15/05/2007

Ralph Towner

Time Line – Ecm

Chissà se Ralph Towner aveva in mente qualche film quando pensava a interpretare i brani di questo Time Line, passione di artista in solitaria fuga verso un luogo dell’anima, probabilmente. E quella vecchia volpe di Manfred Eicher non ha sbagliato e ancora una volta la scelta del luogo di registrazione pare azzeccata: la chiesa di Sankt Gerold, in un monastero ad alta quota in Austria. Luogo che deve aver ispirato il chitarrista, compositore e pianista che, come tutti ricorderanno, è tra le menti creative degli storici Oregon. La musica può diventare materia narrativa, Towner lo sa bene. Come è convinto che la sola chitarra – e il disco è esposto in chitarra solitaria, classica o dodici corde – possa trasferire e riprodurre quell’elemento narrativo ancor più di altri strumenti. Ralph è un maestro, un artista vero. Chi lo conosce lo sa. Chi non lo conosce, ma ha ascoltato la sua musica, dovrebbe essersene accorto. Questo è il ventunesimo disco a proprio nome per l’Ecm, senza tener conto dei tre che ha firmato assieme agli Oregon e delle tante collaborazioni importanti: da Keith Jarrett a Egberto Gismonti e Kenny Wheeler e Jan Garbarek. The Pendant ha un impianto classico e gioca con sentimenti quali la malinconia e la nostalgia. Di cosa? Degli oleandri che Ralph vedeva fiorire quando viveva in Sicilia e che celebra ora in Oleander Etude. Alla Sicilia, ai fiori, ai colori dell’isola sono dedicati anche altri brani: The Lizard Of Eraclea, ad esempio. La materia melodica di If ricorda molto l’estetica degli Oregon, un sapore etnico che si svela nelle trame del motivo.

Pur essendo un disco in solo, Time Line è piuttosto vario. The Hollows è un tema scritto da Ralph, in cui l’improvvisazione non trova spazio. Al contrario, interamente centrati sull’impro sono i cinque brevi bozzetti che costituiscono il corpus di Five Glimpses. In scaletta, oltre a Turning Of The Lives che ricordiamo anche con l’ottima interpretazione vocale di Maria Pia De Vito, ci sono due rifacimenti, entrambi nelle corde e nel repertorio di Bill Evans, una delle grandi influenze di Towner: Come Rain Or Come Shine, di Harold Arlen, e My Man’s Gone Now di George Gershwin. Splendido, vibrante ritratto di artista con chitarra che passa da toni sommessi a trovate più veloci e improvvisazioni non veicolate. Una narrazione perfetta, come in un film.

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