26/02/2013

Anaïs Mitchell & Jefferson Hamer

Sapevamo che Anaïs Mitchell era un’ottima autrice. Ora sappiamo anche che è una brava interprete, alle prese con sette ballate tradizionali angloscozzesi

Sulla copertina, sotto alla bellissima illustrazione di Peter Nevins, dovrebbe esserci una dicitura: «Attenzione, testi magici». Sì, perché i brani scelti da Anaïs Mitchell e dal suo collega Jefferson Hamer hanno antiche origini. Tratte dalla storica raccolta di ballate tradizionali angloscozzesi di Francis James Child, queste sette tracce evocano mondi lontani, tempi remoti, sono pregne di un fascino immutabile che attraversa epoche e continenti. Riprese nel corso degli anni da un numero di musicisti e complessi, le Child Ballads già conobbero nuova fama nel Regno Unito e negli Stati Uniti negli anni ’60 col fenomeno del folk revival: le più note versioni sono giunte a noi grazie a Fairport Convention, Joan Baez, Bob Dylan e il nostro Fabrizio De André (si ascolti Geordie, qui presente). Ma la quantità di cantori che sono stati affascinati e influenzati dalla magia delle ballate è quasi infinito. Il valore di questo disco, oltre appunto a quello intrinseco delle canzoni, è la rielaborazione dei due artisti, che dopo un paio di anni di lavoro, tra ricerche e tentativi, sono riusciti a trovare il giusto equilibrio tra fedeltà ai testi originali (in inglese arcaico) e un linguaggio più moderno.

Già conoscevamo il valore della scrittura di Anaïs, che qui dà prova anche di essere magnetica interprete: la sua voce, in perfetta armonia con quella di Hamer, incanta raccontando storie antiche. Impossibile non lasciarsi emozionare dalla giovane Janet che affronta le terribili sfide della Regina delle Fate per salvare il suo amante Tam Lin dall’incantesimo di cui è vittima; da Willie che annega nelle acque del fiume Clyde pur di andare a trovare la sua amata contro il volere della madre (Clyde Waters) o della dama che risponde agli indovinelli-trabocchetto del cavaliere suo ospite per poter diventare sua moglie (Riddles Wisely Expounded). Gli arrangiamenti sono stati pensati per far emergere le storie e i personaggi narrati dai cantanti: le voci sono sostenute dalle due chitarre, come la scuola tradizionale vuole. Il produttore Gary Paczosa (Alison Krauss, Dolly Parton) li ha accolti nel proprio studio di Nasvhille e fatti accompagnare da pochi, discreti musicisti: Viktor Krauss al basso, Tim Lauer a fisarmonica e organo, Brittany Haas al violino. Queste Child Ballads sono quindi a cavallo tra epoche antiche e moderne, tra Vecchio e Nuovo Continente, nuove interpretazioni e tradizione: una piccola chicca.

Leggi l’intervista ad Anaïs Mitchell nel numero di febbraio di Jam

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