03/10/2011

PINK FLOYD

I 20 momenti musicali che hanno creato il mito

L’ECO PORTA I PINK FLOYD NELLO SPAZIO PROFONDO
ASTRONOMY DOMINE
Da The Piper At The Gates Of Dawn, 1967

C’erano atlanti stellari nell’appartamento di Mike Leonard, il tecnico luci che tra il ’66 e il ’67 aveva messo a disposizione dei Pink Floyd il suo appartamento di Highgate, nord di Londra. Syd Barrett divorava quelle carte come avrebbe fatto con un pudding al cioccolato. E da lì nascono le rotte verso «Jupiter and Saturn / Oberon, Miranda and Titania / Neptune, Titan», alla ricerca di quel “fuori” che se per gli altri è fuga, per Barrett è perdizione, un abbandonarsi all’universo sconfinato della sua buia mente. La prima voce della prima canzone del primo ellepi dei Floyd è di un membro esterno, il manager Peter Jenner, che come attraverso un interfono tra astronauta e base spaziale elenca nomi di stelle che noi non comprendiamo. Sono le prime spruzzate della pozione psichedelica di cui i Pink Floyd sarebbero presto diventati stregoni: verdi acidi, viola, gialli opalini. Voci fredde come acqua ghiacciata, dalla cadenza ipnotica che ricorda formule magiche. E il blues spaziale della chitarra di Barrett, unita ai fill della batteria di Mason, i filtri sonori come la echo machine targata Binson (avanguardia per l’epoca). I Floyd hanno capito che per decollare occorre decostruire, rompere i pezzi della canzone così com’era prima. E propongono come hit un brano senza una rassicurante struttura, in cui il ritornello, se proprio vogliamo trovarlo, è quella scala discendente di chitarre, voci e colpi di piatti. Tutto, anche il caos, è mantrico come un canto religioso: e il Domine del titolo (dal latino “Signore”) esprime misticismo, credenza in un mondo “altro”. Un mondo che affascinava moltissimo: «C’era, come no, un interesse per la fantascienza», ricorda Mason. «Soprattutto negli anni 60 ne leggevamo tutti come matti: Robert Heinlein, Dune di Frank Herbert, e Ray Bradbury. C’era molto interesse in quel che il futuro avrebbe potuto portare». Voli che avrebbero lasciato segni anche in Waters, futuro ispiratore dell’equipaggio. Consultare la mappa alle voci Let There Be More Light e Set The Controls.

Antonio Oleari

(Leggi gli altri 19 grandi momenti musicali sulla Cover Story di JAM di ottobre in edicola)

On demand

Iscriviti alla Newsletter

Vuoi rimanere sempre aggiornato su rock e dintorni? Iscriviti alla nostra newsletter
per ricevere tutte le settimane nuovi video, contenuti esclusivi, interviste e tanto altro!