E’ una delle voci italiane più suggestive di sempre, forse la più suggestiva, sicuramente la più curiosa e aperta a una moltitudine di esperienze. Semplicemente, Antonella Ruggiero. La cantante genovese ha presentato in conferenza stampa il suo nuovo, monumentale lavoro, Quando facevo la cantante (Libera/distr. Artist First). Un’opera in sei dischi contenenti ben 115 canzoni live e in studio durante 22 anni di carriera solista, in uscita il 20 novembre. Un incontro con i giornalisti avvenuto in un luogo insolito, un’aula della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano. “Amo i luoghi antichi, fuori dal tempo, dove si respira un’aria diversa. Ho trovato bellissime persone che mi hanno concesso questo spazio. Da parte loro c’è stata grande disponibilità, il contatto umano per me è molto importante” ha spiegato Antonella Ruggiero. Già, i rapporti umani. Fondamentali e al centro della sua carriera, costruiti nel lungo percorso in giro per il pianeta alla ricerca di suoni, storie, volti a noi lontani ma che se emozionano, avvicinano. C’è tutto un mondo intorno.
Nel nuovo lavoro dell’ex vocalist dei Matia Bazar, infatti, ci sono canzoni provenienti da diverse parti del globo, più rivisitazioni del canzoniere italiano (De André, Fortis, Bindi, Fossati tra gli altri), brani dei Matia Bazar e da solista, canzoni popolari e dialettali, musica classica e sacra. Note diverse, tutte accomunate da una linea sottile e intima: l’emozione che suscita nell’interprete. “Canto solo quello che mi emoziona, mi commuove – ha spiegato la Ruggiero – Ho avuto molte proposte nel corso della mia carriera, alcune non le ho accettate, altre sì. L’importante è che mi smuovano qualcosa dentro, non sono una macchina del canto. Se interpreto qualcosa è perché mi piace, non importa se l’autore è famoso o sconosciuto. E’ fondamentale che mi susciti dentro sensazioni particolari”.
Nel nuovo lavoro dell’ex vocalist dei Matia Bazar, infatti, ci sono canzoni provenienti da diverse parti del globo, più rivisitazioni del canzoniere italiano (De André, Fortis, Bindi, Fossati tra gli altri), brani dei Matia Bazar e da solista, canzoni popolari e dialettali, musica classica e sacra. Note diverse, tutte accomunate da una linea sottile e intima: l’emozione che suscita nell’interprete. “Canto solo quello che mi emoziona, mi commuove – ha spiegato la Ruggiero – Ho avuto molte proposte nel corso della mia carriera, alcune non le ho accettate, altre sì. L’importante è che mi smuovano qualcosa dentro, non sono una macchina del canto. Se interpreto qualcosa è perché mi piace, non importa se l’autore è famoso o sconosciuto. E’ fondamentale che mi susciti dentro sensazioni particolari”.
L’idea del cofanetto è venuta a Roberto Colombo, – presente in sala – , produttore del nuovo lavoro e collaboratore di Antonella Ruggiero sin dai tempi di Tango, capolavoro dei Matia Bazar del 1983: “Una sera mi dice: ‘senti, perché non realizziamo una raccolta di brani di diversa natura? Un racconto sonoro di ciò che è avvenuto nella tua carriera solista’. L’idea mi è piaciuta e così ci siamo dati da fare per realizzarla. E’ stato bello raccontare la mia idea di musica, scollegata dal sistema legato al business”. Una logica di mercato dalla quale Antonella rifugge: “Non realizzo prodotti ‘mainstream’, ci sono delle dinamiche che non mi appartengono. Ho lasciato un gruppo famoso e il mondo della musica per sette anni, ritornando solo quando avrei ritrovato la mia dimensione”.
Nel nuovo progetto spiccano molteplici collaborazioni artistiche, dai quartetti alle orchestre sinfoniche, dai cori polifonici a musicisti solisti. “Esperienze splendide, artisticamente e umanamente esemplari. Sono contenta di aver potuto collaborare con queste persone, che condividono le mie idee musicali”.
Il titolo dell’intera opera, Quando facevo la cantante porta automaticamente a una domanda: “E invece adesso cosa fa”? “Il cofanetto ripercorre la mia carriera dal ’96 ad oggi, proprio ‘quando facevo la cantante’ in questo lasso di tempo. Adesso canto ancora, lo farò finché potrò. Da domani ci saranno altre storie, proseguirò a lavorare soprattutto dal vivo. Adoro i live, il contatto con il pubblico, il resto conta poco. Recentemente mi sono esibita a Genova nelle vicinanze del ponte Morandi. Ho visto gente piangere, stringermi le mani. Sono queste vicinanze umane impagabili a spingermi ad andare avanti. E poi continuerò a cercare, esplorare sempre con curiosità e leggerezza”. Due caratteristiche che Antonella Ruggiero vuole trasmettere ai più giovani: “Non rincorrete il successo facile. Esplorate, guardatevi intorno. Il mondo è così pieno di cose belle, basta saperle cercare”.