del training e poi in California, dove mi eserciterò in spazi senza forza di gravità, come gli astronauti. Poi si vedrà.

Hai intenzione di compiere un vero e proprio viaggio nello spazio?
Diciamo che m’interessa capire com’è vivere in uno spazio senza la forza di gravità, sentire cosa si prova. L’idea è quella di poter immaginare meglio come potrebbe essere la vita delle persone su un altro pianeta. Quando dalla Nasa mi hanno telefonato, ho iniziato a parlare con coloro che hanno scattato foto dal telescopio. Mi hanno fatto delle proposte ma, per ora, ho risposto: “Non lo so”. Però ho ascoltato e m’interessa. Loro hanno un piano: inviare rocce sulla luna e osservarne da lì le caratteristiche e i mutamenti. Io, invece, ho iniziato a pensare a vari modi per pianificare delle residenze spaziali.

So che ami molto l’Italia, la storia e i monumenti. Ciò nonostante, una delle caratteristiche principali emersa in ognuna delle discipline artistiche alle quali ti sei dedicata finora è proprio uno stile che anticipa, per molti aspetti, il futuro. Credo sia un tuo mood, un modo di sentire le cose e di riuscire a leggere la nostra storia prima degli altri. Come coniughi il passato con tutto ciò?
Le foto delle stelle somigliavano a dipinti del Rinascimento. Alcune sembravano dei quadri di Tiepolo, capisci? Lo stesso è per i suoni. Il pericolo che si corre con le tradizioni è quando il passato diventa un cliché fossilizzato nella nostra mente. Allora è male. Ho compiuto un viaggio in Messico. Lì, ho cercato di parlare e di ascoltare la gente e una donna mi spiegava quante difficoltà ha ancora un certo tipo di mentalità ristretta nel modo di concepire il femminile. È assurdo, mi diceva, ormai è logico per chiunque pensare che la libertà e le necessità, i valori e, nel caso di quest’artista messicana, la spinta ad esprimere la propria creatività e il proprio essere siano cose naturali, una fonte di unicità e ricchezza. Eppure lei lamentava questo crogiolarsi in una mentalità messicana che risale ormai a decenni fa. Queste non sono tradizioni che vale la pena mantenere, in nessun luogo e per nessuna persona o aspetto dell’esistenza. A maggior ragione, nell’arte.

A proposito di donne, so che hai in preparazione un progetto dedicato ad Amelia Earhart: puoi dirci qualcosa in più?
Si tratta di una performance musicale, la cui prima rappresentazione si terrà nel mese di settembre, durante la quale mi esibirò con l’Orchestra di Stoccarda. Amelia Earhart è stata una famosa aviatrice americana nata in Kansas nel 1897, epoca in cui quel mestiere non era un mestiere affatto semplice per una donna! Però andò in California e decise che doveva assolutamente “staccare i piedi da terra e volare”. Così, fu la prima donna a volare attraverso l’oceano Atlantico.

Torna, in qualche modo, il concetto di ‘spazio’.
Sì. Nei testi e nelle musiche ho cercato di esprimere il volo. Sono in attesa di poter rappresentare Songs For Amelia Earhart e vedere come viene.

Nel frattempo, ti aspettiamo in Italia: oltre a tue canzoni proporrai qualche autore americano, che so Burroughs?
Hmmm. che bella idea mi hai dato! Ehi, non sarebbe male un progetto musicale basato su Burroughs, adoro i suoi scritti! Ti ringrazio e ne terrò conto. In Italia, proporrò musica di diversi generi. Sto provando a inventare nuove forme, non so se ci riuscirò ma proverò a unire le forme musicali preesistenti a nuove strutture armoniche.
Pochi giorni fa ho visto Lou in concerto a Milano. La sua violoncellista mi ha fatto venire i brividi.
Oh, Jane. È talmente brava! Ma anche i suoi musicisti, Mike, Anthony. Lou ha un gruppo fantastico, mi piacciono molto.

Posso chiederti se ti raggiungerà per qualche tappa italiana, magari anche senza esibirsi insieme a te ma per trascorrere del tempo insieme?
No, Lou non ci sarà. È impegnato nel suo tour e anch’io. Abbiamo due carriere indipendenti e progetti solitari, nei mesi a venire.

Peccato, anche se non vedo l’ora di vederti e di sentirti. Grazie, Laurie. Parlarti è un onore umano oltre che professionale.
You, sweet. Take care.

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